domenica 6 aprile 2008

Un'etica coerente

"La corrida non è né immorale né amorale verso le specie animali. Anche se non diffonde la morale universalista dei diritti dell'uomo o l'etica riduzionista dei diritti dell'animale, (la corrida) è morale.

Meglio: lo statuto etico del toro nella corrida potrebbe servire da modello ad ogni nostro rapporto verso tutti gli animali.
Non certo perché bisognerebbe allevarli tutti per combatterli come tori.
Ma il rapporto dell'uomo verso i tori durante la loro vita e il loro ultimo combattimento è sotto tutti gli aspetti esemplare del rispetto dovuto ad ogni specie.
(...) Quello che ci insegna innanzitutto la corrida, è ad essere attenti ad un rapporto non tanto verso l'animale in generale, ma verso il toro in particolare.
E' l'unico accesso possibile ad una morale verso gli animali: pensare la singolarità delle specie e la specificità delle relazioni che ci legano ad ognuna di esse.

(...) L'animale non esiste. E' l'effetto di un'illusione antropocentrica: ci poniamo di fronte a tutte le altre specie, le battezziamo genericamente dello stesso nome (animale), e così facendo ci eleviamo a padroni e legislatori di una Natura di cui noi non faremmo parte.

Ma se l'animale non esiste, bisogna forse concludere che noi non dobbiamo prenderci cura degli animali, che noi non dobbiamo regolamentare la nostra vita nel rapporto con essi?
Al contrario. Dal momento in cui ci si sbarazza di questo pseudo concetto dell'animale, diventa possibile un'etica coerente verso la natura."

- liberamente tradotto da "Philosophie de la corrida", Francis Wolff, ed. Fayard, 2007 -

(foto Ronda: Talavante a Bilbao, 21 agosto 2007, corrida di Torrealta)

1 commento:

Juan Medina ha detto...

Fantástico post...

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Juan Medina
Badajoz (España)
juanbdj@gmail.com