giovedì 29 gennaio 2009

Discorsi sulla corrida


Le discours de la corrida è un libro tanto denso e sufficiente a sé da poter stare comodamente tra quei testi eletti e fortunati che hanno la dote se non dell'eternità, perlomeno della sicura longevità.
Quei libri che si possono lasciare sul comodino, dimenticare sui ripiani della libreria, appoggiare svogliatamente sul tavolo in cucina, e poi riprendere in mano quando si vuole, aprire una pagina a caso senza necessariamente seguire l'ordine suggerito, e trovare sempre e comunque parole che val la pena di leggere.

Uscito per le edizioni Verdier (*), abituate a licenziare titoli di letteratura taurina importanti e di valore, l'autore è quel François Zumbiehl che già ci aveva messo dei tori nella testa attraverso due sue precedenti fatiche (ne avevamo già parlato qui).
Ricomponendo e ordinando 30 anni di appunti presi nel suo personale periplo a collegare arene europee e americane, l'autore dà spazio alle parole di chi vive di corrida o per la corrida, personaggi incontrati nella plaza, nelle bodegas, o altrove ancora: toreri in attività e toreri ormai ritirati, subalterni, ganaderos, giornalisti, mozos de espada, artisti, aficionados e finanche il rappresentante della pena del 7 di Madrid, e altri ancora.
Così è attraverso questo multicolore patchwork di confessioni e dichiarazioni, dialoghi e semplici parole in libertà, che Le discours de la corrida si sviluppa tra capitoli che hanno per titolo L'arte e la tecnica, Lo stato di grazia, Lettura erotica e religiosa della corrida, L'emozione pura e impura, per citarne solo alcuni.

Senza la pretesa di arrivare ad una conclusione definitiva e vera per nessuno dei temi proposti, ché a priori già sa essere impossibile e vana ricerca, Zumbiehl quasi ci indica la strada e nulla più: le parole da lui raccolte in tanti anni di frequentazione delle arene sono lampioni di un immaginario percorso ora chiamato temple ora chiamato stoccata ora ancora bravura, stelle ad illuminare un cammino che ha valore solo in sé, e non certo per il dove cui (non) porta.
Enorme il lavoro di raccolta e e sistematizzazione di tutte queste parole, più apprezzabile ancora il tentativo riuscito di farne tasselli di un unico e solido dialogo sulla corrida: merito di Zumbiehl è riuscire ad infilarsi tra un passaggio e l'altro per tessere le fila di un discorso che, puntellato dalle sue analisi, risulta alla fine monolitico e sfaccettato al tempo stesso.

E' un libro che consigliamo fanaticamente, anche a chi non legge con particolare facilità il francese: ché lo sforzo per la traduzione sarà generosamente ripagato dalla enorme soddisfazione nella lettura.

E' così che nascono i grandi toreri, nelle conversazioni.
La toreria nasce da questo, dalle conversazioni.

(Angel Luis Bienvenida, matador de toros)

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