mercoledì 29 febbraio 2012

El Pana parla del Pana



C'è un Pana che conosco io, personaggio dalla grandezza monumentale e che suole ripetere "vedo la gente morta". Francamente non ho mai capito se in quei momenti di intensa attività alcoolica il Pana veda sul serio, che so, lo spirito di Victor Hugo o di Michael Jackson aggirarsi nei dintorni, o se invece la sua sia una acuta e metaforica analisi dell'apatia regnante nella nostra società. In ogni caso, il nostro Pana è unico e inarrivabile.

Poi c'è El Pana-El Pana, quello che alla Mexico aveva dedicato il toro alle puttane che lo avevano consolato e amato, quello del trincherazo più incredibile di tutti i tempi, El Pana che arriva ubriaco al paseillo, El Pana torero bohemien.
Anche questo Pana, al secolo Rodolfo Rodriguez, è un personaggio straordinario.
Di quelli che contribuiscono alla grandezza eterna della corrida.

In questa intervista, funambolica e per certi versi straziante, El Pana parla di sé in terza persona e già questo basterebbe a metterlo sul piano dei più grandi: anche Maradona parlava di Maradona. Rodolfo Rodriguez, l'uomo, in realtà fa di più: parla del Pana, il torero, come di un'entità astratta, un personaggio fittizio, un altro da sé del tutto indipendente.

Straordinario.


Il personaggio del Pana ha influenzato Rodoldo Rodriguez?

Sì, in tutto. Mi ha dato tutto quello che ho: la vita. Rodolfo fu il becchino, il gelataio, il panettiere, il ragazzo dell'autolavaggio che grazie al Pana riceve l'affetto e la riconoscenza della mia gente, la sua ammirazione e il suo rispetto.
Esiste una comunione da molto tempo tra El Pana e Rodolfo, è da due anni che sono astemio, c'è una comunione spirituale.



(foto Ronda)

domenica 26 febbraio 2012

Animali





"L'animalità, come in generale la natura, per noi umani rappresenta sempre qualcosa di inquietante. E uno dei rimedi più diffusi contro l'inquietudine è l'assimilazione: concedere diritti agli animali, alle piante o ai boschi, significa ostinarsi a non permettere loro di essere ciò che sono. Se a qualcuno importasse veramente qualcosa degli animali o della natura, la prima cosa che farebbe sarebbe ribellarsi almeno con le armi dell'intelletto contro simili tentativi di eliminare dal mondo tutto ciò che ci è estraneo."


José Luis Pardo (citazione contenuta in Tauroetica di F. Savater)

(foto Ronda)

mercoledì 22 febbraio 2012

Arena e Red Sands, on line




Se c'è un titolo da non perdere, tra quelli usciti negli ultimi tempi , questo è Arena: in un'ora e tre quarti il film, per la regia dell'austriaco Gunter Schwaiger, racconta senze ipocrisie l'aspirazione ad essere toreri oggi, segue le tracce dei maletillas che ancora oggi battono le strade polverose di Spagna, documenta le facce più nascoste della corrida. E' un film sulla passione ai tori che ancora oggi divora gli spagnoli, nei villaggi di provincia e nelle arene delle metropoli.
Arena è un documentario prezioso e, davvero, bellissimo.
Lo si può vedere, per intero, a questa pagina.

Su basi diverse muove invece Red Sands, di cui avevamo parlato qualche tempo fa.
L'orizzonte è meno documentale, ma la confezione è davvero preziosa.
Per chi ancora non l'avesse visto, eccolo online.

Buona visione, con un grazie a Spyros per le segnalazioni.

lunedì 20 febbraio 2012

Una foto (15)




(foto Ronda)

sabato 18 febbraio 2012

Ceret 2012


Non promuoveremo mai abbastanza la feria di Céret.
E l'addio del Fundi all'aficion catalana di fronte ai Moreno Silva è un gesto di quelli da torero: chapeau.

Ecco il programma:

Sabato 14 luglio: corrida di Moreno Silva per El Fundi, Javier Castaño, Serafin Marin

Domenica 15 luglio, mattina: novillada di José Maria Escobar e Mauricio Soler Escobar per El Dani, Imanol Sanchez e Emilio Huertas

Domenica 15 luglio: corrida di Escolar Gil per Fernando Robleño


(foto Ronda)


giovedì 16 febbraio 2012

Ferragosto a Chinchon






Il mattino a Cenicientos ha il profumo del caffé che placidamente sobbolle sul fuoco: dalle finestre filtrano ficcanti i raggi di sole, e nelle orecchie saltellano ancora i ritmi invitanti con cui l'orchestra ieri notte ha condotto la festa in paese.
Ci sbrighiamo presto, andiamo a vedere i tori all'arena: apartado e sorteo, i sei Peñajara sfilano sotto i nostri piedi uno per uno. Sono sei mostri, le corna sembrano prese da qualche stampa di tempi antichi: la gente segue il loro passaggio in silenzio, un paio di addetti guidano le operazioni con fare sicuro, in un angolo il mayoral osserva attento e misterioso.
Dei tori ci faremo raccontare: é ora di andare, qualche abbraccio, un arrivederci, siamo in macchina.
Il cielo è azzurro come solo nei disegni dei bambini, il sole è giallo come un limone maturo.
Siamo nella pancia della Spagna.

La strada che esce da Cencientos si snoda tortuosa in un paesaggio brullo e rurale, dietro ad ogni curva ti aspetti di scorgere il profilo rotondo di Sancho a cavallo del suo asino, la vegetazione è rada e misera, la terra ha il colore del pane bruciacchiato.
Su un rettilineo, in mezzo a due filari di olivi, una recinzione che ha l'aria di essere roba seria, e un cartello: animales peligrosos.
Subito fermiamo la macchina sul ciglio della strada, scendiamo. Da un roveto poco dietro il recinto arriva un fruscìo scomposto, una sagoma minacciosa si muove, attendiamo con molta impazienza che esca una fiera selvaggia. Invece spunta uno struzzo. Claudicante si avvicina alla rete, ci osserva, allunga il collo. Cazzo, lo struzzo è un uccello enorme.
Non si sente alcun rumore oltre al meccanico brusio delle campagne in estate, la strada è deserta, il sole ora picchia duro.
Ci siamo noi e lo struzzo.

Pochi anni fa non sapevamo nemmeno che ci fossero i tori, non sapevamo che ci fosse la Spagna, ed oggi proprio per i tori e proprio per la Spagna eccoci qua in mezzo al nulla a guardarci negli occhi con uno struzzo.
Ripartiamo.

La regione è secca, polverosa, inospitale.
L'autoradio è sintonizzata su una stazione locale, avanziamo guidati dalla cartina.

Scorgiamo Chinchon alla fine di un lungo dritto, di quelli che farebbero la felicità dei velocisti. Ecco, tanto la strada per Cenicientos era affare per arrampicatori, impietosa e imprevedibile, tanto i chilometri che portano a Chinchon offrono un percorso dritto e sicuro, rassicurante, di quelli in cui il gruppone si ricompatta e marcia sicuro.
I tori che si combattono nelle rispettive arene sono lo specchio delle strade che li portano a morire.
Il paese ci viene incontro piano, non abbiamo fretta: domina il bianco degli intonaci e tutto sovrasta la chiesa che sta in mezzo, sul gradino più alto.
La chiesa, messa lì, sembra la ciliegina su quei dolci da pasticceria.
Entriamo in paese, sistemiamo la macchina, troviamo l'hostal.
Fa caldo, parecchio caldo, e per un fortunato intervento del destino la piscina comunale è a due passi dall'albergo. Ci incamminiamo e dopo pochi passi incappiamo in un baretto all'angolo della strada, e ci viene in mente che ancora non abbiamo mangiato nulla. Nel locale stanno due persone che sorseggiano tranquille le loro birrette, la televisione sta appollaiata là in alto e rimanda immagini confuse, ma tanto non se la fila nessuno. Ai muri sono appesi quadri improbabili e locandine stinte, avvisi vergati a mano tipo vendo Panda usata, fotografie di cresime e matrimoni, cartoline di spiagge e mari. Nella vetrinetta sonnecchiano vassoi di olive e acciughe, fette di tortillas e qualcos'altro ancora, ai piedi del bancone si ammassano noccioli e tovaglioli, gusci, scarti, cicchi.
E' la Spagna in via di estinzione.

Il bagno in piscina ci voleva, il sole ci scalda e abbronza, il pomeriggio passa presto: è ora di andare. Gli aficionados hanno una sorta di orologio biologico che segna inesorabilmente il tempo, che scatta automaticamente quando sa che i tori si avvicinano, che guida la volontà e le azioni con ordini secchi e precisi. Ha suonato la sveglia.
Alla piazza di Chinchon si arriva percorrendo stradine che dalla cima del paese scendono ripide, stradine strette e silenziose, le case immacolate sui lati, profumo di aglio che esce dalle cucine.
In fondo alla via sta una sorta di portone, semichiuso, che inibisce il passaggio: due signori rubicondi strappano biglietti e incassano il corrispettivo in euro, là dietro tra poco si darà una novigliada.
Facciamo il nostro dovere e superiamo l'ingresso, e il colpo d'occhio toglie il fiato: con le debite proporzioni, Chinchon è la Siena della tauromachia.
La sua piazza è di una bellezza esplosiva e struggente.
La chiesa troneggia dall'alto della collinetta, lo spazio è un tondo imperfetto, le case a due piani hanno balconate di legno verde e ostentano drappi giallorossi: la sabbia che copre il selciato accoglierà presto zoccoli e zapatillas, un giro d'assi attorno delimita la pista, lungo il perimetro alcuni ordini di gradinate. E' la piazza del paese, che è l'arena del paese.

L'atmosfera è insieme elettrica e sognante. Uomini e donne e ragazzi e bambini passeggiano in quel corridoio ombreggiato che sta tra il retro delle gradinate e le case che danno sulla piazza, in quel cammino puntellato da botteghe e bar e ristoranti che fa da percorso tentatore e obbligato. Scegliamo un tavolino, ordiniamo birra e manchego, è tutto perfetto.

La novillada alle otto di sera è lo zenith della festa. Introduce l'alguacil, un personaggio in evidente stato di obesità e a cavallo tra l'età dei giochi e la pubertà più complicata: compie la funzione con fare goffo e lezioso, la madre lo ammira da dietro la barriera, lo immortala in mille fotografie, lo chiama con gridolini nervosi.
Sfilano i due novilleros e le rispettive squadre, entrano man mano i quattro tori.
Il sole incendia le assi dipinte con i tori più maturi del giallo e del rosso e che ora brillano luminose, dai balconi si affacciano signore non più giovani, sulle gradinate le famiglie coi bambini si mischiano ai ragazzotti eccitati e alle signore impomatate. Tutti bevono, sgranocchiano, ridono e gridano. Una mezza veronica scatena l'entusiasmo del signore davanti a noi, la camicia contiene a fatica l'esuberanza e la passione per il cibo, il volto è paonazzo, si produce in un olé gorgogliato e lussurioso.
Tutto si mischia e si confonde e si trasforma, la tragedia dei tori e l'euforia della festa, gli sguardi ammiccanti e il silenzio concentrato di qualche vecchio aficionado, l'odore del sigaro e il profumo dei canditi.
Là in alto, austera e immobile, la chiesa.

Finisce la corsa, arriva la sera. La piazza di Chinchon è centro pulsante della vita del paese, qui si sfidano i tori, qui si beve e si mangia, qui si va ai concerti e si fa la spesa, qui si è a casa.
Scegliamo una taverna per un paio di bicchieri, li beviamo in silenzio godendo ancora della magia di quel luogo fuori dal tempo. E' il nostro turno per fare un pò di struscio, camminando piano osserviamo un paio di ragazzini che giocano al torero in mezzo alla piazza, una signora di fianco a noi ancora sminuzza e mastica semi di girasole.
Individuiamo un'osteria che sta sull'angolo dell'arena, dal tavolino che occupiamo vediamo uno scorcio di piazza, i palazzi già all'ombra, il rosone e la facciata severa della chiesa.
Arriva il vino bianco, è fresco nella caraffa e scende bene: rende lievi i pensieri, si offre di tenerci compagnia per la serata, ne vogliamo ancora e insieme arrivano migas e calamari, prosciutto e pesciolini.
Accanto a noi una coppia di fidanzatini consuma una cena imbarazzata, forse è il primo appuntamento e lui francamente non sembra stia andando benissimo.
Beviamo e mangiamo, e ridiamo e chiacchieriamo, è la sera della festa e non chiediamo altro.

Poi i lampioni della piazza si spengono e succede qualcosa che stravolge tutto.
Dalla via che sta sopra alla fontana, una di quelle vie che partono a raggiera e portano fuori dalla piazza, arrivano prima le eco di qualche voce, poi una melodia più nitida, e infine le luci fioche di qualche centinaio di candele: entra la processione, in testa il parroco e il sindaco, dietro a loro mezzo paese. Donne col velo, ragazze in abito da sera, bambini vestiti da marinaretto. Uomini e ragazzi portano la statua della madonna vergine, è sommersa da un tripudio di merletti, ricami, lucine, rose, medagliette, oro, pietre. Nei bar ora la gente tace e ascolta la nenia cantilenante che il prete intona nel megafono, e con quella il coro di risposta che arriva dal serpentone. La madonna conquista il centro della piazza, vengono recitate le formule di rito, gli uomini e le donne si sistemano lungo il perimetro delle assi e hanno espressioni severe e i pensieri a qualcosa di lontano.
Nella stessa piazza dove poche ore prima sono stati uccisi quattro giovani tori, su quella stessa sabbia che ancora è chiazzata dal rosso del loro sangue ora sta una vergine e attorno a lei cento fedeli che la pregano, stanno cento candele e cento rose, in quella piazza dove fino a un minuto fa un paese intero celebrava la vita ora un intero paese si raccoglie in pagana preghiera.
In qualsiasi altro posto del mondo il cortocircuito sarebbe stato inevitabile e rumoroso, ma qui no: a Chinchon, nella Spagna autentica e profonda, tutto questo è semplicemente vero, essenziale e normale.
Poi a un cenno del pastore gli uomini si riprendono in spalla la madonna, le donne si accodano ordinate, la processione riprende a muoversi e i lampioni tornano a illuminare la festa.
I bicchieri riprendono a svuotarsi, le posate di nuovo tintinnano, i camerieri servono piatti e caraffe.
E' qui che il Pana incontrò la Pantoja.

Siamo come incollati alle nostre sedie, sul tavolino è un valzer di piatti e pietanze e il vino bianco di nuovo non basta, ne chiediamo ancora. Ci vengono in mente i novillos di oggi, quel batacazo impensato, i fiori gettati ai toreri.
Da sopra al castello vediamo sparare i fuochi d'artificio: illuminano il cielo di mezzanotte, disegnano arabeschi contro il nero dell'infinito, si accavallano tra geometrie e colori impazziti.

Rimaniamo ancora, poi viene l'ora.
E' tardi, il vino ci ha rinfrescato e rincuorato, e poi ci ha sedotti e conquistati: ora, ci invita al sonno.
L'aria adesso è fresca, nella piazza ancora gli adolescenti si sbirciano e si rincorrono, si attraggono e respingono; i camerieri sono sulla soglia dei locali, fumano e chiacchierano piano.
Ci sono le stelle.

Risaliamo verso l'albergo, una giovane coppia si paciuga nel buio di un androne, una signora sbuffa l'erta maledicendo l'età.
In alto, ci giriamo un'ultima volta verso la piazza.
Ancora, è illuminata.

Ferragosto a Chinchon.


- qualche foto, qua -

(foto Ronda)



mercoledì 15 febbraio 2012

20 maggio a Ceret



Come avevamo anticipato qualche tempo fa, sta prendendo corpo l'ipotesi di una corrida straordinaria a Ceret: il 20 maggio le porte dell'arena dovrebbero aprirsi per accogliere una corsa di Prieto de la Cal.

In rete circolano alcune voci piuttosto attendibili.
Pare che alcuni imprenditori barcellonesi vogliano mantenere viva la tradizione taurina della loro città, per l'occasione (e in virtù della bolla abolizionista) delocalizzando poco di là dalla frontiera.
Pare anche che in un primo momento fossero previsti, tra i toreri, Serafin Marin e Juan Bautista: il primo non dovrebbe essere al cartel in quanto sembra sia già contrattato per la feria di luglio, il secondo avrebbe avanzato pretese economiche eccessive (qualche decina di migliaia di euro).
Ad oggi dovrebbe essere sicuro, tra i tre matador, solo Mehdi Savalli.

Nulla è ancora definitivamente deciso, ma la macchina organizzativa è in moto.

martedì 14 febbraio 2012

Il silenzio degli innocenti


Il 5 febbraio scorso l'America si è fermata per il superbowl 2012: l'hanno spuntata i New York Giants, battendo nel derby i bostoniani New England Patriots.

Nella serata della finale, che è occasione per ritrovi familiari e tra amici, gli americani hanno consumato tra le altre cose 100.000 tonnellate di pollo (*).

Centomila tonnellate di pollo equivalgono, a spanne, a 200.000 tori.
Prendendo per buoni i ritmi della stagione 2009, quando vennero combattuti e messi a morte circa 10.000 bravos, in una serata gli yankees hanno fulminato (in peso) tanto pollo quanti tori sono morti in vent'anni di corride.

Ora, dico io...


(*) fonte: Sportweek di Gazzetta dello Sport, 4 febbraio 2012


("Ranch Polli Disossati", di Gary Larson)


domenica 12 febbraio 2012

Toro Negro


In effetti bastava saltare direttamente ai titoli di coda, per capire: produttore esecutivo della pellicola è Alejandro Iñarritu, classe 1963, from Mexico.
Il quale Iñarritu, fra i migliori registi nel mondo di questo ultimo decennio, è abituato a trattare temi duri e difficili, e a farlo senza concessioni: chi non conosce Babel o 21 grammi, due clamorosi capolavori, corra velocemente ai ripari.

Qui, la mano del maestro messicano si sente eccome: Toro Negro, uscito nel 2005 per la regia di Carlos Armella e Pedro Gonzalez-Rubio, è un pugno nello stomaco.
Dimenticate il cinema taurino patinato, quello delle storie d'amore tra il giovane torero e la bella andalusa; dimenticate i documentari rigorosi e appassionanti di francese fattura; dimenticate le sperimentazioni di El Brau Blau e anche il neorealismo de Il momendo della verità di Rosi.
Toro Negro è neo-iper-iper-realismo, crudo, senza redenzione, senza alcuna salvifica via d'uscita.

La telecamera segue, nella vita di tutti i giorni, le gesta di Fernando Pacheco: siamo nella penisola dello Yucatan, a un centinaio di km dalle spiagge dorate di Cancun, e nella comunità maya della regione Fernando, con il soprannome de El Suicida, si esibisce in qualità di torero nelle feste di paese.
Il problema è che El Suicida di torero non ha niente: né i vestiti, esibendosi invero più spesso con qualche camicia di fortuna e con pantaloni rattoppati mille volte; né i tori, ché quello che affronta Fernando è bestiame di vario genere, con o senza corna, e che di bravura nel sangue non ne ha vista alcuna goccia sin dalla creazione del mondo; né, infine, le capacità: El Suicida è più che altro un disperato buffone, un saltimbanco affascinato certo da toreri e corrida ma che sopravvive esibendosi in spettacoli a metà tra il circense e il cabaret.

Soprattutto, El Suicida non è torero.
La videocamera lo riprende ubriaco prima di entrare nell'arena, lo segue nelle liti con la donna che presto gli darà un figlio e che lui omaggia riempiendo di botte, nella sua vita fatta di espedienti, umiliazioni, miseri traffici.

Toro Negro è una discesa in apnea nella disperazione del Suicida, nella povertà assoluta di quelle terre dove si festeggia e ci si ubriaca per sfuggire a una vita di miserie, dove con quattro assi in croce si allestisce un'arena ridicola che per quel giorno diventa il centro del mondo, dove tutto sembra la copia imperfetta e triste di una vita normale.

Toro Negro sta a Sangue e arena come i flim di Lars Von Trier stanno a Harry ti presento Sally.

Straordinario.

Il trailer è qua.

sabato 11 febbraio 2012

Saint Martin de Crau 2012


Volentieri ci facciamo megafono: ecco nell'affiche il programma 2012 per la feria di Saint Martin de Crau.

giovedì 9 febbraio 2012

Compagne che non sbagliano



A questa pagina è possibile leggere una lettera pubblicata sul Manifesto sabato scorso.

Ode dunque alla sua estensrice, compagna e aficionada : e per ciò che ne è della risposta del giornalista, ognuno giudichi da sé.



(Che Guevara a Las Ventas, trovata su google)

mercoledì 8 febbraio 2012

La poetica della neve




Per una volta ci sia consentito un pò di campanilismo, benché nulla abbia a che fare con i tori e arrivi quasi fuori tempo massimo.

C'è ancora tempo fino a domenica 19 febbraio per visitare la mostra "La poetica della neve", presso la galleria Ricci Oddi di Piacenza: sono esposte le tele attraverso le quali Stefano Bruzzi, pittore concittadino, sviluppò un'autentica e romantica elegia di paesaggi innevati.
Come si legge nel depliant della mostra, "Stefano Bruzzi (Piacenza, 1835-1911) fu in vita pittore di successo e di ambíti riconoscimenti, soprattutto dagli anni Ottanta dell’Ottocento, apprezzato nei suoi temi bucolici dove pastorelle e greggi, contadinelli, bovini e muli sono protagonisti, interpretati con sentimento profondo della vita dell’Appennino piacentino."

Con tutto questo bianco fuori, sugli alberi e per le strade, non abbiamo resistito a darne notizia.
E d'altronde se in piena emergenza neve, con mezza Italia paralizzata, paesi senza acqua e isolati e qualche decina di morti, Roberto Formigoni il 2 febbraio ha pensato bene di caricare sul suo canale youtube questo video straordinario...figuriamoci se non scrivevamo due righe sui quadri di Bruzzi.

martedì 7 febbraio 2012

I numeri del 2011 (2)


Concludiamo la nostra panoramica, in odore di autismo, sui numeri del 2011.

* 2 le alternative che Parla, nella periferia dormitorio di Madrid, ha celebrato nell'arco di sole 24 ore
* 2 le orecchie tagliate a Madrid a un solo noviglio da Conchi Rios, la prima donna a riuscire nell'impresa; 19 corse per lei in tutto l'anno
* 0 (zero) le posizioni che perdono o guadagnano nell'escalafon della stagione europea El Fandi e El Juli: si confermano al primo e al secondo posto
* 969 le corride svoltesi in 426 arene in tutto il mondo: 5632 i tori combattuti, 3473 le orecchie distribuite. Di che fare una grigliata sontuosa.
* Il peso medio dei Victorino Martin nel 2011 è stato di 543,7 kg; la corrida più pesante quella di Vitoria, 579,2 di media
* In uno stesso giorno, il 24 giugno, Zalduendo ha combattuto 3 corride: a Granada, Badajoz, Alicante. Un tanto al metro
* 1 l'alternativa che ha dato José Tomas, a Silveti: è la seconda che appadrina nella sua carriera, la prima volta fu per José Maria Soler che oggi lavora come peone nella sua cuadrilla
* 26 i novilleros che, contattati per l'ingaggio, si sono rifiutati di toreare i Moreno Silva a Millas
* A Fuengirola quando è festa è festa sul serio: 2 corride, 19 orecchie tagliate
* Negli ultimi 5 anni sono passati per Las Ventas 123 toreri: di questi solo 13 hanno aperto la porta grande, Castella il torero che l'ha conquistata più volte (3)
* 4 le corride ad Acho, Lima: tra le arene di prima, quella meno attiva
* Considerando anche la campagna americana, El Fandi ha totalizzato 95 corride per 192 orecchie: volendo considerare, a occhio, un tre-quattro etti a orecchia, il signore si è portato a casa sessanta/settanta chili di carne
* 44 le novilladas senza picadores in Francia: 202 i becerros coinvolti, provenienti da 35 ferri diversi (21 dei quali francesi), e combattuti da 52 novilleros
* 40 corride a Madrid, 20 a Siviglia, 15 a Valencia: è il podio spagnolo tra le arene di prima categoria; in fondo a questa classifica stanno Cordoba (4) e San Sebastian (6)
* 800 i tori usciti nelle arene di prima categoria in Spagna: hanno lasciato sulla sabbia 161 orecchie e neanche una coda, guadagnando 3 vueltas al ruedo
* Nelle arene di prima in Francia, 51 corride, 295 bestie, 123 orecchie, 2 code, 11 vueltas per i tori
* 41 le novilladas di Victor Barrio, in testa alla classifica della categoria; alle sue spalle con qualche corsa in meno Javier Jimenez, che in Francia si è visto 5 volte: con Miura, Moreno Silva, Murteira, Fidel San Roman, Margé. Chapeau.
* 5 le provincie spagnole che non hanno montato spettacoli maggiori nel 2011: Girona, Leida, Tarragona, Lugo, Ourense, a secco
* Victorino Martin ha combattuto nel 2011 73 tori: 23 in arene di prima categoria, 24 in quelle di seconda, 24 in quelle di terza; di questi 73, 33 erano cinqueños
* Code in Francia: 2 in prima categoria, 0 (zero) nell'unica di seconda categoria, Ceret; vueltas ai tori in Francia: 11 in prima categoria, 1 in seconda
* José Tomas ha toreato 4 volte in arene di prima categoria (7 orecchie, 1.75 la media), Padilla 13 (4/0.31), Urdiales 6 (1/0.17), Javier Conde 4 (1/0.25)
* In carriera, El Juli è stato padrino di 31 alternative (Perera, Bolivar, Fandiño tra gli altri), testimone di 35
* 409 gli allevamenti che, in tutto il mondo, hanno portato tori in corride o novilladas; 44 gli indulti tra Europa e America
* Gli ineffabili del G10 (Juli, Ponce, Cayetano e compagnia) tengono molto alla vita dei tori di Miura, Prieto de la Cal, Adolfo Martin, Cuadri, Moreno Silva, Palha, Escolar Gil: ne hanno combattuti e dunque uccisi, tra tutti, 0 (zero)
* Ivan Fandiño ha affondato la spada tra gli altri in 2 tori di Tardieu, 3 di Javier Gallego, 2 di Cuadri, 2 di Baltasar Iban, 6 di Adolfo Martin, 0 (zero) di Daniel Ruiz
* 1 la novillada della messicana Vanesa Montoya in Spagna, a Siviglia: 4 gli avvisi collezionati, c'è mancato poco che fossero anche di più
* Le corride in Francia e Spagna passano da 1084 nel 2007 a 685 nel 2011; le novilladas addirittura si dimezzano: 710 contro 351
* 8 tori hanno meritato il giro d'onore per Nuñez del Cuvillo; 3 per Fuente Ymbro, Cebada Gago, Domingo Hernandez
* Nello score della campagna europea, rispetto al 2010 El Cid perde 2 posizioni e 15 corride(dalla 3° alla 5°, 72/57), Talavante scivola dalla quarta alla nona con 10 corride in meno (64/54), Morante dalla settima alla tredicesima (59/42), Ponce dalla quinta alla undicesima (63/48); fanno un bel balzo in avanti Perera, dalla nona alla terza (53/60), Paquirri dalla dodicesima alla ottava (43/54) e, fatto forse già più spiegabile, Ivan Fandiño: dalla ventiduesima alla dodicesima, con 11 contratti in più (31/42)
* 44 i festejos maggiori che perde l'Andalusia rispetto al 2010; 18 l'Extremadura, 22 la Castilla y Leon, 57 la Mancha, 1 la Navarra
* 1.96 è la media di orecchie per corrida di Manzanares nelle plazas di seconda categoria: 1.76 per El Juli, 1.47 per Luque
* Zalduendo è il ferro che ha ceduto più orecchie: 113 su 109 tori; al secondo posto i cuvillos (95), poi in terza posizione i Garcigrande (56)
* In tutta la stagione, comprese le Americhe, 209 sono i toreri che hanno sfilato in almeno un paseillo: per 17 di questi 1 sola corrida e 0 (zero) trofei
* 40 le arene di tutto il mondo che non hanno distribuito orecchie
* Tra le arene di seconda categoria in Spagna (156 corride in tutto) la più generosa è Pontevedra, con una media di 6,33 orecchie a spettacolo; le più attive Albacete e Valladolid, con 9 e 8 corse rispettivamente
* Code in Spagna: 0 (zero) nelle arene di prima categoria, 3 in quelle di seconda; vueltas ai tori in Spagna: 3 in prima categoria, 14 in seconda categoria
* Nelle arene di prima categoria in Europa, El Juli guida il plotone: 30 corride, 47 orecchie, 1.57 orecchie di media per serata; alle sue spalle Manzanares (24/39/1.63), Castella (24/20/0,83), El Cid (21/15/0.71), David Mora (17/14/0.82)
* Tra i toreri che hanno calcato la sabbia di arene di prima categoria senza ottenere nessun padiglione figurano Cayetano, Juan Mora, El Cordobes, Julio Aparicio, Tomasito, Antonio Ferrera, Mari Paz Vega
* 182 le corride in arene di prima spagnole e francesi, 296 le orecchie tagliate per una media di 1.63 a spettacolo
* Nelle arene di prima categoria sono i Nuñez del Cuvillo ad aver fatto combattere più tori: 76. Poi El Pilar e Fuente Ymbro con 46, JP Domecq e Miura con 38, Alcurrucen con 37
* 35 ganaderias hanno fatto uscire 1 solo toro
* 2 gli indulti a Belmez (Andalusia) nello stesso pomeriggio: tori di Zalduendo, gli artefici Paquirri e El Fandi
* 235 arene in tutto il mondo hanno aperto i battenti per dare 395 novilladas: 2209 i novigli coinvolti, 1168 orecchie, 46 code
* 199 i festejos principali nella provincia di Madrid: seguono in classifica Toledo (70), Siviglia (44), Navarra e Murcia (40), Avila (39), Malaga (38), Huelva (37)
* 164, nel 2011, i post pubblicati da Alle Cinque della Sera


- dati ricavati dal numero 1917/18 di Toros e dalle basi dati di Mundotoro, Escalafon del Aficionado, Portaltaurino e Las Ventas, e dai siti ufficiali di toreri e ganaderias



(foto Ronda - Lavapies)


lunedì 6 febbraio 2012

I numeri del 2011 (1)




La stagione 2011 ormai da tempo conclusa, per archiviarla non rimane altro che snocciolare un pò di numeri che la riguardano: senza un vero filo conduttore, senza ratio, solo numeri.
E scusandoci preventivamente per le eventuali imprecisioni.

* 20 sono i toreri che hanno affrontato tori di Victorino Martin; Padilla (6 corse, 11 tori, 3 orecchie) e Rafaelillo (4 corse, 7 tori, 1 vuelta, 4 orecchie e 1 uscita in trionfo) i più presenti di fronte alla A coronata
* E' Ivan Fandiño ad aver tagliato più orecchie di tutti a Madrid l'anno scorso: 4
* A Fermin Bohorquez con 31 bestie va il record tra le ganaderias che hanno portato più bestie in Francia (pur se quasi esclusivamente in rejon); seguono Nuñez del Cuvillo (30), Fuente Ymbro (27), Miura e Dolores Aguirre (19), Zalduendo (18), Margé (17), Garcigrande e Victorino Martin (16)
* Nuñez del Cuvillo ha partecipato a 24 spettacoli, ha portato in giro 134 bestie, ha fatto meritare 95 orecchie e 3 code a chi le ha affrontate; per 8 volte uno dei suoi ha avuto l'onore della vuelta al ruedo
* 30 le arene francesi che nel 2011 hanno dato un solo festejo: in 9 casi si è trattato di una corrida formale
* 1 solo novigliero è uscito in trionfo a Las Ventas: Conchi Rios, prima donna a tagliare 2 orecchie ad uno stesso noviglio a Madrid
* 12 i novillos che hanno fatto correre in Francia Lopez Gibaja e Tardieu: i due allevamenti più presenti
* Nel 2011 Madrid ha programmato 70 festejos: 39 corride, 25 novigliade, 4 rejones, 1 novigliada senza cavalli, 1 spettacolo di recortadores
* 107 gli allevamenti che nel 2011 hanno calcato il suolo francese: 71 tra i tori, di cui 18 da ganaderias francesi; 36 tra i novillos, 10 i connazionali
* Record a Viso de Alcora, in Andalusia: 12 orecchie e 6 code in una sola corrida. Alla sera in paese pare che la municipalità abbia offerto rabo per tutti
* 27 novilleros si sono diplomati matador de toros, 4 in più che nel 2010: da José Maria Arenas che ha preso l'alternativa il 7 aprile a Munera (tori di Zalduendo, Paquirri padrino e Fandi testimone - minchia) fino a Rafael Tejada, che si è realizzato il 2 ottobre a Aguilar de la Frontera (Tornay; Finito de Cordoba, Cordobés)
* A Madrid sono state combattute 414 bestie: 234 tori, 150 novigli, 24 tori per i cavalli, 6 torelli per la non piccata; Valdefresno (11 bestie) e Nuñez del Cuvillo (10) i due ferri più presenti. A Carmen Segovia la palma della ganaderia che ha messo a disposizione più sostituti: 5
* Con i risultati ottenuti nella temporada 2011, El Juli in carriera è uscito in trionfo 19 volte a Barcellona, 18 a Nimes, 16 a Valladolid. In 88 arene è uscito in trionfo una volta: tra queste Caravaca, Utiel, Encarnacion de Diaz, Madrid
* Il 90% delle corna analizzate in Francia è stato dichiarato intatto; nel 10% di analisi positive, nessun allevatore ha avuto sanzioni (occorrono 4 corna ritoccate su 2 tori nella stessa corrida)
* 2.993.000 sono le visite stimate ai blog taurini, nel 2011
* E' Manzanares ad aver toreato di più nelle arene europee di seconda categoria: 53 presenze; alle sue spalle Perera e El Fandi (39), El Juli (37), Talavante (31)
* 13 tori santacoloma sono usciti a Madrid, 12 albaserrada, 9 baltasariban, 6 cuadri, 172 domecq
* 50 milioni di euro è l'impatto economico della feria di San Isidro sulla città di Madrid; i cicli di Albacete o Santander portano alla città più di 8 milioni
* 60 i toreri che hanno sfilato in Francia: 15 le corride de El Juli, 14 quelle di Juan Bautista, 12 per Castella: sono i tre sul podio
* I 62 toreri passati per Las Ventas hanno collezionato 67 avisos, 10 pitos, 136 silenzi, 1 divisione, 19 applausi, 40 saluti, 9 giri d'onore, 21 orecchie
* 3 volte si è aperta la Puerta Grande di Madrid nel 2011: per Talavante, Manzanares e Jimenez
* Morante ha toreato 16 volte in plazas di prima categoria francesi e spagnole, per un totale di 8 orecchie
* Nella stagione europea, El Juli ha combattuto 68 corride raccogliendo 111 orecchie, 2 code, 39 uscite in trionfo
* 3 gli indulti in casa Alcurrucen
* Nelle arene di terza categoria in Spagna si sono dati 760 spettacoli tra corride (316), novigliade (236) e altro. 4198 i tori stoccati, 3764 le orecchie assegnate
* A Madrid il sangue domecq l'ha fatta da padrone: 42% dei tori combattuti; dei 14 encastes passati per Las Ventas si evidenziati anche nuñez (18%) e atanasio lisardo (11%)
* 24 novilladas a Madrid, 8 a Siviglia, 6 a Saragozza
* 52 le arene che in Francia hanno aperto le loro porte (49 nel 2010), per un totale di 134 spettacoli: 73 corride (+ 3), 35 novigliade con cavalli (-4), 11 rejoneos (+4), 3 corse miste e 12 festival
* Dal 2007 al 2011 è El Cid il torero ad aver toreato di più a Madrid, 18 volte; in questo stesso periodo 37 toreri hanno tagliato 102 orecchie: in cima alla classifica sta Castella con 11 orecchie in 17 pomeriggi
* David Mora e Rafaelillo i toreri che hanno dato più vueltas al ruedo negli ultimi cinque anni a Las Ventas: 3, a fronte rispettivamente di 18 e 24 tori combattuti
* A Beziers va il record di orecchie distribuite in media a corrida, tra le arene di prima categoria francesi: 3,2. Curiosamente, Beziers è però l'unica tra queste sette arene a non aver concesso giri d'onore ai tori
* Nuñez del Cuvillo il ferro che ha fatto correre più tori negli ultimi cinque anni a Madrid: 74, contro i 54 di Puerto de San Lorenzo e i 39 di Victoriano del Rio e Valdefresno
* Nimes con 17 corse, Arles con 10, Bayonne e Dax con 9 le arene francesi più operative
* Dei 20 toreri che si sono messi di fronte ai Victorino, solo Curro Diaz e Daniel Luque non hanno tagliato appendici
* 16 gli allevamenti che hanno fatto correre un solo toro in Francia: tra questi Pages Mailhan (vincitore della concorso agostana di Vic) e Conde de Mayalde (vincitore della concorso settembrina di Arles) - i due ferri saranno premiati nel 2012 con una corrida intera rispettivamente a Saint Martin de Crau e Arles
* Ivan Fandiño ha toreato 2 volte in Francia, Javier Conde 3: di che interrogarsi
* 19 i toreri che si sono esibiti una sola volta in Francia: tra questi i non più giovanissimi Frascuelo, Meca, Victor Puerto
* 0 (zero) i tori che hanno meritato la vuelta a Madrid nel 2011
* A Nimes 13 corride di tori hanno fruttato 78 orecchie (!), con una media di 3.15 a corrida; la stessa media a Bilbao scende a 1, a Cali si abbassa a 0,375, a Torremolinos schizza a 6.33
* 38 i novilleros che hanno toreato in Francia: Guillon con 16 il leader della classifica
* 17 le picche che hanno preso i Cebada Gago a Saint Martin de Crau
* 501 i tori combattuti in Francia, per un 20% di prodotti nazionali; 206 i novigli, 27% tricolori
* 5 le alternative che ha presieduto El Juli: l'officiante più prolifico
* Nel corso del 2011 Miguel Angel Perera si è accanito contro i tori di Nuñez del Cuvillo (ne ha uccisi 13, per 12 orecchie) e Zalduendo (14, 19 orecchie): molta più simpatia nutre per i Cuadri e i Miura, non ne ha stoccato nessuno


- dati ricavati dal numero 1917/18 di Toros e dalle basi dati di Mundotoro, Escalafon del Aficionado, Portaltaurino e Las Ventas, e dai siti ufficiali di toreri e ganaderias

(foto Ronda)


venerdì 3 febbraio 2012

Savater: Tauroetica arriva in Italia


E' un'ottima notizia quella che si legge su Repubblica di oggi: è nelle librerie l'edizione italiana di Tauroetica di Fernando Savater, che esce per Laterza.

Il saggio, di cui avevamo già parlato, affronta con lucidità i problemi legati al rapporto tra uomo e animali, temi che si fanno sempre più urgenti e su cui è opportuno riflettere e elaborare con criterio.
L'edizione italiana renderà accessibile dunque anche ai lettori nostrani le speculazioni di Savater, che non solo controbatte alle tesi antispeciste ma anche indica la strada per (ri)costruire una relazione etica ed equilibrata tra uomini e animali.
Un'iniezione di intelligenza e buon senso in un momento in cui tutto il mondo sembra aver perso la trebisonda, tra cagnolini con il cappottino, abolizioni varie, gattini che parlano e cose così.

Matteo Nucci ha incontrato il filosofo spagnolo nei giorni scorsi, e nell'edizione odierna Repubblica propone l'intervista: cliccando sull'immagine dovreste riuscire a salvarla e poi dunque leggerla; incalzato dalle domande puntuali del giornalista, Savater in poche battute riesce a fissare i punti più significativi della sua riflessione.

Tauroetica, benché il titolo sia parzialmente fuorviante, è un libro che deve interessare non solo gli aficionados ma tutti quanti sono attenti all'evoluzione incontrollata del pensiero animalista e che qui troveranno un'impianto teorico solido e illuminante.

Da leggere, naturalmente.

mercoledì 1 febbraio 2012

Un bel applauso


Sul numero di gennaio di Toros, la prestigiosa rivista francese, compare un articolo a firma del direttore Joel Bartolotti che si conclude così: "Un bel applauso, signore Nucci!".
La fama del nostro ha attraversato la frontiera e del suo libro si parla (proprio bene) anche di là dalle Alpi: e migliore referenza che essere apprezzato su Toros davvero non poteva esserci.
Un bel applauso anche da noi dunque, a lui e agli altri aficionados nostrani citati nel pezzo.


(cliccare sull'immagine per leggere meglio)