Tra le ultime nostre letture figura anche questo Les pourquoi de la corrida, un libretto esile e sobrio uscito nel corso della scorsa stagione per i tipi delle edizioni Cairn (*).
Diciamo subito che le quasi ottanta pagine di cui si compone non ci hanno conquistato: l'idea di raccogliere un'antologia di domande sula corrida e di inanellarne le risposte è pur buona, e l'intento pedagogico non disprezzabile, anzi.
Ma il piccolo ciclo di interrogativi, 86 in tutto, si piega presto alle logiche più commerciali cedendo ai richiami della divulgazione fine a sé stessa, non riuscendo a salvarsi dalla deriva settimanaenigmistica: l'impressione a fine lettura, dopo quesiti come "perché la muleta è rossa?" o "perché si dice olè?", è di avere in mano un'edizione monografica e taurina della grandiosa rubrica "Forse non tutti sanno che"...
Insomma, tutte cose che stanno a corollario della corrida e utili a chi vuole soddisfare curiosità superficiali, e comunque già perfettamente conosciute da chi abbia letto anche solo mezza volta Morte nel pomeriggio, per dire.
C'è di buono che ad accompagnare questi imprescindibili perché ci sono le foto in bianco e nero di François Bruschet: normalmente trovate i suoi scatti su Campos y Ruedos, soprattutto tra i reportage dal campo o tra i servizi dalle arene del sud-est.
Abbiamo fatto due chiacchiere con lui sul libro in questione e sulla sua passione per la fotografia taurina.
Ecco l'intervista.
Ciao François, e grazie per aver voluto rispondere a queste domande. Abbiamo terminato da poco la lettura de Les pourquoi de la corrida: ti confessiamo che a nostro avviso la parte meglio riuscita del testo...sono le immagini. Sei l'autore delle foto del libro, ci dici da dove viene l'idea di questa pubblicazione?
Non faccio parte dell'équipe che ha immaginato e realizzato questo progetto. L'idea di questo libro e della sua redazione è interamente merito degli autori. Solo in seguito sono stato contattato da Miguel Darrieumerlou, per conto delle edizioni Cairn: mi hanno proposto di illustrare i testi.
Non sono mai stato, in ogni caso, in contatto con gli autori.
Si è trattato di un debutto o già altri libri con tue foto hanno visto la luce? Sappiamo che pubblichi i tuoi scatti su Campos y Ruedos (con lo pseudonimo di Solysombra, ndr) e sulla rivista Toros, tra le altre cose.
In realtà ho già illustrato alcuni lavori, soprattutto per Pierre Dupuy, a suo tempo direttore di Toros.
Ho anche pubblicato una cinquantina di foto nell'opera Toros - Regarde sur la tauromachie, distribuita da La Renaissance du Livre, casa editrice oggi scomparsa. E poi certamente le mie foto sono sulle pagine della rivista Toros, da ormai una ventina d'anni.
Hai qualche punto di riferimento tra i fotografi taurini? Ed è una pratica ed un'arte che hai coltivato e perfezionato da solo o hai avuto insegnanti e maestri?
Sono assolutamente autodidatta, anche se evidentemente mi sono nutrito delle foto celebri che attraversano la storia della tauromachia, con un interesse particolare per i lavori di Baldemero e Aguayo, e più recentemente per quelli di Michael Crouser, che è uno dei pochi ad aver messo nei suoi scatti una dimensione più stratificata e complessa di quella esclusivamente taurina, senza comunque cadere mai nel manierismo o nel cliché.
Hai fatto tu la selezione delle foto per il libro? C'è tra queste immagini una a cui sei più legato, e perché?
Sicuramente aiuta sapere cosa succede e quando, qual è il momento migliore per scattare. Però fotografando una corrida la prontezza non è indispensabile, se non nel caso di una cornata o di un batacazo (quando il toro rovescia cavallo e cavaliere, ndr). E' meglio capire e decidere cosa si vuole fissare in un'immagine, e quindi prepararsi e cercare di immortalare quel momento, o quel gesto: ma non funziona sempre!
C'è un torero che ti piace fotografare, più di altri? Un'arena dove preferisci scattare? Una ganaderia?
Cosa consigli a chi volesse diventare fotografo taurino?
Non molto, se non farlo provando a divertirsi e per passione.
(la foto del toro di Bastonito)
4 commenti:
OT: che cosa pensate delle dichiarazioni di Morante a proposito della medaglia d'oro conferita a Rivera Ordoñez e alla seguente repicca di Cayetano, che ha posto un veto rifiutandosi di toreare nelle stesse corride di Morante?
Questa è la dichiarazione di Morante dopo la notizia della concessione della medaglia d'oro al merito delle belle arti a Francisco Rivera Ordoñez:
"Me parece una verguenza, creo que es un ejemplo claro y grande del conocimiento que los responsables de conceder este galardon tan supuestamente importante tienen sobre el toreo y sobre el arte."
Bravo Morante, ha ragione, se lo stesso valore lo mette anche toreando diventerà veramente un gran torero.
Saluti
Marco
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