mercoledì 30 aprile 2008

Ponte


Per il Primo Maggio, qualche giorno di pausa anche per Alle cinque della sera.
Si riprende fra qualche giorno.

(foto da Flickr)

martedì 29 aprile 2008

Una prima a San Sebastian


Riceviamo e volentieri pubblichiamo la cronaca della corrida concorso di domenica scorsa nella plaza de toros de Illumbe, San Sebastian.
L'autore è il nostro inviato speciale dal sud-ovest francese, l'amico Rémi Laurière, ex-rugbysta, una casa sull'oceano, e giovane uomo di grandi passioni: per i tori, per le donne e per la festa...
L'abbiamo conosciuto alla féria di Dax, l'anno scorso, l'abbiamo ritrovato in Italia per una settimana, in occasione di una sua calata nelle nebbie padane che lo ha portato pure a San Siro per un Milan-Juve da zero a zero non prima certo di aver pienamente gustato i vini e la cucina nostrana, lo rivedremo ancora e tante volte sulla rotta dei tori.

E' la cronaca di una prima, per tanti versi.
Eccola.

Illumbe, San Sebastian, domenica 27 aprile 2008: corrida concorso.
Ci si poteva legittimamente porre la questione dell'interesse, per tanti motivi, di questa corrida con tori il cui sangue (Domecq) non è certo reputato per la sua bravura.
Nonostante questo, la serietà che hanno messo i toreri nella loro messa en suerte e l'applicazione nel combattimento per evidenziare le qualità e i difetti di ogni animale (e ce ne sono stati), e la reputazione non smentita di questa arena circa la presentazione dei tori, ci hanno fatto passare dei momenti decisamente piacevoli.

3 toreri: Morante de la Puebla (sal - or), El Juli (sal - or), E. Gallo (sal - sil)
6 toros: Zalduendo, Victoriano del Rio, Jandilla, Nunez del Cuvillo, Fuente Yimbro, El Ventorillo.
Tutti sono stati piccati dal centro della pista più o meno correttamente, vincitore è risultato il 5°, di Fuente Yimbro, toccato a El Juli: 3 picche mettendo poco le reni, comportamento interessante alla banderillas (seguendo fino alla barrera, cosa che ha permesso ai peones di salutare).
La faena de El Juli si è però progressivamente abbassata di tono.
Corrida di "prime", per quello che mi concerne.
Prima volta a Illumbe, la cui pista coperta permette di fare corride in ogni condizione metereologica ma che copre un pò la musica e gli olé, in un ambiente ovattato.
Prima volta che vedo Morante rendere colpo su colpo a un toro bicho (il 4 bis, Fuente Yimbro), che non gli voleva un granché bene, voltandosi su sé stesso come un gatto dopo ogni passo. Speriamo che conservi questa carica durante tutta la stagione, nel qual caso questa sarà segnata da qualcosa di grande.
Prima volta che vedo El Juli portare per tre volte un toro al cavallo! E' stato, come sempre, molto professionale.
Prima volta che vedo El Gallo riuscire a rivaleggiare con i due grandi, anche se ha annoiato più d'uno (me compreso) allungando troppo la faena all'ultimo toro, manso e immobile.
Prima volta infine che prendo El Topo (Eusko Tren), questo piccolo trenino che permette di arrivare dritti dritti all'arena o nel centro di Donostia, senza nemmeno dover prendere la macchina.
A suggellare il tutto, tapas e ristorante sul porto...

(foto della corrida concorso da Burladero.com)

lunedì 28 aprile 2008

Due corrida concorso

Curioso week-end di tori, questo nel nord della Spagna.
A pochi km di distanza, San Sebastian e Saragozza, gli aficionados hanno potuto godere di due corride concorso.
Che, in estrema sintesi e a vantaggio di chi ha ancora poca dimestichezza con la terminologia, sono corride in cui vengono combattuti sei tori di sei ganaderias diverse: obiettivo della corsa è quello di mettere in luce ogni toro al meglio della sue forze e caratteristiche, lidiar per il toro e non per altro.
Per questo la suerte de varas, ad esempio, riveste nelle concurso un ruolo fondamentale e di primo piano, e ai toreri è chiesto di valorizzare ogni toro mettendolo con attenzione (e più volte) al cavallo.
Alla fine della corrida viene di norma assegnato il premio al miglior toro del pomeriggio.

Nella programmazione delle varie plazas sono rare, purtoppo, le corride concorso.
Certo va detto che non è facile allestirne una: gli allevatori sono spesso reticenti, portare un solo toro significa giocare a la va o la spacca se non si è sicurissimi del proprio lavoro di selezione, e in più portarne uno solo che è in gara con altri cinque non fa che aumentare il timore di un insuccesso.
Ma tant'è, e queste corride rimangono per gli aficionados un evento ogni volta allettante.
L'unico indulto nella storia di Las Ventas, Madrid, fu di un toro di Victorino Martin e proprio durante una corrida di questo tipo.

San Sebastian e Saragozza hanno voluto dare due interpretazioni differenti, entrambe a priori con elementi di interesse (pur se opposti) ed entrambe a posteriori con parecchi argomenti per le discussioni tra aficionados.

Se Saragozza ha dato un accento più torista (e più logico, si dirà) alla sua corsa, con tori fra gli altri di Prieto de la Cal, Palha e Adolfo Martin, a San Sebastian invece si è fatta la scelta opposta e in controtendenza alle abitudini consolidate: una corrida concorso con tori di allevamenti tradizionalmente commerciali, tori per figuras come si dice.
Victoriano del Rio, Jandilla, Zalduendo...e infatti di fronte a loro ci stavano, ad esempio, Morante e El Juli.

Alle cinque della sera ha raccolto da un paio di inviati le primissime impressioni.
Dalla plaza di Illumbe, San Sebastian, arrivano notizie di una corrida sorprendentemente (visti i nomi delle ganaderias) interessante: un Morante con gana y duende, El Juli enorme in dominio e tecnica, e soprattutto tori con forza e gioco, per un totale di 17 picche.
Dalla Misericordia, Saragozza, il nostro uomo parla di una corrida trionfale, 23 picche in totale, con il Prieto de la Cal e il Fuente Yimbro su tutti.

Nei prossimi giorni vedremo di pubblicare una cronaca più completa, raccolta in loco, di entrambe.

giovedì 24 aprile 2008

Peligro: toros bravos


Quelli di Ceret sono andati a vedere i tori a suo tempo selezionati per la loro feria, in luglio.
Prieto de la Cal, Hernandez Plà, Bucaré, Escolar Gil.
Ganaderias sconosciute ai più, accuratamente evitate dalle star, insomma tori per Ceret.
Qui le foto, sarebbe un peccato non darci un occhio.

mercoledì 23 aprile 2008

La corrida in Italia



Nel luglio del 1923, tori andalusi e toreri spagnoli a Torino: la notizia su La Stampa.





(grazie a Marco Coscia per la segnalazione e il materiale)

250.000


Sono gli euro che ha chiesto José Tomas per toreare a Bayonne, quest’estate.

Sono tanti, e nessun altro arriva a queste cifre.
A Bayonne hanno deciso di rifiutarglieli e di spenderli meglio.
Hanno fatto bene.

Per gli stessi motivi José Tomas non sarà a Dax, o a Beziers, e sembra nemmeno a Mont de Marsan: insomma in nessuna delle grandi ferias estive francesi.
A Bayonne dunque non ci sarà José Tomas ma ci saranno i tori di Miura, Palha, Victorino, Yonnet: il programma non è ancora uscito ma queste sono indiscrezioni accreditate.
A Dax, sempre stando alle voci che arrivano da là, ci sarà una corrida con El Juli, Manzanares e Perera, una combinazione tra le migliori che si possano allestire oggi sul piano dei toreri.

José Tomas resta un torero di una categoria superiore, l’entusiasmo che suscita in alcuni settori dell’aficion e che a volte trascende in vero e proprio culto è davvero pari a nessun altro.
Ma in Francia la prossima estate hanno deciso di spendere i soldi con più criterio: per i toreri e per i tori.

Unica eccezione a Nimes, dove la feria di Pentecoste (*) programma al suo secondo giorno una fantomatica corrida di gala: Javier Conde, José Tomas, Castella.
Tori, i Garcigrande di garanzia di cui però gli aficionados non ne possono più.
Risultato: per questa corrida i prezzi sono più alti che per le altre, e nonostante questo ore di coda al botteghino e biglietti spazzolati rapidamente in poche ore.
E si introduce così, trainati dall’effetto José Tomas, un principio assolutamente incredibile: che ci siano corride per le quali valga la pena spendere più di altre.
Come per negare che ogni corrida ha a priori gli stessi motivi di interesse, che ogni corrida è un momento a sé, irripetibile e unico, pari a tutte le altre.
Soprattutto, come se la vita che si giocano gli uomini o che sacrificano i tori avesse un prezzo diverso da corrida a corrida.

Per inciso, ho visto fare a José Tomas l’anno scorso proprio a Nimes una faena da brividi: onirica e sognante, armonica, magnetica, strepitosa.
Ma se il culto per JT porta a questo, un applauso alle scelte di Bayonne e delle altre piazze.


(foto Ronda - José Tomas a Dax, 11 agosto 2007)

domenica 20 aprile 2008

Novillada


La miglior corrida da veder per prima è la novillada.

da Morte nel pomeriggio, di Ernest Hemingway

Novillada: corsa di giovani tori (novillos) di più di due e meno di tre anni se si tratta di una novillada senza picadores, di tori dai tre ai quattro anni se sono piccati e che si svolge come una corrida formale. I matadors sono chiamati novilleros (...)
Adolescente, il novillo entra più volentieri nel gioco che gli si propone. Il suo isntinto di difesa che lo spinge a fare uso delle sue corna resta in gerenale moderato. Avversario incompleto, salvo sotto il profilo della bravura che si esprime attraverso i suoi assalti ripetuti contro il picador e la prontezza della carica: essa non varia con il tempo e può essere considerata come un attributo di nascita.
L'arte però non saprà raggiungere la sua vera dimensione, praticata con delle bestie giovani la cui sfida non presenta lo stesso interesse que quella agli animali arrivati alla loro maturità.
E' nel salto dai tre ai quattro anni che il carattere della bestia matura (...)
La maggior parte dei novilleros sono così poco pagati che devono pagare dei soldi dopo la corrida.

da La Tauromachie - histoire et dictionnaire, di Robert Bérard

Non fatevi illusioni: ci sono novilladas senza picadores molto più dure delle altre, piccate.
Tutto dipende comunque dai novillos che vengono liberati nell'arena: dalla loro età ma anche dalla loro forza, dalle loro corna e soprattutto dalla loro origine. I novillos provenienti da allevamenti di mezza casta, o peggio ancora, come si vede in certi villaggi, pongono talvolta dei grossi problemi agli apprendisti toreri.
E' davvero lì che si impara il mestiere, a condizione però di avere vicino a sé un peone (subalterno) ricco in esperienza, non per forza conosciuto, ma di quei tipi che ne hanno viste di tutti i colori e che la sanno lunga sui tori, che a loro sono costati parecchio sudore...

da Aficion, de El Tio Pepe

(foto Ronda - Marco Leal alla novillada di Palla, Arles 23.03.08)

sabato 19 aprile 2008

Rafael il calvo


La penna ispirata e ricca di Jacques Durand è all'origine di Rafael le chauve, edizioni Verdier (*).
La rocambolesca vita, non solo quella torera ma soprattutto, di Rafael el Gallo, Rafel il Calvo, grande torero degli inizi del secolo scorso.
C'è che il libro è pieno di storie e aneddoti tra l'incredibile e il neorealismo, e c'è anche che Durand scrive davvero bene, ed è un peccato non conosere il francese a sufficienza per cogliere tutte le mille sfumature, quelle nuances, quelle invenzione e quei richiami di cui l'autore ha infarcito ognuna delle 91 pagine.

El Gallo deve essere stato un personaggio unico, lontano da parecchi canoni, ma vero fino al midollo.
Torero ispiratissimo e codardo, spesso inconsapevole e disarmato di fronte al toro, altre volte sublime e altissimo cesellatore di passi irripetibili.
Confessava di ignorare ciò che gli capitava quando le cose giravano per il verso giusto, nell'arena, lo ignorava perchè il suo toreo tutto istinto non gli assicurava le basi di tecnica e conoscenza che altri possedevano.
Come quella volta che, commentando una delle sue faenas miracolose, disse: non so bene cosa sia successo, so solo che a ogni passo mi scendevano delle lacrime.

Il libro è all'altezza di questa figura così incredibile della tauromachia, un artista nel senso più stretto della parola: un personaggio diretto, sincero, autentico.
Come con quel toro di Murube, a Barcellona, diventato improvvisamente "più duro della pietra dei tempi dei mammut".
El Gallo lo lascia lì, non riesce a ucciderlo.
Sereno, esce dal ruedo: "quello che non si può fare, non lo si può fare, e tra l'altro è impossibile".

Gran bel libro e gran personaggio.
Un torero geniale e imprevedibile, originale e irritante, codardo e zingaro.

Un aneddoto su tutti.
Corrida di addio, a Siviglia, il suo ultimo toro.
Scorge un amico nel pubblico, gli si avvicina montera in mano e gli brinda il toro: "A te, amico della mia infanzia, protettore dei miei inizi, principe degli aficionados, io dedico quest'ultimo toro della mia vita di torero".
Si incammina verso il centro dell'arena ma individua un altro amico, seduto sui gradini: "A te, amico eccellente, gloria della musica spagnola, dedico la morte dell'ultimo toro che vado a uccidere nella mia vita di torero".
Si avvicina finalmente al toro ma ecco che incrocia lo sguardo di Algabeno, un torero amico.
Stessa scena, El Gallo si appoggia alla barrera: "A te vecchio compagno, il cui cuore ha sempre seguito la spada, a te il miglior matador che ho mai conosciuto, dedico questo, l'ultimo toro della mia vita da torero e osserva se il mio lavoro non sia degno di te".
Tre brindisi per un solo toro.
Parte infine e con l'approvazione e il sollievo di tutti verso il toro.
Ma all'improvviso si ferma, gli volta le spalle e si avvicina a suo fratello Joselito, il grande Joselito.
Gli porge la spada: "Tieni Josè, uccidilo tu per me. Non mi piace come mi guarda".

Libro da leggere, si trova facilmente online ed anche qui.

mercoledì 16 aprile 2008

Le foto di Christophe


Per quegli imprevisti e piacevoli incontri che capita di fare (spesso in realtà) sulla strada dei tori, mi è capitato di conoscere un annetto fa Christophe Moratello, da Tolosa.


E' grazie a lui se la mia videoteca è passata in poco tempo da grigiamente sguarnita a, oggi, discretamente ricca.
In particolare da lui arriva un video in cui figura Nimeno II ancora giovane e acerbo, ma già lui di fronte ai tori e di fronte alle persone: il dvd è girato tante volte nel lettore.
Un regalo gradito, davvero.

E' un aficionado gentile e sincero, Christophe: e appassionato, per definizione.

La rete, si sa, aiuta a tenere vicine anche quelle persone che vicine non sono, e sono sempre una bella novità le sue mail, lo scambio di pensieri e di sensazioni che con naturalezza non ci siamo mai negati.
E lui è a suo modo un amico, un contatto, un piacevole ritrovo.


A quella per i tori Christophe aggiunge la passione per la fotografia, e queste due immagini sono sue.
Le altre sono qui: vale la pena farci un salto.

Lo vedremo presto, e sarà ne sono certo un incontro spontaneo e caldo come tanti altri fatti in questi anni.

(foto di Christope Moratello)

martedì 15 aprile 2008

Affiches 2008



Domenica, con la tradizionale miurada di chiusura, è finita la feria di Siviglia.
A leggere un pò in internet, ma soprattutto a sentire le parole degli amici che ci sono stati, due settimane parecchio deludenti.
Brutta feria, a conti fatti, in piena linea con il manifesto: orribile, firmato Miquel Barcelò (*).





Sui toni del giallo anche Madrid, quest'anno, con la feria di San Isidro che prenderà il via l'8 maggio.
Si chiuderà il 31, come tradizione, con i tori di Victorino Martin.
A priori, si sa, non si può pronosticare niente: certo è che in tanti hanno trovato la combinazione delle corride piuttosto anonima, e l'opera sul cartel sembra adeguarsi.








Roger Esteve (*) è invece l'autore del dipinto scelto per l'affiche di Ceret.
Sulla scelta dei tori si è già detto, e non si scopre certo qua il primato di Ceret.
Ora ci sono anche i toreri, e bastano le presenze de El Fundi, Rafaelillo ed Esplà per stare tranquilli.
A suggellare il tutto questo bel dipinto che finisce sul manifesto: ottima la scelta dei colori, ottima l'intepretazione di Ceret e della sua tradizione.




Nimes (*) e Vic Fezensac (*), perlomeno sul piano della locandina, per gusti squisitamente personali, non meritavano nemmeno di essere qui citate.

domenica 13 aprile 2008

Istante eterno



"Il toreo è un'arte molto fugace.
Quello che ho cercato nella mia vita è questa grandezza dell'istante eterno."

Da un'intervista a Curro Romero.

(foto Ronda - novillada di Palla, Arles 23.03.08)


sabato 12 aprile 2008

La coleta di Rincon


In origine i toreri portavano i capelli lunghi, raccolti a chignon durante le corride per ammortizzare la botta in caso di caduta.
Arrivata la moda dei capelli corti i toreri continuarono, per distinguersi, a conservarne una ciocca sulla nuca.
Ma i tempi cambiano per tutto e tutti, e i toreri cominciarono a portare una sorta di ciuffo posticcio, indossato e fissato con delle mollettine unicamente in occasione della corrida.
Si deve a Belmonte l'invenzione di questa coleta posticcia, e Joselito al contrario non volle mai adeguarsi alla novità.
Rivali anche in questo.
Quando un torero si ritira, definitivamente, si dice che se copa la coleta, si taglia la coda: sta a un altro torero, o a un subalterno della sua cuadrilla, o a una persona particolarmente amata, scendere in pista e con le forbici levargli per sempre quello che è il simbolo della sua professione, tra gli applausi del pubblico.

Cesar Rincon si è tagliato la coleta a Bogotà, nella sua terra, un paio di mesi fa.
La tradizione vuole che il ciuffo posticcio sia fabbricato con i capelli di una donna amata: la madre, la moglie, la figlia, la sorella, un'amante.
L'amore nella morte.

Un giorno di parecchi anni fa in Colombia a Manizales, città tanto aficionada che ha fatto di un pasodoble il suo inno ufficiale, Rincon era nel cartel per la corrida del pomeriggio.
Uscì in trionfo.
Salito sul van insieme alla cuadrilla, non prima di aver varcato la soglia della plaza de toros sulle spalle di chi lo portava, il ritorno all'albergo era eccitato e lieve.
Un trionfo a Manizales vuol dire euforia e stanchezza.
Sulla strada, una pattuglia li ferma.
Una poliziotta si fa avanti.
Una bella donna, alta, occhi neri e capelli corvini raccolti in una lucida coda.
Nel furgoncino cala il silenzio, che l'eccitazione collettiva aveva contagiato anche l'autista, e la guida non era stata irreprensibile.
La poliziotta getta uno sguardo dentro, si allontana e torna verso la volante.
Una multa, di sicuro.
La donna ritorna, si avvicina al van e fa segno a Rincon di aprire il portellone.
E poi tutto si trasforma, il copione bruscamente si stravolge, e si fa spazio una di quelle storie di passione vera, di quella spontaneità ormai dimenticata tra gli uomini di cui la storia della corrida è ricca e feconda.
La poliziotta ha un paio di forbici, senza dire niente si porta le mani dietro alla testa e si taglia un ciuffo di capelli.
E lo porge a Rincon, con poche parole: maestro, io sono una sua ammiratrice, ero all'arena oggi e altre volte che lei ha trionfato, prenda questo come segno della mia gratitudine.

La coleta di Rincon, quella che è caduta sulla sabbia di Bogotà a fine febbraio, quella che lui ha portato da quel giorno e per anni, era nera e lucida, come i capelli di quella donna serviti a fabbricarla.

(foto Campos y Ruedos - Cesar Rincon)

giovedì 10 aprile 2008

L'aereo del Cid e Ponce


El Cid è un torero sobrio, lo dicono tutti, ormai è un refrain irrinunciabile.
Un’etichetta indivisibile dal nome, una formula standardizzata, un binomio inscindibile.

Francamente è difficile definire lo statuto ontologico del torero sobrio: si intende forse così definire il suo toreo, in effetti poco incline a narcisismi e fioriture e invece più attento alla preservazione di un classicismo magari poco spettacolare ma profondo e puro.
O forse la sobrietà alla quale ci si riferisce è quella dell’uomo, lontano dalle tentazioni della vita da protagonista se non addirittura da star, lontano da fotografi, serate mondane e dichiarazioni roboanti.

Ma è vero, qua si parla di un (grande) torero diverso da tutti gli altri (grandi) toreri.
Per dirne una sola, El Cid è quello che l’anno scorso a Bilbao (e mica in un villaggio qualsiasi della provincia andalusa, ma a Bilbao, dove i tori escono grossi e armati) si è messo di fronte a sei Victorino Martin.
Sei Victorino Martin.
Chi c’era ricorda un pomeriggio di lacrime: del pubblico per l’emozione e i brividi, e di Manuel Jesus, El Cid, per l’emozione e la fatica.

Ecco, fino a pochi giorni fa El Cid era uno dei pochi toreri di primo piano a non avere un sito internet.
Preferiva al virtuale la concretezza delle serate nei club di aficionados, a Madrid e in giro per la Spagna, che si beve un bicchiere, ci si guarda in faccia, ci si spiega con le parole con gli occhi e con le mani, a parlare di tori e toreri.
Ora è in rete la sua pagina web.
Che non è fatta male, invero, con un bel excursus della sua carriera dagli esordi ai trionfi di oggi e con dei commenti interessanti e curiosi che El Cid fa sul suo proprio toreo.

Il problema è nella sezione reportajes.
Si legge che El Cid e Ponce hanno condiviso un aereo, privato probabilmente, per trasferirsi fino ad Arles dove avrebbero toreato insieme il venerdì di Pasqua.
Partenza da Siviglia, piccolo scalo a Valencia per recuperare Enrique Ponce, di nuovo in rotta fino ad Avignone e da qui all’arena.
Le foto sembrano una rinuncia definitiva a tutta l’epica del torero-personaggio-vero nonostante il successo, legato alla tradizione fino al parossismo, la tradizione che vuole anche ad esempio che torero e cuadrilla si spostino in macchina e furgoncino tra una città e l’altra.
Le immagini di quel viaggio in aereo Siviglia-Valencia-Arles, corrida floscia di Samuel Flores sbrigata velocemente, e poi ancora Arles-Siviglia per toreare a Pasqua, sembrano segnare un passaggio, umano prima che altro, dello statuto e della vita del torero.

Decollo, atterraggio, corrida, due tori, decollo, atterraggio.
La sobrietà spazzata via, per un verso.

Ma c’è uno scatto, in quel www, e l’imbarazzo dell’aficionado che ha sempre apprezzato le qualità di serietà e semplicità de El Cid è fortunatamente compensato da quei tre o quattro video che ci sono sul sito, nelle altre sezioni che fortunatamente restituiscono la giusta dimensione al tutto.
Bilbao ovviamente, e poi la faena a Borgones, un Victorino Martin da vuelta al ruedo e da due orecchie per El Cid, l’anno scorso a Siviglia.
E la faena, grandiosa per potenza e intensità, a Guitarra di Alcurrucen, a Madrid nel 2005.
Consiglio di prendersi qualche minuto e godersela.

Quel giorno Cesar Rincon uscì dalla Puerta Grande dopo una lezione di toreo e El Cid regalò questo capolavoro.
Erano arrivati nella capitale in macchina e con il furgoncino, insieme alla cuadrilla, di sicuro.

(foto Ronda: El Cid a Arles, venerdì 21 marzo 2008, corrida di Samuel Flores)

martedì 8 aprile 2008

La Passion mise en croix


E' il titolo di un'opera.
Di un'esposizione, una raccolta di 14 tavole.
Sacrilega per qualcuno, enorme per qualcun altro, sicuramente impetuosa, travolgente a suo modo.

La Passion mise en croix.

Andava vista, per la forza che quei quadri esprimevano .
Il rosso e il nero, la sensualità e insieme la tragedia, la luce e le tenebre.
Il sacro e il profano, per una volta non un abusato modo di dire ma davvero a convivere, a contaminarsi, sovrapporsi, unirsi.
Un toro un torero e una musa, la spada e la croce.

Si sa, l'arte si è spesso occupata di tauromachia, e sarebbe qui stucchevole ricordare tutti i grandi che sulla tela e nelle poesie, in musica e nei nei romanzi si sono occupati di dare forma al mistero dell'incontro dell'uomo e del toro e di tutto quello che c'è attorno, prima dopo e durante.

Questa volta si aggiunge il sacro.
La croce, gli angeli, la liturgia.
Il sangue.
Passione, in ogni significato.

Quella di Cristo, Passione tra la condanna e la morte, la caduta e la croce, e quella del toro, passione dal sorteggio alla spada, le veroniche e le banderillas.

Un'opera così poteva essere esposta solo in una chiesa gotica, i tori al pomeriggio nell'arena e le sevillanas la sera.

E' successo alla bodega Les Andalouses, ad Arles.

Qui le tavole esposte, vale una pena darci un occhio.

(immagine #1: particolare della tavola della quinta stazione;
immagine #2: foto Ronda, bodega Les Andalouses la domenica di Pasqua)

domenica 6 aprile 2008

Un'etica coerente

"La corrida non è né immorale né amorale verso le specie animali. Anche se non diffonde la morale universalista dei diritti dell'uomo o l'etica riduzionista dei diritti dell'animale, (la corrida) è morale.

Meglio: lo statuto etico del toro nella corrida potrebbe servire da modello ad ogni nostro rapporto verso tutti gli animali.
Non certo perché bisognerebbe allevarli tutti per combatterli come tori.
Ma il rapporto dell'uomo verso i tori durante la loro vita e il loro ultimo combattimento è sotto tutti gli aspetti esemplare del rispetto dovuto ad ogni specie.
(...) Quello che ci insegna innanzitutto la corrida, è ad essere attenti ad un rapporto non tanto verso l'animale in generale, ma verso il toro in particolare.
E' l'unico accesso possibile ad una morale verso gli animali: pensare la singolarità delle specie e la specificità delle relazioni che ci legano ad ognuna di esse.

(...) L'animale non esiste. E' l'effetto di un'illusione antropocentrica: ci poniamo di fronte a tutte le altre specie, le battezziamo genericamente dello stesso nome (animale), e così facendo ci eleviamo a padroni e legislatori di una Natura di cui noi non faremmo parte.

Ma se l'animale non esiste, bisogna forse concludere che noi non dobbiamo prenderci cura degli animali, che noi non dobbiamo regolamentare la nostra vita nel rapporto con essi?
Al contrario. Dal momento in cui ci si sbarazza di questo pseudo concetto dell'animale, diventa possibile un'etica coerente verso la natura."

- liberamente tradotto da "Philosophie de la corrida", Francis Wolff, ed. Fayard, 2007 -

(foto Ronda: Talavante a Bilbao, 21 agosto 2007, corrida di Torrealta)

sabato 5 aprile 2008

Maledetta la pioggia

"Maledetta la pioggia!"
Rafael Gomez Ortega, detto El Gallo, fu uno dei più importanti toreri della sua epoca.
Si era ai primi decenni del secolo scorso.
Personaggio pittoresco, generoso, con una vita arrischiata, fu un grande torero: a tratti geniale, con uno stile elegante e vario.
"Preferisco una bronca a una cornata" è una di quelle frasi tranchant, quasi sentenze, che dispensava spontaneamente e che contribuirono a creare il personaggio.

"Maledetta la pioggia!"
Era nervoso, quel giorno, El Gallo: continuamente ripercorreva quei passi che separavano il letto della camera dalla sedia su cui il mozo de espada aveva già e premurosamente sistemato il suo abito di luci, la capa, la montera e tutto.
I due scarpini, ai piedi di questa colorata e luccicante composizione, due minacciosi gendarmi.

"Maledetta la pioggia!"
Proprio oggi, questa non ci voleva.
El Gallo non ha nessuna voglia di fumare uno dei suoi sigari: gli aficionados sono appena tornati dal sorteo, e i tori hanno un aspetto magnifico, dicono.
Si sa, non sempre aficionados e toreri hanno gli stessi gusti su questo: è così da sempre e sarà ancora così.
Ma all'ora del pranzo si ride giù da basso, là da basso sotto alla camera dell'albergo, là da basso da dove l'eccitazione arriva attraverso le risa e gli schiamazzi degli aficionados, ci sono tori meravigliosi, grandi, corna come si deve e aperte, sarà una grande corrida.

"Maledetta la pioggia!"
Rafael Gomez El Gallo è ora irritato, una strana paura lo attanaglia.
Basterebbe un temporale ben fatto per arrivare all'annullamento della corrida, rispedire a casa tutta questa gente che già si accalca per le strade direzione plaza de toros, con i picador che arrivano a cavallo, e le fanfare che suonano, là in fondo.
Proprio oggi, non ci voleva.

"Maledetta la pioggia!"
Il mozo de espada gli fa fretta.
E' l'ora di vestirsi, di pregare i santini della vergine alla luce della lampada ad olio, di andare.
E soprattutto basta preoccuparsi per il tempo, maestro!
Il cielo è di un azzurro pieno e luminoso.
E gli aficionados non vedono l'ora che lo spettacolo inizi, con quei tori grandi e fieri.

"Non preoccupatevi, maestro, non verrà giù una goccia d'acqua. La corrida si farà, nessun dubbio."
Qualche attimo di silenzio, lo sguardo per l'ultima volta all'immagine un pò kitch e un pò naif della vergine sul tavolino.
"Appunto - gli rispose El Gallo - Maledetta la pioggia!"

(immagine: Sans titre, quadro di Alain Lagorce, pittore e aficionado parigino, amico)

giovedì 3 aprile 2008

Michael Crouser


Ho sfogliato Los Toros di Michael Crouser (*) alla Boutique des Passionnés di Arles (*), che ha l'esclusiva per la Francia.
Davvero un grande libro, purtoppo grande anche nel prezzo.

Foto, semplicemente, meravigliose.

Se ne può vedere qualcuna online, per fortuna: qui, qui, e soprattutto qui.




(foto di Michael Crouser prese da Los Toros)

mercoledì 2 aprile 2008

Un Samuel Flores...


...può essere così.

Questa è la copertina del nuovo numero di Toros, ieri nella cassetta della posta.
Ogni volta la rivista arriva protetta da un cellophane, e fin qui capisco e apprezzo, ma in più con la copertina nascosta sotto un foglio bianco molto anonimo recante (in piccolo) solo l'indirizzo del destinatario.
E' che il foglio copre tutta la copertina per intero, ed è un peccato: una foto così andrebbe esibita, non celata.

E' un toro di Samuel Flores, l'aspetto francamente è magnifico.
Risulta difficile pensare che fossero Samuel Flores pure quelli che abbiamo visto ad Arles il venerdì di apertura: che a dirla tutta non erano nemmeno malaccio come presentazione, ma dal punto di vista del carattere e della forza...nessuna traccia di quello che c'è nello sguardo di questo qua di fianco.

Pomeriggio noioso e grigio, per i tori e per i toreri, e per le nuvole gonfie sopra all'arena.