A Ceret la frangia più oltranzista e insieme conoscitrice del pubblico, peraltro in un ambiente che già ha le idee chiare, è solita riuscire ad inquadrare un toro già dopo i primi passi, subito all'ingresso dell'arena: e lì se un toro non è perlomeno perfetto, la gente non se ne sta di certo zitta.
Ecco perché a Ceret c'è un'invocazione che risuona minacciosa dalle gradinate, un imperativo categorico indirizzato al presidente e che vale come censura al ganadero, l'evocazione di una necessità senza appello.
Cambio!
Quanti cambio ho sentito a Ceret in questi anni, quanti cambio hanno rimbombato in quell'arena.
Ecco, oggi non mi veniva in mente altra parola per intitolare un pezzo.
Cambio.
lunedì 30 maggio 2011
Cambio
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