
Per il Primo Maggio, qualche giorno di pausa anche per Alle cinque della sera.
Si riprende fra qualche giorno.
(foto da Flickr)
Sono tanti, e nessun altro arriva a queste cifre.
A Bayonne hanno deciso di rifiutarglieli e di spenderli meglio.
Hanno fatto bene.
Per gli stessi motivi José Tomas non sarà a Dax, o a Beziers, e sembra nemmeno a Mont de Marsan: insomma in nessuna delle grandi ferias estive francesi.
A Dax, sempre stando alle voci che arrivano da là, ci sarà una corrida con El Juli, Manzanares e Perera, una combinazione tra le migliori che si possano allestire oggi sul piano dei toreri.
Tori, i Garcigrande di garanzia di cui però gli aficionados non ne possono più.
Risultato: per questa corrida i prezzi sono più alti che per le altre, e nonostante questo ore di coda al botteghino e biglietti spazzolati rapidamente in poche ore.
E si introduce così, trainati dall’effetto José Tomas, un principio assolutamente incredibile: che ci siano corride per le quali valga la pena spendere più di altre.
Come per negare che ogni corrida ha a priori gli stessi motivi di interesse, che ogni corrida è un momento a sé, irripetibile e unico, pari a tutte le altre.
Soprattutto, come se la vita che si giocano gli uomini o che sacrificano i tori avesse un prezzo diverso da corrida a corrida.
Ma se il culto per JT porta a questo, un applauso alle scelte di Bayonne e delle altre piazze.
La miglior corrida da veder per prima è la novillada.
da Morte nel pomeriggio, di Ernest Hemingway
Novillada: corsa di giovani tori (novillos) di più di due e meno di tre anni se si tratta di una novillada senza picadores, di tori dai tre ai quattro anni se sono piccati e che si svolge come una corrida formale. I matadors sono chiamati novilleros (...)
Adolescente, il novillo entra più volentieri nel gioco che gli si propone. Il suo isntinto di difesa che lo spinge a fare uso delle sue corna resta in gerenale moderato. Avversario incompleto, salvo sotto il profilo della bravura che si esprime attraverso i suoi assalti ripetuti contro il picador e la prontezza della carica: essa non varia con il tempo e può essere considerata come un attributo di nascita.
L'arte però non saprà raggiungere la sua vera dimensione, praticata con delle bestie giovani la cui sfida non presenta lo stesso interesse que quella agli animali arrivati alla loro maturità.
E' nel salto dai tre ai quattro anni che il carattere della bestia matura (...)
La maggior parte dei novilleros sono così poco pagati che devono pagare dei soldi dopo la corrida.
da La Tauromachie - histoire et dictionnaire, di Robert Bérard
Non fatevi illusioni: ci sono novilladas senza picadores molto più dure delle altre, piccate.
Tutto dipende comunque dai novillos che vengono liberati nell'arena: dalla loro età ma anche dalla loro forza, dalle loro corna e soprattutto dalla loro origine. I novillos provenienti da allevamenti di mezza casta, o peggio ancora, come si vede in certi villaggi, pongono talvolta dei grossi problemi agli apprendisti toreri.
E' davvero lì che si impara il mestiere, a condizione però di avere vicino a sé un peone (subalterno) ricco in esperienza, non per forza conosciuto, ma di quei tipi che ne hanno viste di tutti i colori e che la sanno lunga sui tori, che a loro sono costati parecchio sudore...
da Aficion, de El Tio Pepe
(foto Ronda - Marco Leal alla novillada di Palla, Arles 23.03.08)
El Cid è un torero sobrio, lo dicono tutti, ormai è un refrain irrinunciabile.
Un’etichetta indivisibile dal nome, una formula standardizzata, un binomio inscindibile.
Francamente è difficile definire lo statuto ontologico del torero sobrio: si intende forse così definire il suo toreo, in effetti poco incline a narcisismi e fioriture e invece più attento alla preservazione di un classicismo magari poco spettacolare ma profondo e puro.
O forse la sobrietà alla quale ci si riferisce è quella dell’uomo, lontano dalle tentazioni della vita da protagonista se non addirittura da star, lontano da fotografi, serate mondane e dichiarazioni roboanti.
Ma è vero, qua si parla di un (grande) torero diverso da tutti gli altri (grandi) toreri.
Per dirne una sola, El Cid è quello che l’anno scorso a Bilbao (e mica in un villaggio qualsiasi della provincia andalusa, ma a Bilbao, dove i tori escono grossi e armati) si è messo di fronte a sei Victorino Martin.
Sei Victorino Martin.
Chi c’era ricorda un pomeriggio di lacrime: del pubblico per l’emozione e i brividi, e di Manuel Jesus, El Cid, per l’emozione e la fatica.
Preferiva al virtuale la concretezza delle serate nei club di aficionados, a Madrid e in giro per la Spagna, che si beve un bicchiere, ci si guarda in faccia, ci si spiega con le parole con gli occhi e con le mani, a parlare di tori e toreri.
Ora è in rete la sua pagina web.
Che non è fatta male, invero, con un bel excursus della sua carriera dagli esordi ai trionfi di oggi e con dei commenti interessanti e curiosi che El Cid fa sul suo proprio toreo.
Il problema è nella sezione reportajes.
Si legge che El Cid e Ponce hanno condiviso un aereo, privato probabilmente, per trasferirsi fino ad Arles dove avrebbero toreato insieme il venerdì di Pasqua.Partenza da Siviglia, piccolo scalo a Valencia per recuperare Enrique Ponce, di nuovo in rotta fino ad Avignone e da qui all’arena.
Le foto sembrano una rinuncia definitiva a tutta l’epica del torero-personaggio-vero nonostante il successo, legato alla tradizione fino al parossismo, la tradizione che vuole anche ad esempio che torero e cuadrilla si spostino in macchina e furgoncino tra una città e l’altra.
Le immagini di quel viaggio in aereo Siviglia-Valencia-Arles, corrida floscia di Samuel Flores sbrigata velocemente, e poi ancora Arles-Siviglia per toreare a Pasqua, sembrano segnare un passaggio, umano prima che altro, dello statuto e della vita del torero.
Decollo, atterraggio, corrida, due tori, decollo, atterraggio.
La sobrietà spazzata via, per un verso.
Bilbao ovviamente, e poi la faena a Borgones, un Victorino Martin da vuelta al ruedo e da due orecchie per El Cid, l’anno scorso a Siviglia.
E la faena, grandiosa per potenza e intensità, a Guitarra di Alcurrucen, a Madrid nel 2005.
Consiglio di prendersi qualche minuto e godersela.
Erano arrivati nella capitale in macchina e con il furgoncino, insieme alla cuadrilla, di sicuro.
(foto Ronda: El Cid a Arles, venerdì 21 marzo 2008, corrida di Samuel Flores)