"Dove sono i Miura" gridava quell'aficionado esasperato, al quarto della tarde.
Dove sono finiti, caduti, precipitati i Miura? Non è stata una corrida brutta, mala, quella di lunedì: sarebbe stata comunque una corrida di Miura, ché di cose brutte e malas ne ha portate in giro, perché anche quelle sono miuradas. No. Nell'uovo di Pasqu(ett)a la A con le orecchie ci ha fatto trovare una corrida noiosa, che forse peggior cosa per una corsa di Miura non c'è.
Noiosa e ordinaria.
Togliamo Estopeno, il secondo a uscire, intoreabile e vigliacco, gazapon, sornione, imprevedibile e viscido, togliamo questo che pure non ha portato in pista che un villano surrogato dell'emozione per cui i Miura sono famosi, togliamo questo e della miurada di Arles non rimane niente.
Non rimane che una corsa soporifera, con tori che cadevano, insulsi al cavallo, senza forze e senza furia, e soprattutto dolci. Huron, capitato a Savalli in terza posizione, doveva aver letto il galateo del buon toro la sera prima: carica ordinata e piatta, nessun problema da porre al padrone di casa, nessuna cattiva intenzione.
Miura del Cuvillo.
Triste.
El Fundi ormai è poco più che un ectoplasma: rincula, esita, si fa strappare la muleta, cade, si rialza macchinosamente, cade ancora. Il primo, Fragata, se lo mangia. Il secondo, Canelito, gli lascia un'orecchia che il pubblico (grande stoccata, sia detto) offre al torero come regalino per la pensione e come tributo alla carriera.
Cinque avvisi per Alberto Aguilar, che lunedì sembrava essersi messo al diapason dei Miura: vuoto, fiacco, senza grinta, moscio. Estopeno, è vero, è un toro impossibile, ma con le lame il giovane matador è stato un disastro indicibile. Tre volte suonano le trombe, e mille volte i fischi dell'arena. Due avvisi anche al quinto, e stoccata oltre il limite del terzo che però una presidenza con la mano suo cuore e non sul cronometro ha preferito non far suonare. Un passaggio a vuoto preoccupante per quello che in molti vedevano come il prossimo riferimento sicuro, erede designato proprio del Fundi, tra i gladiatori del circuito duro.
Infine Mehdi Savalli, che si porta a casa la vittoria (virtuale) ai punti sui due colleghi. Moderasse gli eccessi circensi nel secondo tercio, lo si potrebbe fino celebrare per quei due o tre naturali che ha tirato al sesto della serata. Sicuro e perchè no elegante alla capa, alle banderiglie diventa la brutta copia del Gattuso che galvanizza i tifosi sugli spalti: non è torero questo atteggiamento, per niente. La grande fame e l'entusiasmo contagioso gli permettono comunque di interloquire con il pubblico e di gettarsi con il cuore sugli avversari, fino a costruire i lavori di maggior valore del pomeriggio. Una spada sfortunata lo priva del trofeo che l'arlesiano desiderava ardentemente - non ne ha fatto mistero - e che non sarebbe stato scandaloso.
Piccolo dettaglio, i tre toreri hanno scelto di sorbirsi per primo il toro il più leggero (rispettivamente 595, 550, 580) e di tenersi per ultimo quello più imponente (630, 610, 660).
Triste chiusura.
(foto Ronda - il ferro di Miura)
sabato 30 aprile 2011
Donde estan los Miuras?
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
4 commenti:
prima miurada per me e francamente mi aspettavo di più. Grande amarezza per il mio preferito il buon Albertino Aguilar (peggio è proprio difficile) orecchia molto generosa per el fundi (il toro gli è scappato due volte prima della muleta anche se la stoccata è stata proprio bella) e da rivedere savalli (sfortunato con il temporale ma non un granchè alle stoccate)
Michele
dopo la corrida di ieri, dia de la comunidad, a Madrid posso dire che El Fundi è tutt'altro che annebbiato e finito.
Penso che per quest'anno ci farà vedere ancora qualcosa di grande, come ci ha abituati ormai da anni.
Marzia
spero davvero che ci farà vedere ancora qualcosa, perchè per me è molto triste vederlo così.
l'ho sempre considerato l'erede di rincon e negli ultimi anni mi è sembrato davvero messo male.
gli auguro di avere un finale di carriera degno della sua storia.
elisa
el fundi, come tutti, è uomo soggetto ad alti e bassi. ha atteso 20 anni dall'alternativa per raggiungere il suo picco di qualità e di fama (2007-2009). Poi l'incidente, proprio mentre affermava di volersi godere gli ultimi due o tre anni di gloria per poi ritirarsi all'apice della carriera. Effettivamente quello visto ad arles è sembrato l'ombra del torero che conosciamo. Quasi timoroso dell'avversario. Spero che sia stato solo un passaggio a vuoto come sostiene Marzia. In caso contrario meglio mollare prima di rovinare tutto il lavoro fatto fin qui.
ferriko
Posta un commento