lunedì 30 giugno 2008

Tomas si ferma?


Sembra che Nimes volesse programmare una corrida Tomas-Castella-Perera per il giovedì di apertura della feria des Vendanges, in settembre.
Dei tori nessuna notizia, ovviamente, ma da quelle parti sono poco più di un accessorio.

In ogni caso, ieri il Midi Libre (*) ha pubblicato la notizia che la corrida potrebbe trasformarsi in un mano a mano Castella-Perera perché...perché il messia sembra stia pensando ad accorciare la stagione, dopo i fasti e gli eccessi madrileni.

D'altronde, dopo gli incredibili trionfi di Las Ventas ormai Tomas può permettersi di tutto.
E non saranno certo le imprese a lamentarsene: per la corrida de El Puerto de Santa Maria, 10 agosto in mano a mano con Morante, tutti i biglietti sono già venduti, volatilizzati.
Se poi il messia non verrà meglio ancora, lo si rimpiazzerà con un altro torero che chiederà un cachet inferiore, cosa desiderare di più...
Certo non vorrei essere nei panni di chi ha comprato biglietti per quella corrida su internet, sui siti di aste o compravendita, con prezzi che arrivano anche ai 1000 euro l'uno (*).

(foto Ronda - José Tomas a Dax l'11 agosto 2007)

domenica 29 giugno 2008

Terre di tori



L'affezionato lettore gigliato ci chiede una maggior copertura sul lato ganaderias, che in effetti di tori e allevamenti fino ad ora non s'è parlato granché.
Certamente raccogliamo l'invito, ma ad oggi Alle cinque della sera non ha ancora tutti i mezzi per assicurare un livello qualitativamente accettabile sull'argomento.

Ma volentieri segnaliamo questo sito, Terres de Toros, davvero ben fatto.
Lo cura Thomas Thuries, ragazzotto del sud-ovest che abbiamo conosciuto l'anno scorso, fugacemente, alla corrida di Adelaida a Bayonne.

Per chi mastica un pò il francese Terres de Toros è un'ottima risorsa di notizie interessanti e documentate, da consultare durante l'anno e perché no prima di assistere a una corrida, per avere qualche informazione in più sui tori che si vedranno all'arena.

C'è un pò di tutto: schede di centinaia di ganaderias con la storia, le origini, le prestazioni nella plaza di ogni allevamento; visite al campo, con foto e reportage; approfondimenti sulla casta, statistiche, editoriali mai banali, una sezione con alcuni pareri di veterinari taurini e altre cose ancora.
Mettiamo poi che l'affezionato lettore gigliato programmi un giorno un viaggetto in Andalusia e abbia il desiderio di visitare una ganaderia: con una facile ricerca per provincia (*) gli sarà possibile sapere quali allevamenti incrocierà sulla propria strada.
Insomma un sito completo, serio e documentato: una delizia.

Se aggiungiamo infine che Terres de Toros è sostanzialmente gemellato con Campos y Ruedos, il cerchio si chiude e tutto torna.
Promosso a pieni voti: un sito da consultare alla bisogna, andare a visitare di tanto in tanto per leggere le nuove schede o i nuovi editoriali, leggere per familiarizzare con il tema della casta o per documentarsi sui comportamenti in corrida di un marchio piuttosto che di un altro, e perché no promuovere.

Terres de Toros, anche questa è aficion.

nb: per ragioni di incompetenza linguistica non siamo abituati a frequentare siti sostianzialmente omologhi (con il marchio dell'ufficialità per giunta) in spagnolo. Ne segnaliamo un paio qua: i Ganaderos de Lidia Unidos (*) e l'Union de Criadores de Toros de Lidia (*)

giovedì 26 giugno 2008

C'è una frontiera


...oltre la quale il toreo inizia ad essere immolazione, e questo non interessa a nessuno.

Così Luis Francisco Esplà a proposito di José Tomas, in questa intervista.
Esplà e il messia, le due facce della tauromachia oggi, due mondi paralleli.

Per il vecchio torero, che comunque si dichiara tomasista, José Tomas è niente di meno che il paradigma stesso del torero.
Ma quando va oltre, come la serata dle 15 giugno a Las Ventas, tutto perde di senso e il toreo diventa immolazione, inutile e studiato sacrificio.
E questa estrema forma di tauromachia è ingiustamente e ostentatamente angosciosa per chi è all'arena, chi nel callejon chi sui gradini.

André Viard su Terres Taurines (qui) si spinge un pò più in là.
Il successo incredibile e smisurato di Tomas, costruito anche sul (proprio) sangue, da un lato rischia di diseducare un pubblico che da oggi potrebbe pretendere emozioni sempre più forti prima di concedere un trionfo; dall'altro scombussola tutto l'equilibrio tra i toreri, in particolare quelli di fascia alta che più hanno risentito del ritorno del monstruo, spinti magari a rischiare molto di più nell'affanno di inseguire il messia sul suo stesso terreno.

Sta di fatto che, molto probabilmente per una sfortunata combinazione ma forse no, dopo il 15 giugno Miguel Angel Perera si è preso una cornata nel muscolo, almeno un paio di novilleros hanno rischiato grosso (Miguel Tendero è rimasto a terra in arresto cardiocircolatorio, Juan Belda ha ospitato venti centimetri di corno nella coscia destra), e altri incidenti si sono verificati nelle varie plazas.

Sicuramente poco toccato dall'effetto Tomas, per tante ragioni, Adrian Gomez (già membro della cuadrilla de El Fundi) pochi giorni fa era al servizio di un novillero in un paese di periferia.
Un onesto professionista dei tori.
Il toro l'ha preso, lui è caduto disgraziatamente sul collo.
Ha finito, con i tori e con tutto.
Tra la vita e la morte per una mezza giornata, operato d'urgenza, in prognosi riservata, rimarrà tetraplegico fino alla fine.
Nimeno II, stessa sorte, la fine l'aveva anticipata suicidandosi dopo un anno e mezzo.

Per ricordare che il toreo è sublime bellezza, arte e passione, tradizione e cultura, ma anche disperata tragedia.
E che chi si mette nell'arena, ogni volta sia a Siviglia come nel più sperduto paesino della Navarra, si gioca letteralmente la vita.
Non solo José Tomas.

(foto da Mundotoro, Adrian Gomez un istante prima che gli si spegnesse la luce)

martedì 24 giugno 2008

Cos'è l'aficion


"E' innanzitutto una parola spagnola, intraducibile e non rimpiazzabile. Letteralmente è il gusto, l'inclinazione per qualche cosa. E questa idea di gusto, di predisposizione assume un'accezione singolarmente più forte quando si applica alla fiesta brava. Diventa facilmente e per sempre una passione. E prima di tutto l'aficionado è qualcuno che si aspetta da ogni corrida, coscientemente o no, una soddisfazione particolare".

(da Aficion, di El Tio Pepe)

"Amare i tori è, ogni pomeriggio verso le cinque, credere a Babbo Natale e andare all'appuntamento con lui".

(da Les oreilles et la queue, di Jean Cau)

"Amore per delle corride. Significa anche la massa del pubblico dell'arena, ma di solito è usato in questo senso generico per designare la parte più intelligente del pubblico"

(da Morte nel pomeriggio, di Hernst Hemingway)

"E' una passione molesta, quasi un malanno".

(da Volapié, di Max David)

"Interesse, che diventa a volte smodato con il tempo, per tutto ciò che concerne i tori e la tauromachia, e che si acquisisce qualsiasi siano le proprie origini, la propria cultura di provenienza o l'età.
Per il vero aficionado la tauromachia è presente tutti i giorni dell'anno o quasi, perché ci sono ogni giorno delle attività, delle letture, dei possibili incontri che gli permettono di vivere la sua passione e di ampliare il campo delle proprie conoscenze. I lunghi anni di frequentazione delle arene gli hanno trasmesso l'umiltà, la modestia nei propri giudizi e in particolare un grande rispetto per i toreri".

(da La tauromachie - histoire et dictionnaire, di Robert Bérard)





Eccetera eccetera, che l'aficion è difficile da ridurre in parole.
Come l'amore, più o meno.

La foto a destra è presa da Campos y Ruedos, l'altra dal sito dell'Adac di Ceret: gli aficionados del paese in questi giorni stanno rimettendo a nuovo l'arena in vista della féria di metà luglio (qui).


domenica 22 giugno 2008

Le superstizioni del Gallo

Di Rafael Gomez Ortega, detto El Gallo, già qualche cosa abbiamo detto (qui).
C'è che il libro di Durand (*), già citato in un post precedente, di tanto in tanto riaffiora con le sue storie sghembe e incredibili legate al personaggio, e allora lo si va a riprendere, si sfogliano le pagine color avorio, e si ritrovano gli aneddoti più curiosi, quelli più affascinanti, quelli più romantici.

Personaggio incredibile, El Gallo.
Gitano fino al midollo, imprevedibile, unico.
Di fronte ai tori, codardo e senza volontà nei giorni neri, sublime come nessuno mai prima nei giorni in cui la musa dell'ispirazione lo aveva baciato.
Torero sanguigno, istintivo in ogni gesto e in ogni parola, torero solo di pancia e per niente di testa.

Era superstizioso El Gallo, in un modo totale e totalizzante, e quasi devoto alle sue credenze spesso inventate lì per lì.

Dei tori, era molto preoccupato...del manto.
Del colore, insomma.
Nei Miura, nei Parladé, nel Santa Coloma preferiva e spesso pretendeva il nero.
Il toro di Saltillo lo voleva nero e grigio.
In quello del duca di Veragua apprezzava e cercava il grigio scuro, il nero e al limite qualche nero e bianco.

Gran libro e gran personaggio, c'è da ripetersi.

Si sposa giovane con Pastora, ballerina di flamenco, la donna che lo porterà nel paradiso dell'amore accecante e poi nell'inferno dell'abbandono e della disperazione.

Pastora resterà fino alla fine della sua vita l'ossessione di Rafael.
Un giorno, in una stazione in Colombia, El Gallo vede una donna in mezzo a due uomini.
Crede di riconoscere in quella figura proprio Pastora, insieme ai due preti che li avevano sposati.
Immediatamente, annuncia ai suoi due banderilleros Saleri II e Manuel de la Plaza che non sale sul treno, quello è un presagio di malasuerte, e che domani non potrà toreare a Bogotà.
I due lo convincono, con molta fatica, a salire sul vagone.
Dopo 60 km, il treno deraglia. Ci sono delle vittime, loro sono salvi.
- Non ve l'avevo detto? E' Pastora, con i due preti del matrimonio.
Arriva un treno di soccorso, vi salgono solo dopo le nuove e lunghe insistenze dei due peones.
Due ore dopo, il treno deraglia.

L'anno dopo, sempre più ossessionato dal ricordo di lei, lei che l'ha lasciato spezzandogli il cuore e la vita, è in Peru a Lima, per toreare.
A qualche ora dall'inizio della corrida il suo banderillero Saleri II va a trovarlo nella camera d'albergo.
El Gallo è nervosissimo.
- Cosa succede maestro?
- C'è una mosca in camera. E' Pastora. E' entrata subito nella mia camera. Oggi non toreo, se lo faccio il toro mi incorna di sicuro.
- Ma la plaza è piena, non c'è nemmeno un posto libero. Tutta Lima è venuta a vedervi.
- Va bene allora, posso indossare il vestito da torero solo alla condizione che entri una colomba bianca per salvarmi dalla mosca di Pastora e dal colpo di corna.
E' il caos, ma fortunatamente El Gallo ha attorno a sé gente che sa mantenere il sangue freddo.
Il suo apoderado trova una colomba, in un negozio vicino all'albergo.
Un banderillero sale sul balcone della camera del torero, l'uccello sottobraccio e, intanto che Saleri distrae il maestro, lo lancia nella stanza.
La maledizione è rotta.
El Gallo, impassibile come se nulla di più logico potesse accadere, si in fila nel traje de luces, arriva all'arena, taglia due orecchie e una coda e esce in trionfo.

venerdì 20 giugno 2008

Ball return

Sull'ultimo numero di Toros una pagina intera è consacrata alla tradizione taurina nel...flipper!

Ebbene sì, Patrick Aubert ci informa nel suo imprescindibile pezzo che nemmeno la tauromachia è riuscita a sfuggire alle ragioni del mercato dei giochi da bar: nell'età dell'oro del flipperismo un paio di migliaia di modelli taurini furono messi sul mercato.
Certo, la produzione degli altri modelli raggiungeva cifre ben più confortanti (fino a 60.000 per i flipper vedettes), ma mica si poteva sperare di competere con le pin-ups, Tarzan o il baseball.

Sembra, a leggere l'articolo, che il primo modello con cornuti e uomini in traje de luces sia del 1938, dal nome didascalico e trasparente de "El Toro".
Le due immagini che vedete qui sono proprio di quell'antenato.

Sembra anche che a Parigi viva un signore con due debolezze, l'aficion e i flipper, e che si stia occupando di rastrellare ogni oggetto che le unisca: con l'obiettivo dichiarato di esporre in mostra tutti i suoi preziosi pezzi da collezione ad una prossima féria.

Imprevedibili sono le vie del toreo...


mercoledì 18 giugno 2008

Estate di feria e tori (parte 3): il Sud-Est

Coupo Santo
E versanto
Vuejo à plen bord
Vuejo abord
Lis estrambord
E l'enavans di fort !



L'estate si avvicina ed ecco la terza puntata: questa volta al centro dell'attenzione sono gli appuntamenti del sud est francese.
Arles e Nimes da tradizione fanno il botto grosso a primavera, e tra luglio e agosto sono solo due gli appuntamenti di un certo rilievo in tutta la regione.

Dall'11 al 14 luglio Ceret (*) sarà teatro della sua incredibile feria, di cui il blog ha già parlato parecchio in questi mesi.
Quest'anno il calendario è favorevole: essendo il 14 luglio, festa nazionale, un lunedì il comitato organizzatore ha deciso di prolungare la feria (tradizionalmente relegata al solo week-end) anche a quel giorno.
E per celebrare l'evento, il 14 è programmato un mano a mano tra Esplà e El Fundi, con tori di Escolar Gil: praticamente il cartel summa di tutta la filosofia della feria di Ceret, che peraltro festeggia quest'anno il suo ventennale.
Il paese non è vicinissimo in realtà, incollato com'é alla frontiera con la Spagna: ma il viaggio, in macchina o in aereo, merita di essere fatto.

In agosto è Beziers a salire agli onori delle cronache con la sua opulente feria, dal 14 al 17 del mese
Quattro corride con nomi anche altisonanti (*), ma va detto che Beziers non è famosa per la qualità della sua programmazione taurina. Qua i tori sono al limite del presentabile, il meteo segna regolarmente una pioggia di orecchie e all'arena si va per farsi vedere, più che per vedere.
El Juli, Ponce, Castella, Perera, e i tori di Miura i motivi di interesse.
Un'arena balneare, come si dice, e infatti siamo vicini al mare.
Certo è che invece la festa è davvero grandiosa, mondana, ricca di animazioni (concerti anche di ottima qualità nelle piazze, per esempio), travolgente: qua ci si diverte, inevitabilmente.
La città è carina, il mare è a pochi chilometri, nei i dintorni ci sono tre o quattro posti interessanti da visitare.
Si può fare un viaggio.

Tra luglio e agosto qualche feria minore, tra cui Chateaurenard, Carcassonne, Beaucaire, Saint Maries de la Mer completano il programma estivo: sono tutti appuntamenti minori che non giustificherebbero un viaggio dedicato, ma se si è nei paraggi in quel periodo se ne può approfittare.
Qua, nella pagina cartels, qualche notizia.

In settembre le due regine Arles e Nimes si ripropongono con la loro feria privata, una sorta di edizione intima di quella primaverile ma che comunque attrae parecchia gente da tutto il paese e non solo.

La feria du Riz ad Arles, dal 12 al 14 settembre, ha in realtà una programmazione un pò debole.
Come tradizione un giorno sarà dedicato alla corrida goyesca (l'arena sarà decorata, e la scenografia nelle ultime edizioni è stata molto curata) e uno alla corrida concorso.
Ecco è questa, la corrida della concorso della domenica (*), la ragione che potrebbe giustificare una calata nella città provenzale: tori di Murube, Miura, La Quinta, Victorino, Guardiola e José Escolar, sulla carta una piccola delizia.
Per il resto, forse meglio rimandare la visita alla prossima féria di Pasqua, quella sì decisamente degna dei tanti km da percorrere per raggiugerla.

A chiudere la stagione, la feria des Vendanges di Nimes (*), il week-end successivo a quella di Arles.
Per ora non c'è nessuna notizia ufficiale, ma qualche anticipazione comincia a circolare.
Quasi sicuramente El Juli, per festeggiare il decennale dell'alternativa presa proprio in questa plaza, il 19 settembre si confronterà da solo di fronte a 6 tori di Daniel Ruiz.
Si sa poi che l'impresa ha acquistato una corrida di Palha, che Perera, Castella, Ponce, Bautista, dovrebbero essere nel cartel e che sarà confermata la formula con una corrida anche al mattino sia il sabato che la domenica.
Ma la notizia degli ultimi giorni che i nostri contatti in loco ci hanno passato proprio oggi è che Simon Casas, titolare dell'impresa che gestisce l'arena, starebbe per contrattare José Tomas per il giovedì 18.
Sarebbe l'unica apparizione del messia in terra di Francia per tutto il 2008, essendo già stato programmato sempre a Nimes a Pentecoste ma avendo dovuto dare forfait per una cornata di qualche giorno prima.
Va detto che i tori di Nimes, perlomeno quelli destinati alle star, sono spesso deludenti, e che l'arena (impresa, presidenza, veterinari, pubblico) non si qualifica certo né per serietà né per rigore.
Sostanzialmente, siamo agli antipodi di Ceret.
La festa, infine, è anche qui molto ricca e viva, alcune bodegas sono davvero affascinanti e animate, musica per le strade, encierro e abrivado durante il giorno, movida per le strade dal mattino a notte inoltrata: il tutto in una cornice splendida che è quella di Nimes, città da vedere.

(foto Ronda: serate alla féria di Beziers 2006 e alla féria des Vendanges 2007)

lunedì 16 giugno 2008

Oltre


Ieri sera a Madrid, per la sua seconda apparizione a Las Ventas, José Tomas ha tagliato 3 orecchie.
Fanno 7 in due corride.
Un dato incredibile, a maggior ragione e soprattutto perché si era a Madrid, ma non è con la statistica o con i trofei che si giudica il toreo e quindi stop.

I giornali spagnoli di nuovo aprono le prime pagine con le immagini dell'esibizione, i portali taurini sono impazziti e ingolfati di visite, sui blog si rimbalza tra apologia e critica, incredulità e scetticismo, ma prevale nella lettura una diffusa sensazione di eccitazione, di irripetibile, di inarrivabile magia.

E' così che deve toreare il diavolo, titolava un sito.
Sangue e gloria, una buona serata per morire, tre orecchie e tre cornate, alcuni altri.

C'è che ieri José Tomas è andato oltre.
Oltre a sé stesso, oltre alle possibilità di un corpo umano, oltre al comune buon senso (che pure già in una plaza de toros parte svantaggiato), oltre alla capacità di stupirsi di alcuni aficionados e oltre a quella di comprensione di altri.
Oltre ai dogmi della tecnica, oltre al concetto stesso di torear, oltre.

L'aveva detto, d'altronde: a Madrid o esco dalla Porta Grande o entro in quella dell'infermeria.

A vedere le immagini in giro (Manon, ma non solo), a dare un fugace occhio ai video che circolano, soprattutto a leggere le parole di chi c'era, ieri José Tomas è andato oltre, a tutto.
Ha cercato davvero o la vita o la morte, o il trionfo totale e definitivo o la tragedia più nera.
Qualcuno gli rimprovera di aver inseguito soprattutto la seconda.
Eso no es torear, su Taurofilia (*).

Il trionfo di ieri è uguale per impatto mediatico, per commozione e comunione dei presenti, per forza espressiva, a quello di dieci giorni fa.
Ma è trionfo uguale e contrario.
Il primo quello della purezza, della profondità, della classicità, plastico, bello, austero anche.
Ieri a trionfare è stato invece il totale abbandono di sé, la perdita di sé anzi, il valor che trascende in incoscienza, spazzato via ogni compromesso, la vita o la morte sul serio, scientificamente.
C'è chi glielo rimprovera (*), e c'è chi ha perso la ragione per aver assistito a questa indefinibile cosa (*).

Ma chiunque si chiede cosa cerchi in realtà José Tomas.
Cosa insegua quando scientificamente si mette là dove il confine tra la cornata e la figura perfetta non è ormai nemmeno più una sfumatura, quando torea con la muleta e con l'arteria femorale insieme, quando va là dove non va nessuno.
Quando come ieri, al sesto toro, cinque orecchie già in tasca e il suo nome scritto a caratteri d'oro ovunque e per sempre, prima si fa prendere a metà della faena, ne esce insanguinato ma prosegue ancora lì nello stesso folle terreno, il toro sempre incollato, e uccide infine lanciandosi come un treno deragliato in mezzo alle corna, e si fa prendere ancora, nella carne ormai sfinita (qui).

Figura atipica nel mondo del toreo, José Tomas.
Vive ritirato, non concede interviste, finanza le Ong, non brinda al re i suoi tori, ha onorari che gli altri nemmeno si sognano, ecc. ecc. (qua).

Ma i dettagli voyeuristici e biografici, più o meno ufficiali, c'entrano poco con la dimensione della persona e del torero.
Vivir sin torear no es vivir disse un giorno.
Non c'è bisogno di sapere altro.

(le foto sono prese dal sito de El Pais - a mio avvsio è la prima la più impressionante, per dove passa il toro)

domenica 15 giugno 2008

Quanto costano i tori


Un pò di numeri li ha dati il consiglio municipale di Bayonne, dove la gestione della plaza e della temporada è cosa pubblica: per la stagione 2008 la cfira complessiva va vicino al milione e mezzo di euro.
Di questi, più o meno 850.000 vanno per i cachet dei toreri, e poco più di 600.000 per i tori.

Tra le principali ganaderias della temporada, ecco qualche cifra.
Quanto costano i tori, sostanzialmente.

La due corride più care sono quella di Miura e Palha: rispettivamente 132 mila e 115 mila euro.
Poi Alcurrucen (78 mila), Valdefresno (75 mila) e Joselito (73 mila).
Yonnet, ganadero della Camargue, un vero aficionado abituato a portare nell'arena esclusivamente quei tori che se lo meritano, si dovrà accontentare solo di 62 mila euro.
Nemo propheta in patria.

Si conferma dunque il principio che o si spende per i tori o si spende per i toreri.
La terna che affronterà i Palha (Rafaelillo, Urdiales, Aguilar, il 31 di agosto) con ogni probabilità tutta insieme prenderà meno de El Juli da solo, che se la vedrà con i tori di Joselito a ferragosto.

Certo questi sono i prezzi per Bayonne, e non è difficile immaginare che i Miura di Siviglia o Pamplona abbiano ben altri numeri.

Ma è davvero apprezzabile l'operazione della città di Bayonne, di trasparenza e vera aficion.
A questa pagina di Youtube, inoltre, è possibile dare un occhiata ai lotti di tori selezionati per le corride della stagione.

Con ogni probabilità, anche per premiare questa buona volontà, la redazione di Alle cinque della sera contribuirà a recuperare parte dei costi per la corrida di Miura, sabato 9 agosto, con El Fundi, Valverde e Joselillo.

venerdì 13 giugno 2008

Una mostra a Milano


Riceviamo la segnalazione dall'affezionato lettore e volentieri diffondiamo.

Alla Galleria Lazzaro (*), a Milano in via Broletto, è in esposizione la mostra del pittore sardo Giò Tanchis (*) le cui tele toccano da vicino i temi trattati su questo blog.

A dispetto dell'immagine qui riportata, che francamente ne abbiamo viste di migliori, l'affezionato lettore suggerisce e sponsorizza una visita alla mostra.

mercoledì 11 giugno 2008

Una gran brutta affiche


A San Sebastian hanno un'idea della corrida un pò così, da erre moscia, un esotico diversivo a infilarsi tra la sfilata sulla concha e il martini cocktail nel bar figo.
Il cartel del 2008 di toreria non ne ha proprio per niente e probabilmente è stato commissionato dall'ente del turismo svizzero, sta di fatto che è orribile.

A prescindere, è già caccia al biglietto per la corrida del 14.

martedì 10 giugno 2008

Saluti da Céret



Ci ha scritto ieri José, webmaster del sito dell'Adac di Céret, tra i promotori e organizzatori della féria del paesino franco-catalano.

Poche righe, molta sostanza.
Ci ha detto di essere molto aficionado a Alle cinque della sera, e di leggere regolarmente e quotidianamente il blog.
Pure, e davvero si chiude il cerchio e tutto si rovescia, ci ringrazia per i post dedicati alla loro féria.

Ça chauffe le coeur, si direbbe in francese.

E allora ne approfittiamo per segnalare che i tipi di Céret hanno messo online i video dei tori al campo selezionati per la féria: i Prieto de la Cal, con quel color sapone di Marsiglia, sono bellissimi.

Qui poi, per chi volesse saperne di più su Céret e sui suoi tori, un bel dossier.

Viva.

domenica 8 giugno 2008

Fino a qui


L'eco del trionfo di José Tomas è arrivata fino qua da noi.
Oggi la pagina 15 della Repubblica era dedicata tutta all'impresa del Messia: nel pezzo, non esente da approssimazioni, si parla di arte allo stato puro e perfezione assoluta, tra le altre cose.
L'articolo è reperibile qui su Repubblica Extra ma è a pagamento, e suggeriamo di non sborsare nulla perché in realtà non è granché.

Nel frattempo sui blog e sui forum si continua ancora a parlare di quel giovedì, a Las Ventas: gli scettici vivisezionano i pochi e incompleti video disponibili su Youtube, i tomasisti fanatici propongono ormai la beatificazione, chi non c'era cerca di capire davvero cosa sia successo.
Chi c'era parla di un momento indescrivibile di trasporto emotivo collettivo, un buco nero della ragione che ha inghiottito i 23.000 presenti, catapultati in una landa di pura emozione.
Tra questi, un paio di amici: ci raccontano di come ancora non riescano a uscire dal ricordo di quel pomeriggio, di come anche i settori più intransigenti della plaza fossero rapiti e conquistati, di gente che si abbracciava e di molti che piangevano, di come per più di un'ora dopo la fine del tutto ancora la piazza di fronte a Las Ventas brulicasse di gente che mimava i passi del messia, di come per tutta sera nei bar attorno a calle Alcalà l'atmosfera fosse di eccitazione e incredulità, di fronte alle mille birre a celebrare la meraviglia.

Su internet intanto i biglietti per la seconda apparizione del divino a Madrid, fra qualche giorno, sono venduti a 600, 700 euro.
Ma questo non va festeggiato, che la tauromachia deve rimanere arte e rito accessibile a tutti.

ps: nei commenti a questo post, infilata lì per non appesantire la pagina, la traduzione di un interessante articolo pubblicato su La Razon (questo).

venerdì 6 giugno 2008

Delirio




E' quello che ha scatenato il trionfo di José Tomas ieri sera a Madrid.
Un autentico delirio.

Al netto dei due portali online di cui si è già detto ieri, da non prendere (sostanzialmente mai) come riferimento obiettivo e lucido, su internet e sulla stampa è un profluvio di aggettivi, iperboli, titoli roboanti.

Si guardi questa pagina di Burladero che riporta le prime dei quotidiani spagnoli, ad esempio.
El Pais (*) parla di una serata sublime.
Su tutti i siti e molti blog rimbalza la notizia, ogni volta più enfatizzata, e si riproduce lo scarno video in cui scorrono pochi minuti della prova del messia, troppo pochi per poter giudicare.
Il tutto fino all'apoteosi dell'agenzia Atlas che in un tracollo di lucidità attribuisce a JT il miracolo (*): aver tagliato 4 orecchie ad uno stesso toro!

Poche le voci che prendono le distanze da questa celebrazione mistica.
Toro, torero y aficion ci prova con un articolo obiettivamente lucido e ben ragionato, ma i commenti dei lettori (e qui si tratta di un blog serio, intendiamoci, e ben frequentato) non convididono l'analisi e si riallineano all'entusiasmo diffuso.

Ma al di là della contabilità delle appendici tagliate, al di là di tutto il battage pubblicitario e delle astute operazioni di marketing, al di là degli ultras acriticamente tomasisti, al di là delle esaltazioni che in tauromachia sono sempre inevitabilmente inutili resta il fatto che a leggere un pò dappertutto ieri Las Ventas ha ruggito come da tanti anni non faceva, che gli olé di ieri erano impetuosi e arrivavano dal sole e dall'ombra.

(foto di Manon - José Tomas ieri a Las Ventas)

giovedì 5 giugno 2008

Tarde historica

In attesa di leggere da altri siti più equilibrati, o di avere commenti diretti da chi c'era, ma visto che già se ne era parlato è giusto dare le notizie, perlomeno quelle che abbiamo fino ad ora.

José Tomas ha tagliato 4 orecchie al suo ritorno a Madrid.
Burladero parla di serata storica e di apoteosi, con Las Ventas tutta in piedi
Mundotoro, l'altro portale di attualità taurina, titola José Tomas conquista la storia del toreo.
L'edizione online di Abc dice semplicemente José Tomas è il toreo, quella de El Pais pubblica il video dell'uscita in trionfo dalla Puerta Grande fra le grida torero torero!

Una prima notizia da chi c'era dice che addirittura dal tendido 7, quello degli aficionados più attenti e rigorosi, sono arrivate le petizioni per la richiesta delle orecchie.

Ora, sappiamo quanto Mundotoro e Burladero siano sensazionalisti e poco attendibili, buoni solo per l'attualità ma non certo da prendere a riferimento: ma insomma...qualcosa a Madrid che non è certo l'ultima delle plazas di terza categoria e il cui pubblico rimane esigente e conoscitore dev'essere successo.

La folerie José Tomas

E' il titolo dell'editoriale di Manolillo, che apre l'ultimo numero di Toros.
Stasera il messia torna a Las Ventas, per quello che è ormai un fenomeno che travalica i semplici (?) confini della tauromachia.
Ecco la traduzione di qualche estratto di quell'articolo.

E' atteso come il Messia. Qui, dopo Barcellona, Jerez e altre città. In tutto solo venticinque contratti, meticolosamente scelti per coprire, senza doppioni, tutto il territorio. L'operazione di marketing è ben condotta, e il risultato al di là si ogni speranza. E' pieno dappertutto, ogni volta strapieno, e botteghini chiusi. I bagarini e, in primo luogo, le imprese che li alimentano fanno i loro affari.

E' dai tempi de El Cordobes che non si produceva una tale aspettativa per un torero.
Così lontano che ci si era quasi dimenticati del fenomeno.
Invero due personalità differenti, opposte addirittura.
Ieri il Califfo di Cordoba, esempio più alto dell'esibizionismo in tauromachia.
Oggi il Cristo madrileno, incarnazione di un mondo interiore, profondo e misterioso.

C'è dell'austerità francescana, in José Tomas: pur se, viste le cifre dei suoi cachet, si fa fatica a immaginarlo svestirsi per testimoniare l'abbandono dei beni materiali di questo mondo.

Torniamo sulla terra.
Per vedere che, a credere ad alcune fonti, la passione tomasista non esisterebbe senza il rovescio della medaglia.
Senza entrare nei dettagli, che non importanto un granché, sembrerebbe che se nei suoi rari contratti annui José Tomas include due volte Barcellona, non è propriamente solo per risvegliare l'aficion catalana, un pò addormentata come si sa. Sarebbe anche per soddisfare l'organizzatore del posto, con il quale condivide la clientela della stessa agenzia di comunicazione.
Quest'agenzia essendo lei stessa uno dei proprietari di uno dei due leader dell'informazione taurina su carta.
Se nell'arena José Tomas è un eretico del suo tempo, fuori è il primo figlio della sua epoca per quello che concerne la gestione della sua comunicazione.

Ma torniamo sul fronte della scena, con qualche considerazione un pò più alta.
Il più importante, dopotutto, è di indagare le reali ragioni del fascino tomasista.
Sarebbe stupido di negarne la dimensione, o ridurla a semplice operazione commerciale.
Anche i più brontoloni vi si adattano, arrivando fino a mettere il torero fuori concorso, per poter accettare da lui ciò che da altri non accetterebbero mai.
A ben guardar le cose, bisogna ammetterlo: José Tomas non ha inventato nulla.
Il suo toreo non è niente di particolarmente creativo, e il minimo che si possa dire è che non si tratta certo di un toreo largo vario e ricco. Ma nemmeno di un toreo limitato.
La sua verità è un'altra.
José Tomas attinge alle sorgenti del classicisimo taurino senza tempo, in una economia di gesti che è il risultato di una purificazione massima.
Il suo toreo, che va all'essenziale, trasmette senza aver bisogno di fioriture o prodezze tecniche.
Riconcilia, per una volta, le due componenti tradizionali delle tribune, il grande pubblico amante della bellezza e l'aficionado innamorato del sapere.
A meno che esse non siano in realtà le due dimensioni di uno stesso spettatore.
José Tomas ha carisma.
Il suo giochino è che fa crescere la voglia di seguirlo.
Non è un eretico, è un guru.

(foto di Manon - il giorno in cui José Tomas lasciò vivo un toro a Las Ventas, ascoltando i tre avvisi)

mercoledì 4 giugno 2008

Estate di feria e tori (parte 2): i Paesi Baschi


Seconda parte del servizio a puntate dedicato all’estate taurina ormai alle porte: dopo il sud-ovest francese, per continuità geografica ecco i Paesi Baschi spagnoli, terra di feste incredibili e di corride serie..

Per chi avesse la possibilità e il coraggio, appuntamento clou della stagione è San Fermin a Pamplona, dal 6 al 14 luglio: per chi come me non avesse nè l'uno nè l'altro, la può seguire da qui.
La festa, gigantesca, non ha termini di paragone in tutto il globo terracqueo: Hemingway già provò a descriverne l’ambiente nel (non particolarmente riuscito, a mio modo di vedere) Fiesta, ma nulla probabilmente può rendere il misto di eccitazione, follia, tradizione, abuso alcolico e festeggiamenti di quella settimana.
San Fermin è, anche, una prova fisica: e non solo per l'encierro mattutino, che fa da vetrina in tutto il mondo alla feria, ma anche e soprattutto per gli orari massacranti delle giornate, per gli abusi, per l'alcool smodato...

I tori che escono qua sono grossi e malintenzionati, i Miura sono presenti alla feria da ormai trent’anni ininterrottamente, e tendenzialmente ai toreri vengono fatti pochi sconti.
Cartel della feria è probabilmente quello del 9, i Fuente Yimbro con Cid, Castella e Perera, ma tutto il ciclo ha dei buoni motivi di interesse, anche se a onor del vero non trascendentali.
Qui tutto il programma degli spettacoli all'arena.

In agosto si incatenano le tre Semana Grande delle città basche di Vitoria, San Sebastian e Bilbao, rigorosamente in quest’ordine e in un crescendo di grandezza e importanza.

Il ciclo di Vitoria è il meno ricco, qui date e combinazioni.

San Sebastian, a cavallo di ferragosto (10/17), programma la sua settimana grande.
La fiesta in realtà è poca cosa: le animazioni sono scarse, le tradizioni sono sacrificate all’invasione dei troppi turisti, è difficile cogliere l'anima della città nella sua festa.
Ma San Sebastian è città elegante e meravigliosa, da sempre meta estiva della borghesia spagnola: i bar nel quartiere vecchio, la spiaggia sull’oceano, le strette viuzze e i palazzi regali la piazzano facilmente tra le più belle d’Europa.
Come già segnalato nella puntata precedente, la settimana grande coincide praticamente con la feria di Dax, e le due città distano una manciata di km: è assolutamente possibile e comodo anche scegliere giorno per giorno la corrida preferita e spostarsi facilmente in macchina.

A Illumbe (*), l’arena di recente costruzione e oggettivamente piuttosto freddina, il programma sarà questo.
José Tomas presente il 14, i Victorino in chiusura, doppietta de El Juli per una programmazione torerista, piuttosto balneare e poco rigorosa.

L’agosto di fuoco si chiude però con la Aste Nagusia di Bilbao, il suo apice: dal 16 al 24 del mese.
Premettiamo che la redazione di Alle cinque della sera ha trovato la città assai meno brutta di come la si dipinge: il contrasto tra la storia del casco
viejo e le ambizioni architettoniche del moderno è fascinoso, si mangia oggettivamente divinamente un po’ dappertutto (qui le tapas sono opere di alta cucina), e il museo del Guggenheim è emozionante.

La feria qui è imponente: casetas sul lungo fiume, festa nei bar, spettacoli e concerti, animazioni tutto il giorno.
Unico problema, la pioggia: Bilbao non è certo famosa per la sua estate secca e soleggiata, e in agosto i giorni di pioggia sono più delle stelle in cielo ma tant’è, prendere o lasciare.
Vista Alegre (*) è una fra le due/tre arene più importanti di tutta la Spagna,la sabbia è grigia come il cemento e i tori sono grossi forti e armati, anche quelli delle figuras, e qui si viene per trionfare o precipitare: prima dell'encerrona de El Cid dell'anno scorso, 4 orecchie, erano 6 anni che nessuno usciva dalla porta grande.
El Juli prenderà i tori de La Quinta (solitamente destinati alle corride dure, a Vic un loro esemplare ha vinto la concorso) in un pomeriggio che comunque farà parlare di sé, cartel stellare quello del 21 con Morante Castella e Ponce, e El Fundi a chiudere davanti ai Victorino. Sulla carta, un ciclo davvero molto buono.


Considerazione finale: essendo i Paesi Baschi a prescindere una buona meta per le vacanze, che le feste sono ricche e divertenti, che a pochi km il sud ovest francese si offre come validissima alternativa e che le corride sono serie e importanti…un giro nella regione è un bel modo per passare le vacanze.

(foto Ronda: fuochi a San Sebastian e areneros a Vista Alegre, nel 2007)


martedì 3 giugno 2008

A Madrid, tra la noia e il messia

Giovedì Las Ventas celebrerà il ritorno di José Tomas sulla sabbia di Madrid.
L’anno scorso per la sua clamorosa resurrezione JT si guardò bene dal frequentare le arene importanti, e programmò una stagione di rodaggio lasciando fuori plazas come Madrid, Siviglia, Bilbao, Pamplona solo per citarne qualcuna.

Quest’anno idem, né la Feria de Abril, né l’Aste Nagusia, né la Feria del Toro, né San Isidro…ma giovedì sarà a Madrid, per la mini-feria dell’Anniversario.

Fuori da San Isidro, quindi da ogni possibile competizione, obbligatoriamente senza trasmissione televisiva della corrida (condicio sine qua non posta dal suo entourage), con un cachet incredibile e dopo mesi di trattative estenuanti: la concessione di una grazia ai devoti, sostanzialmente.

Come previsto la febbre tomasista ha contagiato la città, tutti i posti sono spariti in una manciata di minuti, titoli sensazionalistici a 9 colonne e anche più, e bagarini e reventas a fregarsi le mani...

In coda per i biglietti il 2 maggio, ai botteghini di Las Ventas ho ascoltato un tiporaccontare che rivendendo due entrate acquistate per il 15 giugno, seconda apparizione del messia, si è comprato l’abbonamento per tutta San Isidro.

In ogni caso, a scanso di equivoci, José Tomas ha dichiarato che giovedì 5 giugno o uscirà dalla Puerta Grande con una coda in mano o uscirà orizzontale per andare in infermeria.
Niente compromessi, dunque: il 5 giugno succederà tutto.
Staremo a vedere.

Nel frattempo si è consumata con l’ultimo atto della victorinada del 31 maggio una feria di San Isidro invero modesta.

Non tanto per lo score dei trofei, che non è con le orecchie tagliate che si misura un torero o una corrida (ma è pur vero che 6 orecchie sulle 288 potenziali sono un magro bilancio): ma i cronisti più attenti, chi ha seguito la feria dai gradini dell’arena o in diretta tv o web, i blog degli aficionados madrileni e non, tutti parlano di un ciclo noioso, con poche cose da ricordare e rarissimi momenti di eccellenza, con una mediocrità ganadera diffusa dalla quale si salvano pochi ferri (Cuadri, Palha, El Pilar tra questi), e con pochi toreri all’altezza del palcoscenico.

El Fundi se ne esce con la estocada della feria e con un’attitudine torera che tutte le altre star messe insieme si sognano, El Cid ha mancato con la spada dei successi rotondi, Morante ha mandato in estasi i suoi ammiratori con una faena delle sue, Bolivar e Talavante, Juli e Perera hanno fatto bene ma niente trionfi per loro.

Per il resto, poca roba.

Segnaliamo comunque e infine, per chi ne fosse interessato, la possibilità di rivedere le corride di San Isidro in differita sul sito di Canal Plus, a 3 euri l’una: la pagina web per scegliere la corsa e fare l’acquisto è questa.

(foto Ronda: il tributo a El Yiyo di fronte a Las Ventas)