
E poi succede all'improvviso, da un giorno all'altro.
Le lancette dell'orologio si riallineano, gli elementi si riuniscono e ormai combaciano, in posizione.
Si riparte.
L'aficionado ha i sensi allenati e vigili, in questi giorni.
E' il primo ad annusare quell'aria, a riconoscere quel cielo, a capire.
Quel profumo indescrivibile di petali e umori, di ormoni e germogli, odore animale e delicata essenza.
Proustiana meccanica, evoca suoni e colori, struggimenti ed emozioni.
L'aficionado è il primo a leggere i segni del cielo, ad assaporare il timido caldo che dolcemente veste i pomeriggi, a omaggiare i pallidi raggi che trafiggono le nuvole, aprendo squarci e varchi al sole che verrà.
Cerca nei dischi messi in letargo, e i pasodobles di nuovo si impongono, eterni, dalle casse dell'autoradio, o nelle cuffie dell'Ipod.
Calle Sierpes, Manolete, La Gracia de Dios, quelli forti.
L'aficionado è il solo a indovinare, nella frizzante arietta di fine febbraio, sfumature di anice o richiami di manzanilla, afrori di sigaro e sudore e sangue, fragranze di cuoio e fritti penetranti.
Li porta il vento, o forse erano sempre lì, occorreva solo scuoterli, farli vibrare, riaffiorare in superficie.
Le praterie spagnole crescono erba fresca a nutrire quei corpi neri, si riaprono i bauli e si lucida l'oro delle giacchette, si affilano i metalli.
L'aficionado pensa anche a questo, si immagina quei gesti, ripassa e scorre il calendario, si ciba di ricordi e si abbevera di fantasie.
Disgelo, risveglio, rinascita.
La primavera è in arrivo, sta iniziando la stagione.
Tornano i tori.
(foto Ronda)