E dunque, che dire.
Robleño si è silurato sei Escolar Gil nell'arena di Ceret.
Calerito, Caralegre, Chumero, Cocinero, Artillero, Caloroso.
Uno alla volta sono usciti come missili dal toril e uno alla volta sono stati frenati dalla capa e poi piegati dalla muleta di quel piccolo grande uomo.
Uno alla volta hanno incontrato il corpo del torero, in sei edizioni di una suerte davvero suprema, l'animale e l'uomo a gettarsi nelle braccia della morte per riguadagnare la vita.
Una via crucis ai piedi dei Pirenei, il vestito lacereto e macchiato di sangue, i fedeli in estasi, ogni stazione 500 chili di ferocia, gli apostoli a sostenere la croce e portare la spada, la funzione compiuta.
Manifesto delle virtù umane, prodigio sensazionale di sobrietà e serietà, uomo eroe eterno, Fernando Robleño ha combattuto e vinto sei bestie straordinarie e spaventose, ha realizzato il miracolo della tauromachia senza tempo e grande, ha perforato i cuori e fatto vibrare i nervi.
C'è un prima e un dopo il 15 luglio 2012, per chi era a Ceret domenica.
Il prima ognuno conosce il suo, il dopo ci unisce tutti.
Il dopo sono i ricordi imperituri che rimarranno scolpiti per sempre nelle retine e nel cuore.
Chi c'era, sa.
Quel silenzio religioso e partecipe di un'arena intera, quella comunione totale di cuori e spiriti, quella verità.
Quella poesia alla muleta, quell'energia impetuosa, quell'armonia delicata.
Quel corpo dritto in mezzo alle corna, quel busto fermo, quelle serie pure e sincere.
Ceret il 15 luglio è stata la capitale del mondo e dell'uomo.
Fernando Robleño, sei Escolar Gil.
(foto Ronda)
2 commenti:
emozione,sentimento,forza,tecnica, silenzio,coraggio. Tutto in una sola corrida. che spettacolo e che onore esserci !
Michele
emozione,sentimento,forza,tecnica, silenzio,coraggio. Tutto in una sola corrida. che spettacolo e che onore esserci !
Michele
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