domenica 31 agosto 2008

Dax 2008 - i toreri

Prima di tre puntate dedicate ad una panoramica sulla feria di Dax di quest'anno: qui si parla, come da titolo, dei toreri.
Premettendo che il reportage è inevitabilmente incompleto, avendo mancato per scelta la corrida del 14 e per errore quella del 15: abbiamo visto le tre altre corse che formavano il programma, quelle con le figuras, quelle con il cartel più lussuoso.

Mercoledì 13 agosto, per la prima della feria, Curro Diaz, El Cid e Talavante di fronte a dei Conde de Mayalde.
Curro Diaz ci ha sorpreso per la sua eleganza, con una lentezza ed una dolcezza incredibile nei gesti, con una personalità marcata ma sobria. Stile, Curro Diaz ha stile. Un paio di veroniche al rallentatore, con il movimento dei muscoli ridotto al minimo indispensabile per spiegare la capa, lentissime. Alla muleta la stessa dolcezza, la stessa grazia. Peccato due volte: che al primo toro il pubblico fosse ancora intorpidito dal sole e dalla digestione del primo pranzo di feria, e non si sia accorto che Diaz forse meritava più di un'ovazione; e peccato per il secondo toro, senza motore, che ha negato qualsiasi emozione alla seconda faena.
El Cid ha risolto discretamente, con la sua mancina così osannata, i problemi che il suo primo gli presentava a sinistra, poi poco altro. Al quinto del pomeriggio invece ha dato l'impressione di cercare più la sensazione che la profondità, andandosi a vestire di panni che francamente non crediamo siano i suoi: qualche tentativo di toreo circolare, qualche adorno un pò sbruffone, qualche altro effetto più di forma che di sostanza. Un pò strano vederlo così, ma il pubblico di Dax (inevitabilmente, diremo a fine feria col senno di poi) ha apprezzato: orecchia.
Infine Talavante. Bene con il suo primo toro, una faena con i piedi fermi nella sabbia, ispirata, con gusto e autorità. Tre trincheras consecutive hanno fatto esplodere l'arena, prima dell'intera e del descabello che hanno chiuso l'affare: orecchia, a nostro avviso meritata.
Al sesto toro invece ha fatto di tutto per cancellare tutto il buono fatto un'ora prima, con dei passi senza anima e senza coinvolgimento: buon per lui che i trofei, una volta assegnati, non si possano ritirare, che sennò saremmo stati legittimati a chiedergli indietro l'orecchia tagliata al suo primo.

Il 16 è stato il giorno di Ponce, che praticamente toreava nel giardino di casa vista l'accoglienza e la devozione di cui gode a Dax.
Con Juan Bautista e Serranito (presenza piuttosto curiosa, la sua, in una feria di rilievo come quella di Dax) si è messo di fronte a dei Samuel Flores assai lontani dalla fama di ganaderia interessante, con un tono di piccante, che negli anni ne ha accompagnato il nome.
Ponce esce con 4 orecchie da questa corrida, noi per converso siamo usciti stupefatti dall'arena.
Certo ha mostrato cose belle: passi eleganti, lenti, lunghi, serie precise e magnetiche, plastico e armonioso dall'inizio alla fine.
Certo, alcune cose sono state sublimi dal punto di vista dell'arte e della creazione, e non abbiamo difficoltà a riconoscerlo: tre o quattro veroniche sinuose e seduttive e soprattutto almeno un paio di cambi di mano superlativi.
Ma noi, attenzione, ci siamo annoiati.
Cose deliziose, per carità, ma di fronte al nulla.
Noioso.
I suoi due tori erano scandalosamente vicino allo zero, e se qualcuno ha visto la sua prima corrida proprio quel giorno è autorizzato a pensare che i tori da combattimento siano in realtà ammaestrati per seguire tontamente, e per carità camminando piano, la muleta.
4 orecchie, trionfo totale, tutta Dax in estasi: vorrà dire che ancora ci capiamo poco, di corride.
Bautista ha trovato un primo toro fiacco come quello di Ponce ma in più anche un filo rognoso, e c'è stato poco da fare. Peccato per quelle manoletinas prima della spada, che quando fatte a conclusione di una faena di emozioni, profonda, vera, vanno a impreziosire tutto il lavoro: ma quando messe a chiudere un lavoro insipido come questo perdono di significato e mostrano solo il loro lato più kitch.
Al suo secondo invece e per nostra grande soddisfazione si è rivista in alcuni momenti l'ispirazione di San Sebastian: a partire dalla capa, con veroniche, chicuelinas e una revolera notevole, più un gustoso quite di gaoneras.
Poi alla muleta il Bautista più puro e classico: toro chiamato da lontano, serie concrete e penetranti, un toreo efficace e grande.
Peccato che il toro si spenga e la faena inevitabilmente con esso.
Un'orecchia dopo una spada intera messa non impeccabilmente, e dopo una faena che se possibile abbiamo goduto più delle due di Ponce.
Infine Serranito. Che esordisce iniziando la prima faena con un pase cambiado in mezzo all'arena, il toro parte da venti metri, lui prende male le misure e si ritrova esattamente in mezzo alle corna, il corpo scoperto ché la muleta era dall'altra parte. Gran volo per aria, caduta rovinosa, ma per fortuna il tutto senza gravi conseguenze. Da quel momento però il giovane torero viaggerà a tre cilindri, e non darà praticamente più notizie di sé.

Domenica 17 agosto il cartel extralusso della feria: i Victoriano del Rio per le tre giovani star El Juli, Manzanares e Perera.
Clamoroso quello spettatore che alla fine del paseo ha gridato, mentre El Juli si sistemava per ricevere il suo primo: "En-ri-que Pon-ce!!!", come in un qualsiasi stadio di pronvincia italiano...incredibile e patetico davvero, ma ne parleremo nelle prossime volte.
El Juli inizia bene, 5 veroniche a piedi unite, immobile, tra le migliori in assoluto della feria: ma il pubblico rimane silenzioso, freddo. C'è il problema che di cognome fa Lopez e non Ponce, evidentemente.
Le prime serie a destra sono nello stile della casa: potenti, di dominio, perfette. Che El Juli non è un torero artista, come qualcuno erroneamente pensa: El Juli è un torero dominatore, forte, in grado di sottomettere un toro con tre passi e da lì controllarlo fino alla fine.
A destra molto bene, a sinistra però succede qualcosa: il toro da quella parte ha un corno fatto per il trionfo, mette bene la testa nella muleta ma non dà problemi, attacca ma segue.
Ma El Juli sembra rinunciare, il suoi passi si fanno senza convinzione, la faena si abbassa di tono: un paio di serie a sinistra anche buone, per carità, ma non come avrebbero potuto essere, strano. Uccisione pessima e applausi.
Al quarto della giornata, praticamente non piccato, a parte un buon lavoro con la capa El Juli non offre se una pallida imitazione di sé stesso, con nulla da ricordare. Uccisione ancor più macchinosa e silenzio puntellato di qualche fischio qua e là.
Manzanares ha raccolto un silenzio al suo primo e un silenzio al suo secondo. Il secondo toro della corrida in effetti era veramente un toro da fine saldi, ma al quarto Manzanares non ha fatto il tentativo minimo necessario per dominarlo. Risultato: faena scomposta, e toro difficile da uccidere perché, non toreato, arriva a fine faena con la testa ancora alta e con dei passi ancora nelle gambe.
Perera per terzo, a chiudere la feria. Buon lavoro al primo toro sia con la capa (8/10 tra delantales e veroniche, con i piedi incollati per terra) che con la muleta, sempre molto deciso e autoritario. Faena forse più lunga del dovuto, chiusa con un buon colpo di spada che però gli vale solo degli applausi. Più o meno stessa storia al sesto, ma di fronte ad un toro con più carica e poder. Dopo un quite davvero apprezzabile, la faena prende il volo con un paio di serie a destra davvero buone. Fermo, attende la carica del toro e la indirizza a piacimento. Un pinchazo, un'intera dritta dritta nel polmone e un'orecchia a salvare (?) una chiusura disastrosa della cinque giorni.

Dovessimo riassumere in una frase sola, diremmo che dai toreri abbiamo visto nelle tre corride di Dax dei dettagli, a volte anche molto buoni, ma niente più che dettagli.
Poco dominio, poco toreo de verdad, molto fioretto e poca sciabola.
Deludente la prova del Juli, una manciata di buone cose sono arrivate da Curro Diaz, Talavante, Perera e Bautista, più le meravigliose confezioni con cui Ponce ha ingentilito scatole vuote.
Poi niente.
Episodi, poco di più.

Se poi pensiamo che a tori, a Dax, ci è andata anche peggio...

(foto Ronda: Curro Diaz, in alto, e Enrique Ponce nelle loro corride a Dax 2008)

mercoledì 27 agosto 2008

100 y 100s: vacanze intelligenti

Cenicientos è un nome che probabilmente non dice nulla nemmeno alla stragrande maggioranza degli spagnoli. Ma gli aficionados, e in particolare quelli più attenti al toro e alle cose fatte bene, sanno che si tratta di uno dei santuari della corrida de toros.
La versione iberica di Ceret.
Marco Coscia, pienamente nel ruolo di avanscoperta (grazie a lui abbiamo scoperto i tori di Bilbao, quelli magnifici di Ceret e chissà domani quelli di Vic o proprio di Cenicientos), ci manda questa gustosa panoramica sulla feria del paesino castigliano: bel pezzo, da leggere.

Premesso che detesto il tipico Ferragosto al mare, e che l'unica sabbia che mi piace vedere è quella del ruedo di una plaza de toros, quest'anno invece di rimanere in città o andarmene in montagna dalle mie parti, ho finalmente seguito il saggio consiglio degli amici aficionados spagnoli che una decina di anni fa hanno scoperto questo paesino sperduto della Castiglia, a 775 mt di altitudine, all'imbocco della cosidetta valle del terrore, famosa per il toro grande e per il panico che matadores e subalterni sentono al solo sentir nominare Cenicientos.
Ho così scoperto che si può passare la settimana di Ferragosto in un paradiso tauroenogastronomico autentico, incontaminato, ma non per questo meno emozionante.
La ricetta è semplice: con un gruppo di amici di Zaragoza, già introdotti e conosciuti dagli indigeni, si affitta una casa rurale (non pensiate ad un pollaio, sono appartamentini con tutte le comodità ed arredati con gusto), si compra l'abono, che non è nemmeno esoso, tenuto conto che le piazze più piccole spesso sono le più care, e si passano 4 giorni di tori, feste, mangiate e bevute. Per essere rispettosi dell'ambiente ed evitare il consumo di carta, l'abbonamento non è una fisarmonica di biglietti, ma un tesserino con l'apposito spazio da perforare per ogni corrida.

La plaza di Cenicientos, in muratura, 3400 posti in un paese di 1864 abitanti, così come la vediamo, ha solo due anni, fu inaugurata nel 2006 con una corrida di Ana Romero, il primo torero a ottenere un orecchia fu Luis Miguel Encabo.
Prima si montava una portatile, le cui strutture tremavano ogni volta che un toro remataba en tablas.
Ma l'amministrazione comunale, che è anche la responabile dell'organizzazione delle corride, ha accolto il desiderio della popolazione di avere una plaza de obra (fu preferita ad un campo di calcio, per decisione popolare), e così venne costruito il "Centro Polifunzionale di Cenicientos", chiamato così per ragioni di ipocrisia politico amministrativa, per poter accedere a sovvenzioni statali e/o regionali.
Come centro polifunzionale bisogna dire che non gli manca nulla: ci sono il ruedo, la barrera, il callejon, i toriles, persino il macello, quindi è evidente la sua versatilità per potervi tenere sfilate di moda, competizioni sportive, gare di ballo o rappresentazioni teatrali..... l'unica cosa che manca per essere una plaza de toros completa sono i corrales, per cui i tori del giorno arrivano con il camion nottetempo o la sera prima, alle dieci di mattina il camion si avvicina ai toriles ed avviene il descajonamiento (l'operazione di sbarco, ndr) con successivo enchiquieramiento (la chiusura di ogni singolo toro nel box, ndr) , sotto gli occhi di un numeroso pubblico che si stipa nella balconata del patio de toriles.

Nel pomeriggio, avvicinandosi l'ora della corrida, prendono la strada della plaza le Reginette della festa e le tre peñas del paese, la Atalajacalareja (scioglilingua che vuol dire "attacca la cavalla alla ringhiera"), con il suo colore azzurro, i rossi della PFM (Peña Fuerte Movida) ed i gialli, quelli minori di 18 anni (Los que faltaban), tutte con le rispettive charangas che animeranno la plaza fra toro e toro, ed all'uscita dal toril dell'ultimo suoneranno, rigorosamente non all'unisono, la Jota, come a Zaragoza o a Pamplona.

Ma non lasciamoci trarre in inganno dall'ambiente paesano e festivo.
Qui escono Signori Tori, corride che non si vedono nemmeno a Madrid, raramente a Pamplona, e a Siviglia sarebbero considerate mostruosamente esagerate.
Il paragone giusto è con Ceret e con Vic, ed infatti ogni anno non mancano i francesi che si spingono fino a qui, con piacere ho incontrato cari amici di Ceret e dintorni che normalmente vedo a casa loro.

La corrida di apertura di questa edizione 2008 è stata un superbo sestetto di Alcurrucen di età media di 5 anni, un trapio impressionante , una casta e di una mobilità che hanno seminato il panico e lo sconcerto nelle cuadrillas (tutte le banderillas sono state messe di una in una, tranne quelle di Encabo). L'unico a mantenere una certa dignità è stato appunto Encabo, che alla fine ha avuto anche una orecchia al suo ultimo toro, menntre gli era stata negata al primo non ostante la petizione del pubblico. Dico l'ultimo e non il secondo perchè Encabo ha dovuta affrontarne tre, in quanto Joselillo si è fatto incornare gravemente all'inguine entrando a matar il suo primo ed unico toro della tarde. Come se i toreri non avessero già abbastanza paura di Cenicientos...

Infatti il giorno dopo, nonostante la corrida di Osborne fosse totalmente prova di forza e tonta, il solo fatto che alcuni tori inalberassero corna scandalosamente lunghe (tradotto dal linguaggio dei taurini, integre) ha provocato una stupida ma brutta cornata a Luis Vilches, che ha condiviso il cartel del 15 agosto con lo sconosciuto colombiano El Gino e con Serranito. Questa corrida era un petardo annunciato, perchè la ganaderia Osborne quella che è, tutti lo sapevamo, ma le ristrettezze di bilancio (quest'anno è mancato anche il contributo di Telemadrid per la trasmissione di una corrida) e la scarsità di tori adeguati sul mercato, ora che la Francia ha riaperto le frontiere, hanno costretto a questa scelta.

La macchia è stata cancellata dall'interessantissima corrida del 16 agosto, che è stata una gradita sorpresa. Corbacho Grande è una ganaderia nuova, di origine Marques de Domecq, e poteva suscitare forti riserve. Invece sono usciti cinque tori come si deve, di quelli buoni anche per il torero, ed uno, il sesto, eccezionale, un toro che aveva un motore ed una classe fuori dal comune, tanto che a richiesta del pubblico, e primi fra tutti gli amici francesi, gli è stata concessa una vuelta d'onore. Il toro si chiamava Diacono ed è toccato al giovane ed inesperto, ma volenteroso, Josè Maria Lazaro, che ha già fatto tanto con stargli davanti e matarlo dignitosamente. Gli altri due espadas del giorno hanno avuto risultati differenti: una disfatta per Lopez Chaves, non ostante la qualità dei tori toccatigli in sorte, ed un relativo successo populista per Ivan Garcia ed il suo toreo alla Fandi (banderillas incluse), anche se forse con maggior purezza.

Ed infine la corrida della domenica 17, la più aspettata dagli aficionados, la più affollata nei tendidos, con molta gente venuta dalla vicina Madrid: la corrida di Josè Escolar, ganaderia trionfatrice l'anno scorso, reduce da successi importanti a Vic fezensac e Ceret. Purtroppo quest'anno a Cenicientos, credo sempre per motivi di bugdet, non c'era come direttore di lidia il Fundi, genero del ganadero, che avrebbe potuto evitare il caos e la debacle dimostrata dai matadores e dalle loro cuadrillas, per loro massima ignominia nelle persona di Rafaelillo e di Sergio Aguilar (mentre Robleño si è salvato dall'onta). Di fronte ad una encastada, anche se diseguale corrida degli Albaserrada di Escolar (evidentemente i migliori se li era giocati a Ceret) si sono viste scene di panico, picche assassine, disordine nel ruedo, peones travolti a filotto come birilli del bigliardo. Lo scandalo è stato grande, il pubblico ha perso la pazienza contro la assoluta mancanza di professionalità e di toreria dei profesionales, da tempo non si vedeva una bronca maiuscola come quella, con lancio di oggetti al picador assassino, e con le cuadrille che hanno dovuto lasciare la plaza scortate dalla Guardia Civil, che non ha mancato di identificare quei subalterni che hanno commesso plurime infrazioni al regolamento taurino (come picar il toro a tercio cambiato).

Insomma, una feria di emozioni forti, ma anche di momenti di relax e di divertimento, di verbenas notturne fino ad ore inimmagnabili con orchestre spettacolo di altro livello, con la degustazione del vino ecologico della Bodega Saavedra (gli amici e aficionados Sergio e Miguel), l'approvvigionamento di Jamon pata negra e chorizo dell'amico Vicente, titolare della rinomata macelleria Telex, il pane del paese cotto nel forno a legna, i churros con caffè dopo l'enchiqueramiento, le birrette al bar del Arrebato dopo la corrida.

Sono o non sono vacanze intelligenti ?

(per vedere i tori di Cenicientos 2008, nell'animazione di Mariano della Cabana Brava con foto di Marco Coscia: qui)

martedì 26 agosto 2008

JB, non JT

Sui giornali c'era scritto che qualcuno era anche arrivato a pagare, al mercato nero, fino a 3000 euro per un biglietto nei posti migliori.
Il 14 agosto a San Sebastian era in programmazione un'apparizione del messia, san José Tomas: quattro giorni prima, dall'altra parte della Spagna, un toro che aveva semplicemente fatto il suo dovere l'ha messo fuori uso.
Comincia a diventare fastidioso, recitava in questi giorni un editoriale di Beuglot su Toros2000: ormai prendere in anticipo i biglietti per una corrida con José Tomas è più una ardita e irrazionale scommessa che altro.
Occorre prima verificare bene quante corride debba toreare nei giorni precedenti, quanti giorni sono passati dall'ultima incornata e quindi calcoare la probabilità di nuovo stop...
Certo che a vedere la sfilata di abiti e l'ostentato sfarzo che dava spettacolo di sé nelle prime file, evidentemente tra l'aficion di San Sebastian più d'uno può permettersi di pagare per una corrida l'equivalente di tre stipendi di un operaio.
Ma tant'è.

Anche perché, con buona pace di chi ha deciso di arricchire le golose ed intelligenti tasche dei bagarini locali, quel giorno con pochi euro abbiamo assistito a una corrida non indimenticabile ma con un Juan Bautista maiuscolo.

I tori erano quelli di Nunez del Cuvillo, ganaderia feticcio del profeta: sufficientemente armati per non gridare allo scandalo, sufficientemente in forze, sufficientemente disposti al gioco.
Una corrida sufficiente, in tutti i sensi.

Ponce al suo primo, per una volta, non ci ha annoiati: un'orecchia a ricompensare una faena che pur di fronte a un toro non eccezionale ha comunque avuto qualche momento di profondità e tensione. Ben più apprezzabile delle due faenas di Dax (4 orecchie!), per dire, che però ormai più che una città è un grande e immenso fan club a lui dedicato e devoto.
Di Finito non si ricorda un granché, i commenti sui giornali e sui siti useranno la formula abusata (il più sforuntato al sorteggio), la verità è che ha fatto poco o niente, poche idee, poco entusiasmo, poco torero.

Insomma, una corrida mediocre, di quelle corride da vedette in cui però le vedette non sopperiscono con la scintilla dell'intuizione o dell'arte alla mediocrità del tori da vedette.

Fino all'uscita di Asesino, 515 kg, jabonero: cioè già bello di suo, con quel manto color sapone di Marsiglia.
La stagione di Juan Bautista, fino a quel momento, era stata deludente: dopo un 2007 anche entusiasmante, quest'anno il torero di Arles fatica a ritrovare l'ispirazione, la mano, i successi.
Con Asesino però, tutto torna all'agosto dell'anno scorso.
Elegante e potente con la capa, come sempre, Bautista lo riceve in ginocchio e poi incatena veroniche e chicuelinas precise e rotonde.
E anche l'arena di San Sebastian si sveglia, fredda per costituzione sempre, e per disincanto quel giorno.
Due picche e tre paia di banderillas finalmente messe bene, in mezzo alle corna.
E poi la faena.
Potente, ispirata, dominatrice e bella.
Chiamando da lontano per le prime serie, intense ed efficaci, in quella posa cui Rincon ha restituito nobiltà e valore assoluto negli ultimi anni.
Fino a tenere, passano i minuti, il toro sempre più vicino: a destra e sinistra, i piedi incollati a terra, torero.
Sei, sette serie di passi energiche, di dominio, virili.
Progressivamente ingentilendole con qualche fioritura, le prime timide, poi eleganti e sufficienti a sé.
Le manoletinas per chiudere, per una volta, non sembravano stucchevoli.
Un recibir per uccidere, non riuscito, ma comunque valoroso e puro: se fosse entrato, sarebbe valso un'orecchia in più, quell'orecchia che il pubblico ha chiesto con insistenza e il presidente (giustamente, per una plaza di prima) ha rifiutato.

Al suo secondo toro altra orecchia ma anche altra storia: da apprezzare lo sforzo con cui JB ha pian piano convinto il toro a entrare nella muleta e poi l'ha toreato con delicatezza, leggero, ma poca emozione.

A San Sebastian non c'era José Tomas, ma c'è stato un grande Juan Bautista.

Considerando per chiudere che la città è sempre meravigliosa, che la giornata si è trasformata in una assai piacevole gita con gli amici che ci ha permesso anche una sessione di tapas nel casco viejo deliziosa e da ricordare, che approfittando del rigore e della serietà dell'arena abbiamo potuto farci rimborsare i biglietti in quanto il cartel previsto non poteva essere assicurato...insomma, un gran bel 14 agosto.

(foto Ronda - Juan Bautista e Asesino)

lunedì 18 agosto 2008

Di passaggio


Di ritorno dalla vacanza nel sudovest francese, e subito di partenza per una settimana di ossigenazione e dieta sugli appennini, ecco due note in croce in attesa dei più completi reportage che pubblicheremo a partire da fine agosto.

Tori come si deve se ne è visti pochi francamente.
Buona la miurada di Bayonne, con El Fundi che è probabilmente a questo punto il miglior torero in circolazione.
Le corride a Dax erano per le star, si sa, tori comodi, con poca forza e pronti a seguire: buona impressione ci ha fatto Curro Diaz, Talavante ha qualche numero, El Juli ha deluso per non aver saputo approfittare di un toro che a sinistra era facile e complice e Perera ha mostrato qualche cosa di buono.
Clamoroso e francamente incomprensibile il trionfo di Ponce, quattro orecchie toreando il nulla.
Certo, passi molto belli, eleganza e lentezza...ma nessuna emozione.
La calata a San Sebastian per la corrida del 14, quella del forfait di José Tomas, ci ha permesso invece e con un abile mossa di controbagarinaggio di sistemarci in barrera per 13 euro, e da lì vedere un Juan Bautista maiuscolo, ispirato come nell'agosto dell'anno scorso, per una faena profonda e potente.

Per il resto ottimi e impegnativi gli incontri con gli amici, un soggiorno da sogno sull'oceano, la delizia del foie gras, l'emozione dei recortadores, la musica delle fanfare, fino-birra-pastis e l'effervescenza della feria....

Insomma: bien!

(foto Ronda - Juan Bautista a San Sebastian, 14.08.08)

venerdì 8 agosto 2008

Buone vacanze




Ebbene sì, oggi si parte.
Il blog si autosospende per una ventina di giorni, a meno che non si trovino in giro degli internet point (probabile) e nei tempi morti non venga la voglia di aggiornarlo (meno probabile).

Le meritate vacanze comprenderanno anche una prima parte dedicata ad un viaggetto nel sud-ovest dalla Francia, accolti dall'amico Rémi.
Taurinamente parlando, il calendario di quei giorni potrebbe essere questo:
- Miura a Bayonne
- novillada di Raso de Portillo a Parentis
- Conde de Mayalde con El Cid e Talavante a Dax
- Samuel Flores con Ponce e Bautista a Dax
- Victoriano del Rio con El Juli, Perera e Manzanares a Dax

Un bel programmino, niente da dire, e che però l'amico Cédric sta provando a perfezionare cercando di arrivare ai biglietti per José Tomas a San Sebastian, il 14: impresa quanto mai disperata, ma rimaniamo in attesa.

Dopo l'incursione nelle Lande, ritorno sugli appennini per ossigenarsi e riprendere le funzionalità epatiche e forse ancora qualche giorno in giro.

Insomma, ritorno alle normali attività cittadine e di conseguenza al blog previsto per il 31 agosto.

Buone vacanze.

(foto Ronda: Dax nel 2007)

mercoledì 6 agosto 2008

Fashion


La spariamo subito, senza tanti preamboli: Giorgio Armani disegnerà e confezionerà il traje de luces che Cayetano indosserà in occasione della tradizionale corrida goyesca che si terrà anche quest'anno a Ronda, in settembre (*).

Stessa cosa fece a suo tempo Picasso per il grande Antonio Ordonez, nonno del belloccio oggi nelle grazie dello stilista nostrano.

Cambiano i tempi, ed anche la caratura dei personaggi.

Per una questione di evidente legame affettivo con la città e la sua plaza, mi permetto di esplicitare qualche lieve sentimento di fastidio.