martedì 15 febbraio 2011

Cos'è toreare




"Torea tutto ciò che sta tra i tori o con i tori. Torea quello che fugge da un toro che incontra sul cammino. Torea il bovaro che separa i vitellini dalla madre, che cambia stalli ai tori, che seleziona una corrida, che la mette da parte, che va e viene tra i tori e con i tori nei lavori quotidiani in allevamento. Torea il lanciere che fa uscire la bestia, la rincorre, la pungola, la ribalta. Toreano quelli che afferrano il vitello durante la marchiatura. Torea il ragazzetto nella festa del villaggio, con la camicia nuova, che rinuncia vedendosi inseguito per rifugiarsi comodamente dietro ai carretti. Torea il pubblico all'arena con gesti e movimenti, grida e applausi, per quello che vede, per quello che avrebbe voluto vedere e per quello che crede debba essere il toreo. Torea l'impresario, torea il presidente della corrida e torea colui che scrive di tori."

- liberamente tratto da Qué es torear?, di Gregorio Corrochano, ed. Bellaterra, 2009 -

(foto Ronda)

2 commenti:

Angelo ha detto...

"Amare i tori è come amare Dio, malgrado la presenza del Male in questo mondo che ha creato.
Amare i tori è avere una sorta di fede così convinta che nulla riesce a scuoterla.
Amare i tori è avere la sfiga nera di un giocatore di carte che spera di vedere nascere tra le sue dita un impossibile pocker d'assi, che tira su una coppia di sette e prosegue il gioco...
Amare i tori è desiderare che il vento che sta soffiando a raffiche si calmi prima delle cinque, è pregare il cielo che i tori siano aggressivi, che non siano né orbi né zoppi né troppo maliziosi; che il matador sia ispirato, che gli animali non si spengano sotto i colpi della pica , che i peones non commettano errori, che la stoccata sia bella e il descabello fulminante, ecc.
Amare i tori è, ogni pomeriggio verso le cinque, credere a Babbo Natale e andare ai suoi appuntamenti."

- liberamente tradotto da "Les oreilles et la queue" di Jean Cau (1925-1993)- Ed. Gallimard 1972.

RONDA ha detto...

Grazie Angelo