sabato 31 gennaio 2009

Bardonizzati


Alle cinque della sera non diventerà mai un club taurino, né si farà promotore di una sua nascita: lasciamo tali incombenze all'operosità meneghina, noi non abbiamo né le capacità organizzative né le sufficienti ambizioni.
Ciononostante A5DS (come brand non sarebbe male, eh?) è capace di chiamare a raccolta uno sparuto drappello di aficionados norditaliani che ha capito che l'aficion, primo e autorevole punto di contatto e comunione, è anche pretesto per la condivisione di momenti e pensieri, è anche occasione per incontri spiccatamente enogastronomici che rendono liete anche le giornate più nebbiose.

Tanta enfasi per dire, in buona sostanza, che oggi alcuni amici (prima del sottoscritto, e poi per osmosi del blog) si sono dati appuntamento per un pranzo che non ha tradito nemmeno le più alte ed impegnative aspettative.
Certo si è parlato di tori e corride, ma è come se questi non fossero che uno sfondo comune sul quale poi ognuno ha aggiunto qualcosa, dalle scelte di Pavese ai ricordi di viaggi, dai prosciutti dell'Extremadura ai vini piemontesi, parole e discorsi che si sono facilmente e spontaneamente fatti spazio in un canovaccio libero da qualsiasi costrizione.
Fin qua, invero, nessuna particolare sorpresa.

Questo post in realtà è scritto per omaggiare le sale che ci hanno ospitato: quelle della trattoria del Belbo da Bardon a San Marzano Oliveto, pochi chimoletri fuori da Nizza Monferrato.
Dopo una prima visita settembrina, il Bardon è stato di nuovo teatro di una grande giornata, una gioiosa giornata di festa: perché quando si mangia e si beve così bene, davvero è una festa.
La cucina qua è capace di conquistare i palati più tadizionalisti e quelli più curiosi: il sontuoso ingresso del carrello delle carni, poi, ha meritato da solo tutti i km fatti in mattinata.
La carta dei vini è un autentico libro di una cinquantina di pagine, che tradisce tutto l'amore di Gino, un bardon, per le bottiglie: un privilegio poter farsi consigliare da lui...
E come già nella prima sessione di alcuni mesi fà, a concludere un pranzo di per sé ottimo ecco le parole scambiate con Andrea, sicuro ed elegante maestro di sala, al quale è facile invidiare la fortuna di aver potuto conciliare lavoro e passione: bastano dieci minuti con lui per rimpiangere tutta la vita di non aver deciso di fare il ristoratore.
Insomma, il Bardon si è ormai guadagnato il titolo di locanda ufficiale de Alle5dellasera: torneremo, di sicuro, e intanto facciamo pubblicità.

Se dunque questo blog ha il suo ristorante di elezione, a maggior ragione pure dispone di una panetteria ufficiale: è a Nizza Monferrato, in un vicolo del centro, nei suoi forni si cuociono grissini e torte eccezionali.
El Panaté: se capitate da quelle parti mettete il naso dentro, e magari cercate di Pietro, non ci sarà motivo di pentirsene.
Grazie a lui, per molte cose.

Nel frattempo è uscito il programma di Arles...ma oggi è giornata di solo godimento, con in bocca ancora il sapore di quella barbera così profumata: della feria di Pasqua parlemo nei prossimi giorni.


Pubblicità progresso, per una volta:

* trattoria Del Belbo da Bardon

via Valle Asinari, 25

Valle Asinari di San Marzano Oliveto (AT)

tel: 0141.831340

* panetteria El Panaté
via Gozzellini, 16
Nizza Monferrato (AT)
tel: 0141.721157

giovedì 29 gennaio 2009

Discorsi sulla corrida


Le discours de la corrida è un libro tanto denso e sufficiente a sé da poter stare comodamente tra quei testi eletti e fortunati che hanno la dote se non dell'eternità, perlomeno della sicura longevità.
Quei libri che si possono lasciare sul comodino, dimenticare sui ripiani della libreria, appoggiare svogliatamente sul tavolo in cucina, e poi riprendere in mano quando si vuole, aprire una pagina a caso senza necessariamente seguire l'ordine suggerito, e trovare sempre e comunque parole che val la pena di leggere.

Uscito per le edizioni Verdier (*), abituate a licenziare titoli di letteratura taurina importanti e di valore, l'autore è quel François Zumbiehl che già ci aveva messo dei tori nella testa attraverso due sue precedenti fatiche (ne avevamo già parlato qui).
Ricomponendo e ordinando 30 anni di appunti presi nel suo personale periplo a collegare arene europee e americane, l'autore dà spazio alle parole di chi vive di corrida o per la corrida, personaggi incontrati nella plaza, nelle bodegas, o altrove ancora: toreri in attività e toreri ormai ritirati, subalterni, ganaderos, giornalisti, mozos de espada, artisti, aficionados e finanche il rappresentante della pena del 7 di Madrid, e altri ancora.
Così è attraverso questo multicolore patchwork di confessioni e dichiarazioni, dialoghi e semplici parole in libertà, che Le discours de la corrida si sviluppa tra capitoli che hanno per titolo L'arte e la tecnica, Lo stato di grazia, Lettura erotica e religiosa della corrida, L'emozione pura e impura, per citarne solo alcuni.

Senza la pretesa di arrivare ad una conclusione definitiva e vera per nessuno dei temi proposti, ché a priori già sa essere impossibile e vana ricerca, Zumbiehl quasi ci indica la strada e nulla più: le parole da lui raccolte in tanti anni di frequentazione delle arene sono lampioni di un immaginario percorso ora chiamato temple ora chiamato stoccata ora ancora bravura, stelle ad illuminare un cammino che ha valore solo in sé, e non certo per il dove cui (non) porta.
Enorme il lavoro di raccolta e e sistematizzazione di tutte queste parole, più apprezzabile ancora il tentativo riuscito di farne tasselli di un unico e solido dialogo sulla corrida: merito di Zumbiehl è riuscire ad infilarsi tra un passaggio e l'altro per tessere le fila di un discorso che, puntellato dalle sue analisi, risulta alla fine monolitico e sfaccettato al tempo stesso.

E' un libro che consigliamo fanaticamente, anche a chi non legge con particolare facilità il francese: ché lo sforzo per la traduzione sarà generosamente ripagato dalla enorme soddisfazione nella lettura.

E' così che nascono i grandi toreri, nelle conversazioni.
La toreria nasce da questo, dalle conversazioni.

(Angel Luis Bienvenida, matador de toros)

martedì 27 gennaio 2009

I tori, di là dalle Alpi



Il toro nell'arena, si sa, è simbolo della Spagna: nei tg i servizi di costume sul paese vicino sono spesso conditi con immagini di una plaza de toros, non c'è guida turistica che non identifichi gli spagnoli con il loro amore per il toro, e in un recente sondaggio su quale fosse l'idea emblematica per meglio identificare i cittadini iberici, in Giappone hanno risposto la corrida.

E' difficile raccontare, ai conoscenti o ai curiosi, che pure in Francia la tauromachia è affare che coinvolge parecchia gente: per passione, per mestiere, per vocazione, per cultura.
La corrida di là dalle Alpi è viva e vegeta, anzi: sono passati i tempi in cui il borioso Hemingway ironizzava sul livello delle corse che si tenevano dall'altra parte dei Pirenei, lui così impregnato di ispanità (e rhum, certamente) da diventare ridicolo nel voler essere più spagnolo degli spagnoli.
Rimane il fatto che oggi il sud della Francia è un'estensione naturale della Spagna, se parliamo in termini di tauromachia, quasi la lingua orientale di un unico grande paese della corrida.
Non solo in Francia si combattono i più blasonati allevamenti e i più ricchi toreri calcano la sabbia dell'arena, ma alcune ferias hanno punti di eccellenza tali da surclassare le omologhe iberiche: Ceret e Vic Fezensac per esempio, per il culto del toro che qui è il vero e unico Dio della fiesta.
E agli antipodi anche Nimes, se vogliamo, per un meno nobile ma indiscutibile primato quantitativo di spettacoli organizzati durante il suo ciclo di Pentecoste.

La rivista Toros, nel numero del 25 dicembre del 2008, ci dà qualche cifra.
L'anno passato in Francia sono state combattute 68 corride e 43 novigliade con picadores: Nimes (17) è la plaza in cui sono stati dati più paseillos, poi Arles (11), Dax (9) e Bayonne (8).
Ma non c'è più eloquente argomento per giustificare e conoscere quanto sia viva e palpitante la tradizione taurina transalpina che scorrere i nomi di quei paesi di provincia che organizzano corride, nelle loro arene di villaggio: nomi sconosciuti non solo in Italia ma credo anche in buona parte della stessa Francia, ma che testimoniano che tanto nel sudovest quanto nel sudest la corrida è tradizione e cultura viva...
Così, a Soustons, a Garlin, a Chateaurenard, a Mauguio, a Mugron, a Parentis-en-Born, e in tante altre località di un microuniverso taurino che ci sarebbe difficile individuare su una cartina, all'ombra di un campanile si sono date corride, nel 2008, la domenica o nei giorni della festa.

Per quello che ne è stato degli uomini, i toreri che più si sono esibiti nel corso della stagione transalpina sono l'arlesiano Juan Bautista (13 contratti), El Fundi, Rafaelillo e Julien Lescarret (12), El Juli (11) e Ponce (9).
Non si è visto José Tomas, assoldato per una tarde a Nimes ma assente giustificato per la (tradizionale) cornata ricevuta qualche giorno prima.

Ora, guardando i nomi dei matador qua sopra, le dodici corride a testa per Fundi e gli altri due, è facile dedurre un dato incontrovertibile: la Francia ha un'anima torista, più o meno marcata a seconda delle tradizioni del luogo ma indiscutibile, e ama sedersi sui gradini dell'arena per assistere e partecipare a un vero combattimento tra un toro e un uomo.
Il dato più significativo di tutta la ricerca di Toros infatti a mio avviso è nell'elenco delle ganaderias che sono state presentate al cartel delle varie ferias.
I primi tre posti per numero di capi combattuti nel 2008 su suolo francese, attenzione, sono occupati da...Miura con 30 tori, Escolar Gil con 25 e Victorino Martin con 20!
Certo, segue nella classifica una pletora di nomi domecq, ma è limpidamente indicativo ed anche assai confortante sapere che le tre ganaderias più presentate in Francia sono quanto di meglio(e di più caro, per le imprese...) un aficionado possa desiderare.

Insomma, al netto della fascinazione che la corrida continua ad esercitare come più vera e profonda rappresentazione della cultura spagnola, la Francia con le sue arene e le sue ferias rimane un ottimo posto dove rendersi per assistere alle corse dei tori.
Anche nel 2009, ça va sans dire...

(foto Ronda: l'arena di Ceret nel luglio 2008 - cliccare per vedere meglio)

domenica 25 gennaio 2009

Perdigon, un Miura


A cavallo tra il XIX° e il XX° secolo i tori di Miura sono avversari duri, sfiancanti, intelligenti, pericolosi e assassini: i grandi toreri dell'epoca non possono ciononostante permettersi di evitarli, la A coronata dei Miura è il marchio per eccellenza, è di fronte a loro che i trionfi hanno peso, è attraverso le loro corride che passa la strada per la gloria.
Si è torero se si uccide i Miura.
Certo tra le cuadrillas sono parecchi i mal di pancia, che sempre meno occasionalmente si trasformano in autentica collera, ma tant'è: impossibile ambire alla grandezza senza aver trionfato in qualche miurada.
Fino il grande Guerrita esplode un giorno in un inequivocabile "se le sue vacche potessero tutte morire...!", ma per il pubblico dell'epoca per il quale la tauromachia è prima di tutto un combattimento i tori di Miura sono complemento necessario e insostituibile per ogni corrida degna di questo nome.
Tant'è che don Eduardo tra il 1893 e il 1927 fà combattere addirittura una media di 30 corse l'anno, e per dare più senso a questo dato basti sapere che oggi la casa difficilmente riesce a portarne un terzo nelle arene nel corso di una stagione.

La fiesta vive un'epoca di transizione in quegli anni, e in un momento in cui alcuni grandi si ritirano ed altri sono ormai agli sgoccioli della carriera, si impone agli aficionados l'astro di un giovane sivigliano a cui i concittadini affidano idealmente ma fanaticamente il compito di interrompere la supremazia dei toreri cordobesi: Espartero.
Si tratta di un torero che è né un tecnico né ancora meno un artista, ma il suo coraggio è tale che sembra quasi che nessun toro possa resistergli; come quei Miura combattuti a proprio a Siviglia il 20 aprile del 1894, di fronte ai quali Espartero raccoglie un trionfo enorme.

Ma il suo destino sembra segnato: la sera del 26 maggio, dopo una corrida nell'arena di Cordoba, il grande Guerrita si mobilita per raggiungerlo in stazione, Espartero sta per salire sul treno che lo condurrà a Madrid dove l'indomani dovrà toreare.
Non prendere questo treno, un toro potrebbe ucciderti domani a Madrid!
La tauromachia è ricca di questi aneddoti favolistici, spesso ideati a posteriori, ma (naturalmente...) c'è chi giura di aver assistito alla scena.
Espartero tentenna, quella di Guerrita è una voce autorevole, beve alcuni bicchieri pensando di rimanersene tranquillo in Andalusia ed assistere il giorno dopo a qualche combattimento fra galli.
Ma alla fine si convince, scaccia i pensieri più neri e sale sul treno.

Il destino ce ne mette del suo: all'arrivo nella capitale, la strada che porta all'albergo, e che Espartero e la sua cuadrilla stanno percorrendo a bordo di un'auto, è attraversata da un gatto nero.
Il banderillero Antolin si segna, Espartero no: non è superstizioso, dice.

Il primo toro di Espartero è Perdigon, un Miura l'anno prima giudicato troppo piccolo per essere combattuto a Madrid e quindi spedito presso l'allevamento di Faustino Udeta, nel sud, dove ha pasciuto una stagione intera coprendo vacche e riposando.
E' un toro rossiccio, gli occhi cerchiati di bianco, le corna affilate: la corrida comincia alle quattro e mezza.
A Siviglia in Plaza de la Encarnacion sta la residenza di don Eduardo Miura.
Quel pomeriggio il personale ha dimenticato di accendere le candele che fin dagli esordi della ganaderia tradizionalmente si fanno ardere nella cappella di famiglia quando i propri tori combattono in una qualche arena.
Don Eduardo se ne accorge e la sua ira esplode furibonda in imprecazioni inaudite.
Le candele vengono accese in fretta e furia.
Ma è tardi, sono già le cinque: a Madrid, Perdigon ha preso cinque forti picche e Espartero gli ha somministrato una faena interminabile per l'epoca...tre passi per l'alto, un cambio, un pase de pecho e sette passi con la destra.
Stop!
Perdigon è sulle difensive, pericoloso.
Espartero si compone per portare la stoccata, il toro si concentra sui piedi del torero e non sulla seta rossa, lo aspetta al passaggio e lo spedisce due metri in aria.
Espartero cade malamente sulla testa.
E' rintronato, e al posto di rifugiarsi alla barrera per riprendere un pò di lucidità, ritorna verso il toro.
Sette passi con la destra ancora, e di nuovo in posizione per un altro colpo di spada.
Espartero si lancia con rabbia, ma il movimento è scomposto: la mano sinistra non cattura l'attenzione di Perdigon, il torero è nudo, il toro gli è subito addossso.
Una frustata con il collo e Perdigon aggancia Espartero all'altezza della vita, lo spedisce di nuovo in aria e quando atterra pesantemente sulla sabbia, il toro lo carica ancora.
La cornata nel ventre è letale, Espartero morirà una ventina di minuti dopo senza aver ripreso i sensi, e dopo l'estrema unzione.

Ancora una volta, è un torero al culmine della propria popolarità che abbandona la vita tra le corna di un Miura.
La Spagna lo piange e nelle taverne si cantano tristi versi a lui dedicati, mentre la leggenda nera dei Miura si ammanta di una nuova morte.

La toritos de Miura ya no temen a nada, porqué ha muerto Espartero, el mejor que los mataba...


(questo racconto è liberamente tratto da un articolo pubblicato sul numero 19 di Terres Taurines, interamente dedicato ai Miura; il suo direttore Andrè Viard, quando non vaneggia di assurde riforme o di inconcepibili censure ma si limita a scrivere storie o a pubblicare le sue belle foto, è in grado di confezionare una rivista decisamente bella)

martedì 20 gennaio 2009

Previsioni per Pasqua


Mundotoro oggi dà una corposa anticipazione riguardo l'ossatura della ormai prossima feria di Arles.
Due corride commerciali e due toriste, con un equilibrio ben riuscito a nostro avviso tra necessità imprenditoriali e volontà di costruire un ciclo che sia attrattivo per gli aficionados.
In più, come già dicevamo, sul piano puramente mediatico e promozionale il mano a mano francese (annunciato da noi il 14 gennaio, Mundotoro bruciato...) e la combinazione Cid/Victorino sono due colpi riusciti.

Secondo il portale spagnolo, che non riferisce delle novilladas e del rejoneo, la feria si aprirà con i tori di Domingo Hernandez (che lasceranno parecchie orecchie nell'arena, siamo pronti a scommetterlo) di fronte ai quali si sfideranno Juan Bautista e Sebastien Castella.
Il sabato corrida per figuras con El Juli e Miguel Angel Perera: chiuderà la terna il giovane e promettente Daniel Luque, la divisa sarà quella di Jandilla (ancora domecq).
Domenica e lunedì le due corride dure, il vero piatto forte del programma.
Il pomeriggio di Pasqua saranno i Miura a calcare la sabbia dell'anfiteatro: José Padilla, Rafaelillo e il francese Julien Lescarret al paseillo.
Infine i Victorino Martin del lunedì, vestiti di luce El Fundi, Antonio Ferrera e El Cid.

Rimandiamo per prudenza le nostre valutazioni al giorno in cui il programma sarà ufficialmente comunicato dall'impresa, a fine gennaio.
Ma secondo alcune informazioni che abbiamo raccolto in questi giorni, tuttavia, la presenza de El Fundi non sarebbe così scontata, tutt'altro: probabilmente sarà Mehdi Savalli a completare il terzetto per i victorinos.
Senza El Fundi la feria di Arles perderebbe una buona fetta di interesse, senza dubbio: sembra che all'origine della sua (eventuale?) assenza ci siano problemi economici, l'impresa giudicando eccessivo l'aumento del cachet chiesto quest'anno dall'entourage del torero.
Le nostre antenne avevano captato pure la presenza di Sanchez Vara di fronte ai Miura, con Rafaelillo che sarebbe rimasto fuori dal cartel.

Posto che non avremmo esitazione alcuna se ci fosse chiesto di decidere, dentro Fundi (soprattutto) e Rafaelillo , torneremo volentieri e presto sull'argomento.

(foto Ronda - scorcio delle arene di Arles)

domenica 18 gennaio 2009

Un libro in italiano


E' raro, per usare un gentile eufemismo, trovare testi in italiano che trattino della corrida o della tauromachia.
Hemingway, con Morte nel pomeriggio e Un'estate pericolosa soprattutto, il tentativo di Michael Leiris barocco e non del tutto riuscito di conciliare poesia, pittura e saggio in Specchio della tauromachia, il qui pluricitato Max David con il meravigliso ma di assai difficile reperimento Volapié.
Avevamo letto una volta, in un qualche angolo di internet, di un altro libro, un saggio probabilmente: una pubblicazione minore, sicuramente, e di cui abbiamo perso le tracce.

E' con grande sorpresa e altrettanta gioia che oggi ho ricevuto in regalo questo libro fotografico con testi in italiano: si tratta di Toros, delle edizioni Fitway publishing.
Edito nel 2004, copertina rigida e carta patinata, nelle sue 144 pagine accompagna ai testi (tradotti nella lingua di Dante) di Jacques Maigne le fotografie palpitanti di Philippe Becquelin.

Per ora ci siamo dedicati solo a sfogliarlo un paio di volte soffermandoci sulle foto più affascinanti e leggendo distrattamente qualche riga dei brani posti qui e là, tra un bel ritratto di un toro al campo e una luminosa panoramica della Maestranza in un giorno di feria.
Sembra ben fatto, una storia per immagini che prova a restituire al lettore/osservatore il fascinoso mistero e la romantica seduzione della corrida.

Un bel regalo.

venerdì 16 gennaio 2009

Foto



Spulciando nelle cartelle del 2008 è saltata fuori questa foto, presa a San Sebastian in agosto: è Juan Bautista sul corno destro di Asesino, un Nunez del Cuvillo.
Senza girarci intorno, mi sembra venuta bene.

Per non lasciarla sola a reggere la responsabilità di un intero post la accompagnamo alle parole rispettivamente di Jaime Ostos e Curro Romero, due toreri sivigliani di un'altra epoca: l' ideale didascalia all'immagine.

"Nel pieno di una faena trionfale non si governa niente; l'unica cosa che si fà è eseguire gli ordini che ti vengono da un altro dove, da un al di là."

"Ci sono volte in cui mi sembra di volare, in cui perdo il senso del tempo. Mi è capitato di non sentirci più. In quei momenti, mi sembra di fluttuare. Non sento nemmeno il peso del mio corpo".

da Le discours de la corrida, di François Zumbiehl - ed. Verdier

(foto Ronda - San Sebastian, 14.08.08: cliccare per ingrandire)

mercoledì 14 gennaio 2009

Mano a mano tutto francese




Mano a mano
: Corsa, corrida o novillada alla quale partecipano due toreri (e non tre, ndr), che devono avere uno stile differente. Quello che fu il caso per esempio, all'inizio degli anni '60, tra Aparicio, il classico, e Litri, il tremendista.

(da La Tauromachie - Histoire et dictionnaire, di Robert Berard)

Un'indiscrezione che abbiamo raccolto poco fà ci segnala che Arles sta programmando per la sua feria di Pasqua, al pomeriggio del sabato, un mano a mano tutto francese tra Juan Bautista e Sebastien Castella.
Tra i due, il primo di Arles ed il secondo di Beziers, esiste una annosa rivalità esplosa proprio ad Arles in un mano a mano di diversi anni fà e di cui la corrida de la prensa di Madrid dell'anno scorso, trionfale e drammatica, è forse l'esempio più eclatante.

C'è di buono che sembra che ad Arles stiano imparando a confezionare i cartels, perlomeno sul piano promozionale dopo quella de El Cid di fronte ai Victorino pure quest'altra è una notizia sicuramente efficace.

(foto Ronda - Castella a Dax nell'agosto del 2007)

lunedì 12 gennaio 2009

Sud-est torista




Dopo la stagione della visita al campo per prenotare i lotti di tori, è ora il momento in cui notizie ufficiali, voci semiufficiali e rumors vari concorrono ad annunciare, con una accettabile dose di approssimazione, l'ossatura delle ferias 2009.
Tra poche settimane inizierà il balletto delle presentazioni istituzionali dei programmi, si succederanno cerimonie, comunicati, appuntamenti ed eventi per annunciare la composizione dei cartelli, presentare l'affiche ufficiale, comunicare prezzi dei biglietti e cose così.

Tra le tante notizie di queste settimane, colpisce e rincuora la scelta di tre piazze del sud-est francese: Istres, Beaucaire e Alès.
Si tratta di arene e di cicli di secondaria importanza nel panorama della tauromachia anche solo transalpina: lontane per possibilità economica e affluenza di pubblico dai fasti di Nimes o Dax, dalla solidità di Arles o Bayonne, dall'unicità di Vic o Ceret.
Per non parlare poi della distanza siderale, in termini di peso specifico, con le grandi ferias spagnole.

Ciononostante queste tre cittadine hanno deciso di spendere al meglio il capitale a disposizione per montare la loro feria: la scelta è stata netta, in favore di ganaderias blasonate e di tori con casta e bravura.

Così Alès presenterà a fine maggio per la sua feria dell'Ascensione tori di Palha e Dolores Aguirre: i secondi proprio qui, l'anno scorso, diedero vita ad una corsa emozionante e dura come poche, mansons con casta, a stare alle cronache sui siti e ai commenti sui blog.
Notevole anche il programma di Istres, che il terzo week-end di giugno farà sfilare sulla sabbia della sua arena i ferri di Yonnet, Miura ed Escolar Gil: proprio la corrida di Escolar Gil di Istres è stata votata come la migliore per il 2008 in tutta la regione.
Infine Beaucaire: a fine luglio presenti sicuri i Victorino Martin e i Monteviejo.

Scelte marcatamente toriste, che non possono che confortare e interessare gli aficionados.
Ne diamo quindi volentieri notizia, sottolineando se ce ne fosse bisogno che il sud-est non è poi così lontano dall'Italia e che magari, perché no, un'incursione di Alle cinque della sera y sus amigos si potrebbe fino pensare...

sabato 10 gennaio 2009

Nella neve anche noi


Lo hanno già fatto quelli di CyR e pure Manon, perché non rispondere anche dall'Italia?
Neve ce n'è stata anche qua, e pure parecchia.

E poi la foto, presa mercoledì a pochi passi da casa, è evidentemente a tema e quindi perfettamente in linea con il blog.
Come, non ci vedete niente di taurino?
Massì, guardate bene...il rosso scintillante della muleta, in primo piano...il torero che inizia la faena vicino alle assi della barrera.
Le nere silouhettes delle plance, perimetro dell'arena, a separare l'azione e lo sguardo.
E là, lungo il recinto di legno, il toro che già ha messo gli occhi sul rosso: l'istante eterno che precede la carica, in cui tutto è immobile e pensiero e un attimo dopo tutto è forza e muscoli.

Si vabbé non è proprio un toro nero nero come vorrebbe la tradizione, diciamo che tende piuttosto al verde, ma non formalizziamoci sui dettagli...


- le foto di François Bruschet e di CyR sono qui, qui, qui
- il blog di Manon ha pubblicato questa
(come sempre, cliccare sull'immagine per ingrandire)


(foto Ronda)

venerdì 9 gennaio 2009

A Vic, quest'anno



Campos y Ruedos ci annuncia la scelta definitiva delle ganaderias di Vic Fezenzac, per il 2009.
Evidentemente si tratta di nomi in piena linea con la tradizione dell'aficion locale, allevamenti con casta e tori che caricano.
La feria, che si svolgerà dal 30 maggio al 1 giugno, avrà una novillada di Flor de Jara (il nuovo nome dei Bucaré), e le tre corride di Fidel San Roman, La Quinta, Escolar Gil.
Roba da leccarsi i baffi, se non fosse che c'è anche una corrida concorso i cui tori saranno scelti tra Miura, Victorino Martin, Escolar Gil, Fuente Ymbro, Cebada Gago, Cuadri, Moreno de Silva.
Quindi oltre ai baffi c'è da leccarsi come minimo anche la barba.

Il 1° giugno è un lunedì, il 2 giugno qua da noi è festivo...faites votre jeu.

mercoledì 7 gennaio 2009

Il meglio di Christophe




L'amico Christophe, incrociato l'ultima volta a Ceret e che vedremo presto attorno a qualche altra arena, ha messo online le sue migliori immagini della stagione conclusa.
Le segnaliamo perché le foto, sia quelle dei tori che quelle dei dettagli, meritano sul serio di essere viste.
Affascinante, tra l'altro, l'impostazione grafica della prima galleria.

E' migliorato parecchio monsieur Moratello, bien.

Le foto dei tori.
Le foto della stagione.

(foto Christophe Moratello)

lunedì 5 gennaio 2009

Intervista a Juan Bautista

Non senza qualche emozione e una punta di orgoglio, pubblichiamo oggi l'intervista esclusiva a Juan Bautista: abbiamo preso contatti con il torero alcune settimane fà e, grazie anche alla complicità del suo collaboratore Gilles Raoux (tra le altre cose, curatore del sito ufficiale juanbautista.com), siamo riusciti a sottoporgli queste domande per Alle cinque della sera.
E' la prima intervista di questo blog, certo il meccanismo va perfezionato e il tiro aggiustato, ma ci auguriamo che possa essere la prima di una fortunata serie.
Ringraziando Juan Bautista per la davvero cortese disponibilità , ve la sottoponiamo.

Nato ad Arles nel luglio del 1981, Jean Baptiste Jalabert cresce in una famiglia che vive con il toro e per il toro: è quasi scontato per lui prendere la strada dell'arena, e a 15 anni veste per la prima volta l'abito di luci, ad Alicante. Nel marzo '98 la prima novillada con picadors e nel settembre 1999 sulla sabbia amica dell'arena di Arles l'alternativa, dalle mani di Espartaco e con Rincon per testimone.
Dopo alcuni anni di apprendistato accompagnati da alcuni successi promettenti, e con un pacchetto di contratti sempre piuttosto ricco, nel 2003 decide improvvisamente di interrompere la carriera, per ritrovarsi.
Rientrato nel circuito nel 2005, la stagione 2007 è quella che lo consacra a livello internazionale e gli apre le porte di tutte le più importanti d'Europa e del Sudamerica.
Di lui Jean Marie Magnan, ne La tauromachie - Histoire et dictionnaire (ed. Robert Laffont), dice: "Esiste in Juan Bautista un amore vero, profondo, quasi viscerale per il toro, che non affronta mai come nemico, per quanto ingrato possa essere, ma come collaboratore nella sua opera".

L'intervista.

- Juan Bautista, torero di Arles...vorrei cominciare proprio da qui. Cosa significa per lei essere un torero, nel XXI° secolo? E un torero francese, per di più.
- Fin da piccolo toreavo per passione, per vocazione. Era quello che sognavo e compresi che era la mia strada. Volevo essere come i toreri che vedevo toreare quando ero piccolo. Per me essere torero nel ventunesimo secolo è la continuazione di un'evoluzione.
Essere un torero francese non è la cosa più importante.
Oggi, e grazie a toreri come Nimeno II, non ci sono più differenze tra toreri francesi, spagnoli e sudamericani. La cosa importante è tagliare delle orecchie e trionfare.
Il toro non ti chiede la carta di identità.

- La stagione 2008 si è conclusa da qualche tempo: cosa fà un torero in questi mesi invernali?
- Al termine della temporada, mi sono preso qualche settimana di riposo e ho ripreso gli allenamenti subito dopo.
Ho deciso di non fare la campagna sudamericana quest'anno, preferisco restare in Europa per esercitarmi ancora di più e perfezionare la mia tecnica.

- Lei era di ritorno da una stagione 2007 molto positiva, con dei trionfi molto importanti e coronata dalla Puerta Grande di Madrid. Con che spirito vi siete presentato alla temporada 2008? E ora che è terminata, che giudizio ne date?
- Era una stagione importante, per confermare i successi del 2007. Ora che si è conclusa posso dire che non era cominciata granché positivamente ma in compenso è finita molto bene.
E' stato un peccato che la regolarità trovata a fine stagione, con dei trionfi importanti nei mesi di agosto e settembre, sia mancata nella prima parte dell'anno.

- In queste due ultime stagioni vi abbiamo visto toreare diverse volte, tanto in Spagna come in Francia: soprattutto, eravamo a Bayonne il 12 agosto del 2007 per la corrida di Adelaida Rodriguez ed eravamo a San Sebastian il 14 agosto di quest'anno per quella di Nunez del Cuvillo. Quelle due volte abbiamo visto in lei un torero molto coinvolto, a gusto, in grado di capire bene e subito i suoi tori, capace di lasciarsi andare e pure di concedersi il piacere di toreare. Che ricordo conservate di quelle due corride?
- Io conservo i buoni ricordi delle buone corride, le altre provo a dimenticarle.
Mi ricordo di questa corrida di Bayonne con un toro di Adelaida Rodriguez molto buono: mi è piaciuto molto torearlo, e in più era il mio primo trionfo all'arena di Bayonne.
Il trionfo di San Sebastian appartiene ai ricordi migliori del 2008.
Mi ha procurato molto piacere grazie a questo toro jabonero (color sapone di Marsiglia, ndr) che ha avuto molta classe alla muleta. Purtroppo, e peccato, con la spada non è andata come lo speravo: il trionfo sarebbe stato ancora più importante.

- Esiste una ganaderia o un encaste che lei preferisce toreare? E pensa di fare il gesto di prendere uno degli allevamenti rinomati e duri...Miura, Palha, Victorino, La Quinta, Escolar Gil?
- Non ho delle vere e proprie preferenze, perché le ganaderias si evolvono ad ogni stagione.
In compenso alcuni allevamenti mi si confanno più di altri, come per esempio quello di El Puerto de San Lorenzo.
Con i suoi tori sono uscito in trionfo dalla Puerta Grande di Las Ventas come novillero, poi ho tagliato un'orecchia importante durante la Corrida de la Prensa nel 2007 sempre a Madrid, e ancora a Las Ventas mi hanno assegnato le due orecchie del toro Cantinillo in una corrida della Feria de Otono dello stesso anno.
Direi anche la ganaderia di Alcurrucen, di cui ho graziato due tori.
Ho già affrontato gli allevamenti duri: Palha, Victorino, La Quinta e Guardiola.
Per il momento non ho in programma di combattere di nuovo questi tori, ma in un prossimo futuro lo farò.

- Si legge spesso nelle interviste ai toreri la domanda su quale sia il miglior toro mai incontrato. Vi vorrei chiedere, al contrario, qual è il toro che vi ha messo più paura, prima o dopo la vostra alternativa, e perché.
- In realtà si prova a dimenticare i tori peggiori per conservare invece i ricordi migliori.
Mi ricordo quest'anno un toro di Loreto Charro: è stato il toro più pericoloso della stagione, che mi ha fatto passare un pessimo quarto d'ora.

- Che progetti ha per la stagione che sta per iniziare, e in quale arena avete più desiderio di tornare? A proposito, avete già scelto l'abito per la feria di Arles, che come la vostra personale tradizione impone sarà un vestito nuovo?
- Il progetto è di realizzare una temporada dello stesso livello delle due ultime, rimanendo sulla cinquantina di corride, continuando ad essere presente alle più importanti ferias di Francia, Spagna e Sudamerica, la posta in gioco raccogliere successi nelle più grandi arene.
E' là che i trionfi hanno le maggiori ripercussioni.
Per i miei dieci anni di alternativa ho ordinato due costumi nuovi, uno dei quali sarà sfoggiato durante la feria di Pasqua ad Arles.

- Per chiudere, veniamo più vicino a noi...conosce l'aficion italiana? Sa che anche qua, in un paese senza una vera cultura taurina, ci sono parecchi appassionati alla tauromachia che viaggiano e frequentano le ferias? E in ultimo, una suggestione: in quale città italiana le piacerebbe, fosse possibile, toreare un giorno?
- Per essere onesto con voi, non conosco l'aficion italiana pur sapendo che ci sono parecchi italiani che viaggiano per venire ad assistere alle corride.
Dove amerei toreare...è Venezia. La trovo una città magica e grandiosa.

- Grazie maestro per la gentilezza e la disponibilità con cui ha voluto rispondere alle nostre domande.
- Grazie a voi, e i miei migliori auguri per il nuovo anno.

Nota 1: dal sito ufficiale, il video della corrida di Bayonne e di quella di San Sebastian citate nell'intervista
Nota 2: 22 maggio 2007, Corrida de la Prensa - video
Nota 3: 6 ottobre 2007, Puerta Grande a Las Ventas - video


(foto Ronda - Juan Bautista prima del paseillo ad Arles, il 22 marzo 2008 e a San Sebastian, agosto 2008)

sabato 3 gennaio 2009

Toreri: il bilancio del 2008

L'ultimo numero di Toros (1841) dedica un ampio servizio ad un'analisi della temporada 2008: sotto la lente, i risultati e la stagione dei toreri più ricchi di conrtatti.
Occorre fare una premessa: l'escalafon, quella specie di classifica semiufficiale che a fine anno mette in fila i matador, tiene conto di un solo dato, le corride combattute.
In testa chi ha onorato più contratti e così via: è piuttosto intuitivo comprendere che quell'unico criterio non è sufficiente a dare la dimensione di una stagione intera e soprattutto a regolare un ordine reale tra i toreri.
Sappiamo tutti per esempio che i contratti nelle arene pueblerine, di terza categoria, hanno un peso ben diverso che so, da una corrida a Madrid o a Siviglia: così è per i trionfi, 10 orecchie nei paesini andalusi non ne valgono una sola a Bilbao.
Ecco infatti che una classifica comparata e ragionata darebbe invece esiti ben diversi: se nell'escalafon nudo e crudo è El Fandi con il suo toreo circense a guardare tutti dall'alto al basso (111 corride e 263 orecchie), provando ad analizzare solo le corse nelle arene di prima categoria (*), i rapporti cambiano.
El Juli è in testa (27 corride e 35 orecchie), seguito da El Cid (25 - 16), Perera (23 - 28). Poi a seguire Ponce, El Fundi, Bautista e gli altri.
A questo indirizzo l'escalafon ufficiale e a quest'altro invece, piuttosto interessante, qualche analisi più ragionata.

In ogni caso è seguendo l'ordine classico che Toros si concede una carrellata sui toreri dell'anno.
Ne riportiamo una sintesi.

El Fandi (1° posto con 111 corride) - Torero popolare e poco amato dall'aficion con criterio e anche da quella francese, il granadino ha comunque lasciato il segno rimanendo un eccellente capeador così come un potente e atletico banderillero. Resta un grande tagliatore di orecchie con 263 trofei, di cui più del 50% in arene di terza categoria (solo 11 in quelle di prima)

El Cid (2°, 89) - Non menzioniamo più i grandi meriti del torero andaluso, lidiador fuori dal comune. Il suo toreo potente merita un toro che tenga e, quando è il contrario, El Cid manca un pò di arte per rimanere all'altezza di questo tipo di spettacolo. Al contrario è il torero che capisce meglio i victorinos.

M.A. Perera (3°, 82) - è il solo dei giovani toreri ad aver saputo resistere alla deflagrazione José Tomas. Lo si pensava, l'anno scorso, condannato definitivamente a seguire da lontano il treno Castella-Talavante; oggi invece appare come il numero uno della sua generazione. Non si possono dimenticare i suoi successi a Siviglia, Madrid (l'indomani del terremoto Tomas), Pamplona, Barcellona in luglio, Bilbao e una pletora di trionfi tra fine agosto e settembre, da Albacete a Valladolid, passando per Bayonne, Dax o Salamanca. Termina la temporada con un gesto eroico, a Madrid, chiudendo con due cornate che hanno portato a cinque passaggi sul tavolo della sala operatoria.

El Juli (4°, 74) - Lo si ritrova ai piedi del podio. Il madrileno fa il bello e il cattivo tempo: così, a Bilbao è assente durante la corrida d'El Ventorillo, poi il giorno dopo regala una lezione di fronte a dei La Quinta deludenti. Il ragazzo potrebbe matar una camada intera (la camada è l'annata intera di una ganaderia, ndr) in un pomeriggio, tanto la sua aficion è abissale; lo ha mostrato durante il suo solo di Nimes che, anche se non portà passare alla storia a causa dei tori insignificanti, ha permesso comunque di dimostrare che l'estensione del suo potere e la diversità del suo toreo non si sono invecchiati.

J.M. Manzanares (5°, 66) - E' quello che torea meglio della sua generazione. Tiene il ruedo con la sua classe e la sua tecnica (Siviglia, Madrid) e mostra spesso molto coraggio, come a Bilbao.

A. Talavante (5°, 66) - Sempre così desolante spada in mano, ha rovinato non pochi successi con la lama; ha deluso anche a Siviglia e Madrid.
Ma è ancora giovane (21 anni nel novembre scorso) e quindi ci sono buone probabilità che si riparli di lui nei prossimi anni.

Segue l'inossidabile Enrique Ponce: dopo diciott'anni di alternativa, torea ancora con la voglia di un novillero e spalanca ancora le porte di Bilbao e Saragozza a fine stagione. Chapeau!
Antonio Ferrera è stato fenomenale a Siviglia, con i victorinos. Ha ucciso, praticamente, tutta la camada dello stregone (il soprannome di don Victorino Martin), battendo il record di corride di Victorino uccise da uno stesso matador (quindici al suo attivo).
Sebastien Castella precipita al quindicesimo posto. Paga probabilmente il braccio di ferro intrapreso dal suo nuovo management durante l'anno per esigere delle condizioni sicuramente sovrastimate. I suoi passaggi a vuoto a Siviglia e Madrid hanno reso il compito più difficile con il tutto che, in questo stesso periodo, Perera prendeva la sua posizione.
Castella sembra un ragazzo che non molla niente: scommettiamo che sarà capace di risalire anche lui, l'anno prossimo.
Il veterano El Fundi si posiziona 17° con 49 corride. Il madrileno dopo anni nel suo paese ha infine conquistato il posto che merita . Due volte presente a Siviglia, Madrid, Saragozza, ha sfoggiato il suo poder e il suo senso della lidia anche di fronte a dei tori che era, fino a quel momento, poco uso a combattere (Barcellona, in settembre). Ha anche vinto la maledizione tagliando infine un'orecchia a Madrid, di fronte agli Adolfo Martin.
Juan Bautista, nonostante un inizio stagione bolso, rimane nel gruppone. Ha ripreso colore a San Sebastian e Bilbao.
Padilla e Vega sono sempre là, senza fare troppo rumore.
Seguono due tra le rivelazioni dell'anno, Luis Bolivar (40 contratti) e Daniel Luque (38).
Il primo ha maturato e può entrare in un buon numero di cartels: solo rimpianto con questo torero, la sua incapacità a rompere e a portare a termine una buona faena.
Luque, a diciannove anni, ha lasciato il segno. E' un ragazzo pieno di aficion e elegante alla capa.

Tra i grossi nomi, due non figurano tra i primi 25, e non dei minori: Morante de la Puebla, 32° con 28 corride e José Tomas, 41° con 20 contratti.
Anche se ha fallito durante il suo solo di Saragozza, Morante ha lasciato il segno con il suo senso del combattimento (Bilbao) e anche con il suo pundonor e il suo valore a Madrid. E' senza dubbio il torero più artista, più imprevedibile e più vario del gruppo.
Tomas è il numero uno per un buon numero di aficionados, anche per quelli con criterio. La sua meravigliosa prestazione madrilena del 5 giugno resterà impressa per sempre nella memoria collettiva. Rimpiangiamo però il fatto che esista un Tomas delle città (Madrid, Barcellona o Santander) et un Tomas della campagna (tutte le altre plazas, dove il torero è veramente troppo spesso ridicolo per rendere eterne le sue opere). Rimane il fatto che, ridicolo o no, il toro ferisce e Tomas si espone. La corna l'ha castigato, facendogli perdere sei contratti. Questo non gli impedisce di riempire le arene e di avere la miglior media di orecchie tagliate in arene di prima categoria (19 per 8 corride). Ci auguriamo di vedero esibirsi ancora di più.

Per i toreri francesi, dietro Castella e Bautista vengono Julien Lescarret (12 contratti), poi Marc Serrano con 8 contratti. Mehdi Savalli, con 4 corride, sta conoscendo un duro apprendistato.

(foto Ronda - Enrique Ponce a San Sebastian, 14 agosto 2008)