Cambiano i tempi, anche in tauromachia, e l'aficionado cosa fa? Si adegua e segue il corso inarrestabile degli eventi, col rischio di rendersi complice di un processo di mutazioni irreversibile che porta verso l'ignoto, o si ritaglia il ruolo di guardiano dell'ortodossia, consapevole però di rimanere ai margini e isolato?
Un nuovo fatto ci pone di fronte allo scomodo bivio.
Un tempo erano i maletillas.
Li abbiamo conosciuti tutti, e se non per un fortunato faccia a faccia, allora dalle pagine di un qualche feuilleton taurino, o per averne ripercorso le romantiche gesta attraverso la visione di un titolo tra i tanti della cinematografia taurina.
Figure mitiche della tauromachia mondiale, i maletillas. Ragazzini che, armati di un modesto fagottino e di una gigantesca voglia di affermarsi, ripercorrevano le strade polverose della Spagna profonda alla spasmodica ricerca di un'occasione per toreare, alla prima festa di paese o in qualche arenaccia di quartiere, dando alla corrida una dimensione epica e risolutamente umana.
Ma, appunto, the times they are a-changin'...
Senza addentrarci in analisi sociologiche che non ci competono, certo è che i giovani d'oggi evidenziano una spiccata preferenza per le scorciatoie, non amando del tutto i percorsi di crescita e sacrificio: così, dai maletillas si passa a dritti dritti a X Factor.
Che detta così sembra una cosa pazzesca, ma non siamo troppo lontani dalla realtà.
Quiero ser torero è un reality messo in onda da Telemadrid che riprende il meccanismo classico di endemoliana derivazione: selezioni, gara, prova finale e vincitore, il tutto tra sacrifici e vita comune, tra prove sotto l'occhio severo di una giuria qualificata e confessionali strazianti, tra rivalità e cameratismo.
Le telecamere, sempre accese.
Voglio essere torero è l'Isola dei Famosi trasportata nella terra dei tori, è un Grande Fratello in cui gli uomini non si rifanno le sopracciglie, è un reality in traje de luces.
Non neghiamocelo, la curiosità è enorme: certo, vengono i brividi a pensare a una Alessia Marcuzzi che conduce dallo studio, monta abilmente i frammenti filmati, interroga i concorrenti in privato, e che tutto ciò sia arrivato anche al mondo della corrida.
Ma al contempo si pensa anche che la Marcuzzi in questione si chiama Cristina Sanchez, che con ogni probabilità questi ragazzini vogliono davvero diventare torero, e che i partecipanti non passano il giorno lobotomizzati su un divano ma tenendo in mano capa e muleta...e le cose, per fortuna, appaiono sotto un'altra luce.
Per soddisfare dunque la curiosità, e per capirne un pò di più, sul sito ufficiale sono a disposizione le repliche delle varie puntate.
Buona visione.
martedì 12 giugno 2012
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