sabato 12 aprile 2008

La coleta di Rincon


In origine i toreri portavano i capelli lunghi, raccolti a chignon durante le corride per ammortizzare la botta in caso di caduta.
Arrivata la moda dei capelli corti i toreri continuarono, per distinguersi, a conservarne una ciocca sulla nuca.
Ma i tempi cambiano per tutto e tutti, e i toreri cominciarono a portare una sorta di ciuffo posticcio, indossato e fissato con delle mollettine unicamente in occasione della corrida.
Si deve a Belmonte l'invenzione di questa coleta posticcia, e Joselito al contrario non volle mai adeguarsi alla novità.
Rivali anche in questo.
Quando un torero si ritira, definitivamente, si dice che se copa la coleta, si taglia la coda: sta a un altro torero, o a un subalterno della sua cuadrilla, o a una persona particolarmente amata, scendere in pista e con le forbici levargli per sempre quello che è il simbolo della sua professione, tra gli applausi del pubblico.

Cesar Rincon si è tagliato la coleta a Bogotà, nella sua terra, un paio di mesi fa.
La tradizione vuole che il ciuffo posticcio sia fabbricato con i capelli di una donna amata: la madre, la moglie, la figlia, la sorella, un'amante.
L'amore nella morte.

Un giorno di parecchi anni fa in Colombia a Manizales, città tanto aficionada che ha fatto di un pasodoble il suo inno ufficiale, Rincon era nel cartel per la corrida del pomeriggio.
Uscì in trionfo.
Salito sul van insieme alla cuadrilla, non prima di aver varcato la soglia della plaza de toros sulle spalle di chi lo portava, il ritorno all'albergo era eccitato e lieve.
Un trionfo a Manizales vuol dire euforia e stanchezza.
Sulla strada, una pattuglia li ferma.
Una poliziotta si fa avanti.
Una bella donna, alta, occhi neri e capelli corvini raccolti in una lucida coda.
Nel furgoncino cala il silenzio, che l'eccitazione collettiva aveva contagiato anche l'autista, e la guida non era stata irreprensibile.
La poliziotta getta uno sguardo dentro, si allontana e torna verso la volante.
Una multa, di sicuro.
La donna ritorna, si avvicina al van e fa segno a Rincon di aprire il portellone.
E poi tutto si trasforma, il copione bruscamente si stravolge, e si fa spazio una di quelle storie di passione vera, di quella spontaneità ormai dimenticata tra gli uomini di cui la storia della corrida è ricca e feconda.
La poliziotta ha un paio di forbici, senza dire niente si porta le mani dietro alla testa e si taglia un ciuffo di capelli.
E lo porge a Rincon, con poche parole: maestro, io sono una sua ammiratrice, ero all'arena oggi e altre volte che lei ha trionfato, prenda questo come segno della mia gratitudine.

La coleta di Rincon, quella che è caduta sulla sabbia di Bogotà a fine febbraio, quella che lui ha portato da quel giorno e per anni, era nera e lucida, come i capelli di quella donna serviti a fabbricarla.

(foto Campos y Ruedos - Cesar Rincon)

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