Queste pagine sono un omaggio.
A una passione, che nasce per caso tre anni fa e da allora cresce giorno per giorno, impetuosa e febbrile e nonostante la sua oscena irrazionalità: ma d'altronde quale peggior ossimoro di una passione razionale poter mai pensare.
A quegli uomini che di questa passione hanno fatto una ragione di vita, a quelli che la vita l'hanno rischiata o giocata per lei, a quelli che hanno sognato di farlo, dai gradini di un'arena o dalle pagine di qualche libro.
A quei tori che sbuffando hanno messo le corna in mille muletas, per rinnovare ogni volta, alle cinque della sera, l'indescrivibile mistero dell'incontro fugace e irripetibile tra la bestia e l'uomo.
A Cesar Rincon, maestro, il primo torero visto in un 'arena (un sabato di marzo del 2005, ad Arles) e che stasera dall'altra parte del mondo, a Bogotà, dice addio a tutto questo.
A tutti gli aficionados conosciuti fino ad ora, gente perbene e ricca nella semplicità, e tra loro qualche amico davvero.
A Campos y Ruedos, occasione ogni giorno di scoperta e godimento, prima ispirazione e autorevole genitore.
A lei che mi accompagna da tre anni in questo imprevisto viaggio che porta là, alla passione più vera e senza aggettivi, e senza la quale nulla sarebbe stato.
Suerte.
(foto Ronda - Beziers 2006)
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