L'oggetto più bello e più pulito di questo mondo è il sapone ovale che solo odora di sè stesso.
Inizia così Elogio del sapone di José Emilio Pacheco: chissà se il poeta messicano nell'ispirarsi alle virtù della saponetta aveva pensato che un giorno quelle parole sarebbero finite sui blog taurini.
E pure, leggendo alcuni brani di quell'elegia, è impossibile non andare con la mente e subito all'arte dei tori:
Inizia così Elogio del sapone di José Emilio Pacheco: chissà se il poeta messicano nell'ispirarsi alle virtù della saponetta aveva pensato che un giorno quelle parole sarebbero finite sui blog taurini.
E pure, leggendo alcuni brani di quell'elegia, è impossibile non andare con la mente e subito all'arte dei tori:
"Mentre mi rado ed ascolto un concerto di musica da camera, mi nego di ricordare che tanta bellezza soprannaturale, la musica diventata schiuma dell'aria, non sarebbe possibile senza gli alberi distrutti (gli strumenti musicali), l'avorio degli elefanti (la tastiera del piano), le budella dei gatti (le corde).
Allo stesso modo, non importano le essenze vegetali, le sostanze chimiche nè i profumi aggiunti: la materia prima del sapone incontaminato è il grasso dei mattatoi. Il più bello ed il più pulito non esisterebbero se non fossero basati nel più sporco e nel più orribile. Così è e sarà sempre, per disgrazia."
Il più bello non esisterebbe se non fosse il riscatto del più orribile.
La corrida.
Dove il sublime è possibile perché muove dall'indecenza, dove la bellezza è vera perché sgorga per istanti celestiali dagli abissi dell'orrore.
Dove ciò che è brutto è brutto davvero.
Il sangue rosso che chiazza la sabbia, e il piscio e il sudore, il puzzo e il fastidio, la terra e il fango, le smorfie e gli spasmi, gli umori e la merda, l'agonia e la morte.
Da questo nasce l'eterna grandezzadel toreo, la lirica inarrivabile di una faena ispirata, l'armonia sovrannaturale di un natural profondo.
Tutto questo ha dimensione e valore assoluti perché erompe dalle miserie dell'agonia, dal tanfo dolciastro del sangue, e dalla morte di sei tori che è il peccato originale che macchia ogni tarde
Luce che sfugge alle tenebre, purificazione che pretende sangue e sacrificio.
La corrida è grande perché è vera e perché risorge l'uomo, ogni volta, dal suo baratro.
Ciò che è più radiante trova la sua origine nel più oscuro.Il più bello non esisterebbe se non fosse il riscatto del più orribile.
La corrida.
Dove il sublime è possibile perché muove dall'indecenza, dove la bellezza è vera perché sgorga per istanti celestiali dagli abissi dell'orrore.
Dove ciò che è brutto è brutto davvero.
Il sangue rosso che chiazza la sabbia, e il piscio e il sudore, il puzzo e il fastidio, la terra e il fango, le smorfie e gli spasmi, gli umori e la merda, l'agonia e la morte.
Da questo nasce l'eterna grandezzadel toreo, la lirica inarrivabile di una faena ispirata, l'armonia sovrannaturale di un natural profondo.
Tutto questo ha dimensione e valore assoluti perché erompe dalle miserie dell'agonia, dal tanfo dolciastro del sangue, e dalla morte di sei tori che è il peccato originale che macchia ogni tarde
Luce che sfugge alle tenebre, purificazione che pretende sangue e sacrificio.
La corrida è grande perché è vera e perché risorge l'uomo, ogni volta, dal suo baratro.
Il sapone con cui ci laviamo e profumiamo ogni mattina è fatto con il grasso delle bestie uccise nei macelli.
(foto Ronda - Cenicientos; il testo di Pacheco arriva via SyM)
3 commenti:
Sangue, sudore, piscio, fango, merda e morte non sono cose orribili, sono solo alcune facce della natura, quella "nemica" che ogni giorno sfiguriamo e che ci insegnano a nascondere come un morbo infettivo.
La frequenza combinata con la corrida ed il sapone può essere una buona terapia.
Bellissimo!!! Poeti e toreri, come sempre connubio sa sempre perfetto. Dai tempi di Lorca e mejias.
E complimenti a te. Sei bravissimo.
Chapeau
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