sabato 19 aprile 2008

Rafael il calvo


La penna ispirata e ricca di Jacques Durand è all'origine di Rafael le chauve, edizioni Verdier (*).
La rocambolesca vita, non solo quella torera ma soprattutto, di Rafael el Gallo, Rafel il Calvo, grande torero degli inizi del secolo scorso.
C'è che il libro è pieno di storie e aneddoti tra l'incredibile e il neorealismo, e c'è anche che Durand scrive davvero bene, ed è un peccato non conosere il francese a sufficienza per cogliere tutte le mille sfumature, quelle nuances, quelle invenzione e quei richiami di cui l'autore ha infarcito ognuna delle 91 pagine.

El Gallo deve essere stato un personaggio unico, lontano da parecchi canoni, ma vero fino al midollo.
Torero ispiratissimo e codardo, spesso inconsapevole e disarmato di fronte al toro, altre volte sublime e altissimo cesellatore di passi irripetibili.
Confessava di ignorare ciò che gli capitava quando le cose giravano per il verso giusto, nell'arena, lo ignorava perchè il suo toreo tutto istinto non gli assicurava le basi di tecnica e conoscenza che altri possedevano.
Come quella volta che, commentando una delle sue faenas miracolose, disse: non so bene cosa sia successo, so solo che a ogni passo mi scendevano delle lacrime.

Il libro è all'altezza di questa figura così incredibile della tauromachia, un artista nel senso più stretto della parola: un personaggio diretto, sincero, autentico.
Come con quel toro di Murube, a Barcellona, diventato improvvisamente "più duro della pietra dei tempi dei mammut".
El Gallo lo lascia lì, non riesce a ucciderlo.
Sereno, esce dal ruedo: "quello che non si può fare, non lo si può fare, e tra l'altro è impossibile".

Gran bel libro e gran personaggio.
Un torero geniale e imprevedibile, originale e irritante, codardo e zingaro.

Un aneddoto su tutti.
Corrida di addio, a Siviglia, il suo ultimo toro.
Scorge un amico nel pubblico, gli si avvicina montera in mano e gli brinda il toro: "A te, amico della mia infanzia, protettore dei miei inizi, principe degli aficionados, io dedico quest'ultimo toro della mia vita di torero".
Si incammina verso il centro dell'arena ma individua un altro amico, seduto sui gradini: "A te, amico eccellente, gloria della musica spagnola, dedico la morte dell'ultimo toro che vado a uccidere nella mia vita di torero".
Si avvicina finalmente al toro ma ecco che incrocia lo sguardo di Algabeno, un torero amico.
Stessa scena, El Gallo si appoggia alla barrera: "A te vecchio compagno, il cui cuore ha sempre seguito la spada, a te il miglior matador che ho mai conosciuto, dedico questo, l'ultimo toro della mia vita da torero e osserva se il mio lavoro non sia degno di te".
Tre brindisi per un solo toro.
Parte infine e con l'approvazione e il sollievo di tutti verso il toro.
Ma all'improvviso si ferma, gli volta le spalle e si avvicina a suo fratello Joselito, il grande Joselito.
Gli porge la spada: "Tieni Josè, uccidilo tu per me. Non mi piace come mi guarda".

Libro da leggere, si trova facilmente online ed anche qui.

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