
Partiamo da una felice constatazione: la rete di
Alle cinque della sera funziona sempre, e bene.
Nell'ordine una telefonata, un sms e una mail dettagliata, le nostre sentinelle hanno le antenne alzate e le sanno usare.
Succede che domenica scorsa al pomeriggio, nel bel mezzo della puntata, Alle Falde del Kilimangiaro (Rai Tre) abbia dedicato uno spazio alla corrida
(1).
Oplà, vuoi vedere che...?
No, falso allarme, non c'è niente da vedere.
L'ineffabile Licia Colò, la stessa che interagiva con un pupazzo parlante a forma di cane rosa e di nome Uan, ha deciso che la domenica pomeriggio di un milione e mezzo di italiani doveva essere animata dalle scioccanti denuncie di due militanti di Prou!, la piattaforma abolizionista catalana, quella del patatrac.
Vi risparmio tutto il resto, che comunque è facile immaginare: il toro rimane tre giorni a digiuno prima di combattere, la corrida è una tortura, e via su questa linea con la solita pazzesca teoria di orrori e ossessioni.
E un numero imprecisato di cose nemmeno tendenziose, ma proprio non vere, di fantasia.
Ora, è chiaro che non siamo alla tribuna politica dove la
par condicio è sacralmente e ridicolmente preservata, ma un servizio pubblico potrebbe anche pensare che un pò di equilibrio nell'informazione non guasterebbe: ma niente, si vede che sul Kilimangiario hanno deciso che la linea
deve essere questa.
Invitare quelli di Prou! a parlare di corrida è un pò come andare a intervistare i preti di Boston sulla pedagogia dell'età evolutiva nei bambini, ma passi.
Il grottesco però la trasmissione l'ha toccato con il sondaggione, con l'inevitabile sondaggione senza cui in Italia ormai non è possibile formulare opinioni o analizzare una realtà, il terrificante sondaggione, quella presenza mitologica nel nostro quotidiano che è pari ormai, per pregnanza nella società, alla fantasmagorica Luisona di
benniana memoria.
Abolire la corrida sì o no?
Minchia.
Cioè noi qui dall'Italia, la domenica pomeriggio, con mezza teglia di lasagne in pancia e quattro bicchieri di sangiovese nelle vene, dobbiamo decidere se abolire la corrida o no.
E perché allora il prossimo fine settimana non interrogare gli spettatori, che so, su
C'è troppo peperoncino nella cucina messicana: intervenire subito sì o no?, o anche
Il baseball è noioso: vietarlo per legge sì o no?Niente, il sondaggione è lanciato.
Dopo un demenziale crescendo di assurdità i due militanti di Prou! concludono i loro interventi tratteggiando un'apocalisse biblica per i tori e proprio in quel momento (fine stratega) la Licia nazionale chiude la consultazione degli italiani.
Passa qualche minuto ed ecco i dati: il 94% dei nostri spettatori vuole abolire la corrida.
Facce soddisfatte in studio, un mezzo orgasmo per l'avvocatessa di Prou! presente alla trasmissione, la nostra Licia a gongolare.
Tutto torna.
Ma, ma, ma...
Rinviamo per ora ad altre sedi la riflessione sul cosa spinge della gente a telefonare in Rai, la domenica pomeriggio con il sangiovese in circolo, per dichiarare che sì, le corride in Spagna vanno abolite; cioè, non sottocasa, nell'arena del paese vicino, ma no, in Spagna, vogliamo abolire una roba (tradizione, spettacolo, sport, boh) di cui non sappiamo nulla e che riguarda non noi ma un paese che sta 2000 km da qua.
E se fra tre anni gli animalisti islandesi fanno un sondaggio in televisione dal titolo
Emergenza maiali in Emilia Romagna: abolire la mortadella sì o no...?, vorrei capire come la mettiamo.
E' tutto davvero ridicolissimo.
Ma c'è un ma, appunto.
All'
aficionado pur avvinazzato e pur gonfio di lasagne, quella percentuale ha allietato la domenica, favorito la digestione, regalato un'inaspettata sensazione di confortevole benessere.
Il 94% degli spettatori del Kilimangiaro vuole l'abolizione delle corride.
E dunque attenzione, il 6% no.
Il 6% ama le corride.
Dati auditel alla mano, siamo intorno alle 90.000 persone.
90.000 aficionados italiani, 90.000 appassionati ai tori che si chiamano Giovanni, Mario, Barbara, Lucia e non Pepe, Miguel, Paloma, Carmen: che incredibile notizia, che fantastica notizia!
Siamo 90.000, tanto da riempire una città per una feria, così per dire, o per reclamare la pubblicazione di un mensile da trovare in edicola, o un
torosparatodos in lingua italiana.
90.000, da vertigini.
E figuriamoci se proviamo a spingerci più in là, visto che l'allegra spensieratezza con cui in televisione oggi si indicono sondaggi, facendosi beffa di qualsivoglia criterio anche solo pallidamente scientifico, ce lo consente tranquillamente.
Gli aficionados in Italia sono il 6%, che sta a dire 3.600.000 persone.
Wooooooooow, tremilioniemezzo di appassionati ai tori in Italia.
Altroché vertigini, qua il dato significa perlomeno un principio di svenimento.
Perciò: che grande domenica.
Che meravigliosa domenica pomeriggio.
E grazie, inevitabilmente grazie, a Licia Colò, e grazie ai due personaggi catalani.
Ora sappiamo quanti siamo: da un minimo di 90mila a un massimo di qualche milionata.
Viva l'aficion italiana.
(1) il video della trasmissione è disponibile a questo link: il servizio in questione parte più o meno dopo 1 ora e 26 minuti