Nella plaza la tragedia non arriva mai semplicemente, improvvisa, senza qualche vago segno premonitore, senza l'avviso del destino, senza i mali auspici degli àuguri, senza che il sole si oscuri e straripino i fiumi.
I toreri, prima che il toro li uccida, puzzano da morto.
Vorrei che lo domandaste a Blanquet che era della quadriglia di Granero. Uomo serio, posato, era Blanquet; non era neanche gitano.
Quel giorno, il 7 maggio del 1922 (sempre il mese di maggio) quando Granero entrò nella cappella della plaza di Madrid, Blanquet e un altro banderigliero, Juan Luis, gli andarono dietro e si inginocchiarono poco lontano.
Avevano già cominciato a pregare e Granero teneva la testa fra le mani, quando Juan Luis, bianco come la morte, girò gli occhi spaventati verso Blanquet.
"Lo senti anche tu?..." fece Blanquet.
Juan Luis disse sottovoce: "E'il tuo madatore...non posso neanche respirare..."
Blanquet disse "Mah, speriamo di sbagliarci..."
"E gli altri", domandò Juan Luis, "non se ne sono accorti?"
Quel giorno il toro Pocapena, di Veragua, uccise, contro la barriera della tribuna numero 2, Manolo Granero, che aveva vent'anni e voleva essere più grande di Joselito.
Granero, cuando toreas
en la plaza de Madrid
te dicen las madrilenas:
Granero vas a morir...
Se non lo dicesse Blanquet, che non è neanche gitano, magari uno non lo crederebbe.
Ma anche Joselito, quel giorno di Talavera, puzzava da morto.
E Sanchez Mejias (se non lo affermasse Balnquet sarebbe da non crederlo), Sanchez Mejias cominciò a puzzare tre mesi prima.
Nessuno poteva resistere, in casa sua...
- brano liberamente tratto da Volapié di Max David, ed. Bietti -
(la foto è presa dall'ottimo blog Toreros Antiguos)
domenica 2 agosto 2009
L'odore della morte
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7 commenti:
Preferisco Hemingway:
“... devi scendere per la collina di Madrid verso il Puente de Toledo e andare la mattina prsto al matadero e rimanere lì sul lastrico umido quando c'è la nebbia della Manzanares, e aspettare le vecchie che ci vanno prima dell'alba a bere il sangue delle bestie macellate. Quando una di queste vecchie esce dal matadero, avvolta nello scialle, con la faccia grigia e gli occhi incavati, e i peli dell'età sul mento e sulle guance, che le spuntano dalla faccia bianca, di cera, come dal seme di un fagiolo, non setole ma peli bianchi nella morte della sua faccia: allora abbracciala stretta, Inglès, e tienila contro di te e baciala sulla bocca […]
poi con quell'odore nelle narici torna in città e quando vedi un recipiente delle immondizie con dei fiori morti, mettici il naso dentro e annusa […]
è importante che sia un giorno di autunno di pioggia, o almeno di nebbia, o anche di primo inverno, e dovresti continuare a camminare attraverso la città e giù per Calle de Salud, odorando quel che potrai odorare quando stanno facendo le pulizie nelle casas de putas e stanno vuotando nelle fogne i secchi delle risciacquature; e con quell'odore di consumata fatica d'amore, mista dolcemente con acqua saponata e mozziconi di sigarette, che ti arriva appena alle narici, dovresti andare al Giardino Botanico dove la notte le donne che non possono più lavorare nelle case fanno il lavoro contro i cancelli di ferro del parco, contro le ringhiere delle aiuole e sui marciapiedi.
Lì, all'ombra degli alberi, contro le sbarre di ferro, quelle donne fanno tutto ciò che un uomo desidera: dalle richieste più semplici, per un compenso di dieci centesimi, fino a una peseta per il grande atto per il quale siamo natie lì, su un'aiuola di fiori morti dove le piante non sono state ancora divelte per essere sostituite e servono così a rendere più soffice la terra che è tanto più soffice del marciapiede, troverai un sacco di iuta abbandonato con l'odore della terra umida, dei fiori morti e di ciò che è stato della notte. In quel sacco sarà contenuta l'essenza di tutte quelle cose: della terra morta e degli steli morti dei fiori, dei loro petali fradici e l'odore che è insieme la morte e la nascita dell'uomo. Ti avvolgerai il sacco intorno alla testa e cercherai di respirare attraverso la tela […] quando inalerai profondamente sentirai l'odore della morte che si avvicina come lo conosciamo noi.”
Marco.
che libro è?
morte nel pomeriggio?
Non ne sono sicuro ma mi sembra un passo di [i]Per chi suona la campana[/i]
Il brano del blog è molto suggestivo: in effetti si narra che Enrique Berenguer "Blanquet" sentiva odore di cera quando si avvicinava una tragedia. La sentì prima della tragedia di Joselito e di Granero. Dicono anche che l'abbia sentita nel 1926 prima della sua stessa morte avvenuta in treno per un infarto. Non può averla quindi sentita per Sanchez Mejias che muore il 14 agosto del 1934. Il banderillero di Ignacio Sanchez Mejias si chiamava Blanquito . La tarde in cui morì a Manzanares Ignacio toreava non con la sua quadrilla ma con tre banderilleros che neanche conosceva: El Nino del Audenca,Manfredi e El Sapo de Huelva.
Scusa, non volevo essere pedante: il tuo blog mi piace da morire, è sempre molto emozionante e tu sei un bravissimo scrittore e fotografo. A me piace moltissimo la storia dei grandi toreri per questo mi sono permessa di scrivere questo piccolo commento al tuo emozionante aneddoto. A presto. Donatella
Salve Donatella, nessun problema: il brano in questione è preso da Volapiè di Max David.
Capita che a volti racconti come questi si facciano fluidi, nel tempo, cambiano forma, si arricchiscono di nuovi particolari, sconfinano a tratti nella fantasia.
A me piace anche così,
un saluto
Mi hanno talmente affascinato gli aneddotti di Max David che ho ordinato il libro, trovandolo a fatica di seconda mano in una libreria milanese via internet. Lo sto aspettando e non vedo l'ora di leggerlo!!!!!. Grazie.Ciao.
Doantella
Purtroppo è fuori edizione da tempo, io sono stato fortunato a trovarlo ad un prezzo normale, ma so che altrimenti su internet viaggia tra i 40 e i 50 euro.
La lettura comunque ti ripagherà dello sforzo fatto per l'acquisto, vedrai.
Un saluto
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