Da qualche giorno è uscito il programma di Nimes, che si pretende non solo la regina delle plazas francesi ma pure la seconda europea per importanza dopo Las Ventas.
Per adesso, certamente: l'obiettivoneanche troppo segreto è diventare presto l'arena per eccellenza della galassia intera.
Il commento più significativo che si possa fare è che gli aficionados di Nimes, letto il cartel, hanno prenotato immediatamente...l'albergo per Vic, che avrà la sua feria negli stessi giorni.
Ciclo più insipido, piatto e sputtanato il funambolico Simon Casas, patron dell'arena, non poteva confezionare.
8 corride, una novillada, una di rejon e in tutto non più di due o tre motivi di interesse.
Tori zero, ovviamente: il monopolio domecq è sconfortante, e a Nimes si sa escono bestiuole capaci di impressionare solo gli pseudo-aficionados ostriche e champagne che qua trovano più che altro una vetrina da cui mostrarsi.
José Tomas per ingrassare le tasche dei bagarini e Juan Bautista di fronte ai Miura (questo sì!) unico guizzo di tutta la Pentecoste: per il resto nessuna combinazione affascinante, nessuna fantasia, solo una banale collezione di figurine e nulla più.
Oddio, non che a Siviglia stiano tanto meglio: se scorporiamo dall'abono la clamorosa corrida del 23 aprile, con il mano a mano sivigliano Morante-El Cid di fronte ai Victorino, il resto è perlomeno insapore.
Certo qua le serate hanno tutta un'altra importanza, e qualche combinazione appetibile la si può pure scorgere, soprattutto prima dei farolillos: ma un'arena che infila Rivera Ordonez, Conde, El Cordobes nella settimana di feria, con il solito e triste contorno dei tori di Daniel Ruiz, o JP Domecq o altre amenità del genere...insomma, non è roba seria questa.
Olivenza e soprattutto Castellon e Valencia, le prime grandi ferias spagnole dell'anno, hanno dato nel frattempo qualche prima coordinata alla temporada duemilanove.
Victorino Martin ha portato a Castellon una corrida di qualità, due tori premiati con la vuelta al ruedo, e permettendo a Ferrera e soprattutto a Luis Bolivar di raccogliere un trionfo rotondo.
Perera sembra aver ricominciato da dove aveva finito, con un successo enorme ancora a Castellon.
Per il resto tra le figuras si segnalano i passaggi trionfali di Ponce e de El Juli, a Valencia soprattutto.
José Tomas ha raccolto le due orecchie di prassi sulla sabbia di entrambe le arene, e a livello tori assai poco da segnalare: Valencia e Castellon hanno aficion più sensibili al toreo da fioretto che a quello da sciabola.
Chiusa pure la programmazione di Madrid, della quale la cosa più importante sembra essere l'assenza dello stesso José Tomas: brutto segno, che del cartellone della feria più importante del mondo si parli soprattutto perché manca quel nome.
Parleremo comunque della stagione di Las Ventas più avanti, solo nel frattempo ci compiaciamo per la scelta dell'impresa di organizzare una corrida concorso: sarà il 19 aprile.
A proposito del Messia: a Siviglia non sarà programmato per divergenze non tanto economiche quanto sulla indisponibilità dell'imprea ad assecondare le capricciose esigenze del torero.
Comincia a gonfiare, José Tomas: cachet stellari, veto assoluto sulla diretta televisiva delle sue corride, imposizione rigorosa tanto dei tori quanto dei compagni di cartel (non vuole aprire la corsa e vuole un terzo, dopo di lui, che non gli faccia troppa ombra).
Risultato, niente Siviglia.
Fino a poche settimane fà era dato per quasi certo il suo ritorno a Bilbao, in agosto: l'impresa aveva confezionato un cartel tutto per lui, con i Nunez del Cuvillo, fuori dal cartellone della Aste Nagusia, e con tutte le garanzie del caso.
Poi ci si è improvvisamente fermati.
José Tomas chiedeva per quella corrida 300 mila euro, l'impresa era disposta ad arrivare a 270 mila.
300 mila euro, a pensarci, sono tanti.
Comunqe meno dei 420.000 chiesti da JT a Madrid per tornare a calcare il ruedo della capitale, dopo le due enormi e clamorose serate dell'anno scorso: ma niente da fare neanche qua.
Cifre stellari, niente da dire: e niente da commentare, meglio.
(foto Ronda - l'arena di Nimes, nel settembre 2008)
sabato 4 aprile 2009
Parata di stelle
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4 commenti:
Beh, il migliore può permettersi questo ed altro. Il problema non è Lui, ma quelli che hanno creato il fenomeno.
marco.
Una buona parte del problema è anche rappresentata da quelli che pagano 300/500/1000 euro un biglietto per JT, che vanno a vedere una sua corrida come si andrebbe a vedere un concerto di una star, che vanno vederlo rischiare stupidamente la vita per emozionarsi e rabbrividire quando il toreo è invece altro.
Perfettamente d'accordo con Ronda
Marco (Tauro)
Assolutamente in disaccordo con ció che scrivete. In realtà il problema di Madrid è l'impresa Taurodelta e José Antonio Martínez Uranga, che quest'anno non ha voluto nemmeno Enrique Ponce, Cayetano e Diego Ventura.
Uranga ha fatto questo ragionamento: perché perdere tempo a contrattare con Ponce e José Tomás, quando puoi massimizzare i profitti ingaggiando toreri meno costosi? Madrid è comunque Madrid. Poco importa se non c'è Tomás, Las Ventas sarà comunque piena. I prezzi degli abonos sono addirittura aumentati rispetto agli anni scorsi.
Ponce ha dichiarato quanto segue: "¿Que yo no quiero ir? Lo que no quiero es someterme a las condiciones que me plantean. Ya me ha pasado con ellos más veces. O buscan algo personal o no entiendo. Sus declaraciones reflejan muy poca clase. Se han justificado con sólo un contacto. Y no es por dinero, es por categoría, por respeto."
Rispetto che purtroppo anche molti "aficionados" dimostrano di non avere, per la "categoría" di Ponce e Tomás.
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