Sabato è stato reso ufficiale il programma della feria di Pasqua ad Arles: lo leggete sul sito dell'arena.
Partiamo subito dalla nota dolente, che ha creato un certo scompiglio nell'aficion francese essenzialmente ma nonsolo, seguita da una polemica a tratti anche dura rimbalzata tra blog, siti, giornali, club taurini.
El Fundi non è previsto in nessuna corrida.
L'impresa, spalleggiata dal prezzolato André Viard dalle colonne di Terres Taurines, sostiene che l'assenza del torero spagnolo sia dovuta alle sue eccessive pretese economiche.
El Fundi risponde dichiarando di aver dato la sua totale disponibilità ai gestori dell'arena per trovare un accordo, ma di aver trovato una eccessiva rigidità alla quale non ha inteso piegarsi.
In mezzo, gli aficionados giustamente delusi e incapaci di spiegarsi per quali ragioni l'impresa Jalabert non abbia fatto ogni sforzo per programmare un torero che nella plaza di Arles non si è mai risparmiato, combattendo sempre corride dure, salvando ben più di un pomeriggio e soprattuto che ha regalato l'anno scorso di fronte ai Miura una prestazione emozionante e di grandissima scienza torera.
Delizioso l'intervento scomposto del funambolico Viard, che rimproverava al Fundi di essere torero incapace di portare gente all'arena e quindi di non gratificare il botteghino a sufficienza: secondo il direttore di Terres Taurines, la presenza del torero alla corrida concorso dello scorso settembre non ha impedito di registrare solo una mezza entrata sugli spalti.
Geniale, considera che in realtà El Fundi quel giorno non era ad Arles.
L'epilogo della vicenda, molto torero, è che El Fundi (non programmato nemmeno per la feria di settembre) ha deciso di presentarsi comunque alla cerimonia ufficiale per la comunnicazione del programma, sabato ad Arles: un gesto che sembra aver gettato nell'agitazione totale lo staff organizzativo, e mandato invece in sollucchero gli aficionados presenti.
Ma torniamo al programma della feria.
Al netto della sopraccitata ed insipiegabile assenza, per il resto l'impresa è riuscita a confezionare un cartel di indubbia qualità, che riesce a conciliare esigenze imprenditoriali, appetibiità e originalità delle combinazioni, soddisfazione delle diverse aspettative che albergano negli appassionati.
La tradizionale corrida di rejon del lunedì mattina presenta la sfida tra Hermoso de Mendoza e Diego Ventura: scommettiamo fin da ora sul no hay billetes.
Detto della novillada senza picador che come sempre darà spazio a giovani allievi delle scuole taurine franco-spagnole, le due novilladas del sabato e domenica mattina offrono cartels ad alta connotazione transalpina.
Al sabato il ferro sarà infatti quello di Margé, reduce da una temporada confortante tanto in corrida quanto in novillada: tori assai ben presentati e non senza un certo motore. Davanti a loro le due promesse locali Marco Leal e Roman Perez e il salmantino Juan del Alamo, che farà la sua presentazione in novillada piccata.
Alla domenica mattina sarà protagonista una ganaderia provenzale: Dos Hermanas, sangue domecq. Di nuovo Marco Leal al cartel (ce lo ricordiamo debuttante in novillada con picador nell'aprile 2006, questo sarà probabilmente l'anno del suo passaggio alla categoria superiore), accompagnato questa volta dal concittadino arlesiano Tomasito e da Luis Miguel Casares.
Sulla carta due buoni programmi, considerando tra l'altro che Arles è abituata a dare novilladas di spessore e interessanti, regolarmente fra le cose migliori della feria.
Piatto forte del ciclo pasqua, ovviamente, le quattro corride pomeridiane.
Si parte forte, perlomeno sul piano mediatico, con il pluriannunciato mano a mano tutto francese tra Juan Bautista e Sebastien Castella, al venerdì. Torneremo nelle prossime settimane su questa sfida che prova a riportare nella tauromachia la grande ed ormai perduta tradizione di dualismi e rivalità: certo è che mettere in apertura di feria un cartel del genere significa puntare subito la barra in alto e candidarsi ad orientare tutta la stagione delle altre arene nazionali.
Tori di Domingo Hernandez, comodi e inclini al trionfo (quello dei toreri, non il loro): non si poteva pensare ad altro.
Seconda corrida per le figuras quella del sabato: Daniel Luque, di recente alternativa, si vedrà accompagnato al paseillo da El Juli, che ha sulla sabbia di Arles una sorta di giardino privato, e Miguel Angel Perera, il trionfatore della stagione passata, che punta convintamente e da qualche tempo al trono di numero uno.
Se i tori tengono (Jandilla, ancora e ovviamente domecq) potremmo vedere delle buone cose.
La corrida di Pasqua è per i Miura, allevamento che i lettori di questo blog dovrebbero ormai conoscere. Sarà la prima volta di fronte ai tori di Zahariche per il giovane francese Julien Lescarret, al suo fianco il veterano ed eccessivo Padilla e Rafaelillo, che si è ritagliato per coraggio e pundonor uno spazio tra i grandi e pure nel nostro personale clan dei preferiti. La famiglia Miura ha un solido e decennale rapporto con Arles, fatto di corride tragiche e trionfali: possiamo sperare che abbia tenuto da parte un buon lotto per la corsa pasquale.
Si chiude il lunedì con la A coronata di Victorino Martin, per tante ragioni ganaderia-feticcio dell'aficion europea. Apre il cartello Antonio Ferrera, che l'anno scorso è stato il torero ad aver affrontato più victorinos in assoluto, e di cui si ricorda un trionfo epico ed eroico a Pamplona nel 2006, di fronte a questi tori. Secondo al paseillo El Cid, in questo momento il miglior specialista in fatto di victorinos, capace di chiudersi da solo contro sei nell'arena di Bilbao, o incantare l'aficion di Madrid o Siviglia in combinazione con questa divisa. Infine Mehdi Savalli, di Arles, che con questa corrida si gioca davvero molto: da alcuni mesi nelle esperte mani di Denis Loré, l'ex enfant prodige della città provenzale deve rilanciare una carriera negli ultimi tempi finita in un pantano senza troppi sbocchi, e ha scelto la strada delle corride dure con allevamenti di rispetto per provare a farlo. E' difficile immaginare che lotto abbia selezionato la casa per la corrida di Arles, certo è che don Victorino conosce come pochi altri allevatori i suoi tori ed è in grado di piazzare regolarmente il toro della feria nelle mani migliori. Saremmo quasi pronti a scommettere che almeno uno dei sei sarà un esemplare dalle ottime qualità, e che capiterà in sorte proprio a El Cid.
Una feria che in quattro giorni riesce a programmare una corrida di Miura e una di Victorino (con El Cid al cartel), due corse con nomi come Perera, Castella, Juli e JB, una corrida a cavallo con quei protagonisti di cui si è detto, più due novilladas con picadores e una non piccata...è secondo noi una feria assai ben costruita, non solo equilibrata ma anche decisamente appetibile.
Certo come ogni programma anche questo ciclo lascia spazio ai rimpianti e a qualche recriminazaione: non ci sono Tomas né Ponce direbbe qualcuno, non ci sono gli Escolar Gil o i La Quinta direbbe qualcun altro, non c'è El Fundi diciamo tutti.
Ma è indubbio che l'affiche, se proviamo a dimenticare l'orribile uovo di pasqua con i tori a mò di fiocchetti che vi campeggierà, darà ben più di una soddisfazione a leggerla tutta insieme.
Arles si conferma quella che a noi sembra da tempo, un'arena senza le punte di eccellenza di altre (che siano qualitative o quantitative) ma nei fatti solida, di garanzia, capace di disegnare ferias ogni anno più attraenti.
Un buon inizio di stagione.
(foto Ronda - non l'uovo - l'arena di Arles, 22 marzo 2008)
lunedì 2 febbraio 2009
Il programma di Arles
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3 commenti:
è possibile avere il link dell'articolo di Viard cui fai riferimento? mi piacerebbe leggere le sue osservazioni riguardo alla questione el fundi.
rispetto alla questione el fundi non mi sento di prendere le parti nè del torero nè dell'impresario (anche se come te sono molto dispiaciuto di non poterlo rivedere nuovamente)... sono ovviamente questioni economiche in un regime di libero mercato e quindi credo sia difficile decidere chi pretenda troppo dall'altro. mi sembra però che ultimamente (ma forse è sempre stato così) le richieste di alcuni matador siano divenute eccessive e capricciose, vedi el juli e castella a nimes, mi pare fosse l'anno scorso, che pretendevano un'affiche in comune e i cui cachet superavano l'incasso da tutto esaurito o tomas e perera che mancheranno da siviglia per gli stessi motivi (vedi "Carteles de Sevilla: Lamentables ausencias en una buena Feria" su www.sevillatoro.com) e penso che i sevillanos siano ancor più incazzati...
enrico
Ciao, scusa ma ho visto solo ora (per puro caso) il tuo commento.
L'articolo di Viard lo trovi su www.terrestaurines.com, devi scorrere l'archivio e andare indietro fino verso fine gennaio/primi di febbraio.
Buona lettura,
un saluto
Hi
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