mercoledì 27 agosto 2008

100 y 100s: vacanze intelligenti

Cenicientos è un nome che probabilmente non dice nulla nemmeno alla stragrande maggioranza degli spagnoli. Ma gli aficionados, e in particolare quelli più attenti al toro e alle cose fatte bene, sanno che si tratta di uno dei santuari della corrida de toros.
La versione iberica di Ceret.
Marco Coscia, pienamente nel ruolo di avanscoperta (grazie a lui abbiamo scoperto i tori di Bilbao, quelli magnifici di Ceret e chissà domani quelli di Vic o proprio di Cenicientos), ci manda questa gustosa panoramica sulla feria del paesino castigliano: bel pezzo, da leggere.

Premesso che detesto il tipico Ferragosto al mare, e che l'unica sabbia che mi piace vedere è quella del ruedo di una plaza de toros, quest'anno invece di rimanere in città o andarmene in montagna dalle mie parti, ho finalmente seguito il saggio consiglio degli amici aficionados spagnoli che una decina di anni fa hanno scoperto questo paesino sperduto della Castiglia, a 775 mt di altitudine, all'imbocco della cosidetta valle del terrore, famosa per il toro grande e per il panico che matadores e subalterni sentono al solo sentir nominare Cenicientos.
Ho così scoperto che si può passare la settimana di Ferragosto in un paradiso tauroenogastronomico autentico, incontaminato, ma non per questo meno emozionante.
La ricetta è semplice: con un gruppo di amici di Zaragoza, già introdotti e conosciuti dagli indigeni, si affitta una casa rurale (non pensiate ad un pollaio, sono appartamentini con tutte le comodità ed arredati con gusto), si compra l'abono, che non è nemmeno esoso, tenuto conto che le piazze più piccole spesso sono le più care, e si passano 4 giorni di tori, feste, mangiate e bevute. Per essere rispettosi dell'ambiente ed evitare il consumo di carta, l'abbonamento non è una fisarmonica di biglietti, ma un tesserino con l'apposito spazio da perforare per ogni corrida.

La plaza di Cenicientos, in muratura, 3400 posti in un paese di 1864 abitanti, così come la vediamo, ha solo due anni, fu inaugurata nel 2006 con una corrida di Ana Romero, il primo torero a ottenere un orecchia fu Luis Miguel Encabo.
Prima si montava una portatile, le cui strutture tremavano ogni volta che un toro remataba en tablas.
Ma l'amministrazione comunale, che è anche la responabile dell'organizzazione delle corride, ha accolto il desiderio della popolazione di avere una plaza de obra (fu preferita ad un campo di calcio, per decisione popolare), e così venne costruito il "Centro Polifunzionale di Cenicientos", chiamato così per ragioni di ipocrisia politico amministrativa, per poter accedere a sovvenzioni statali e/o regionali.
Come centro polifunzionale bisogna dire che non gli manca nulla: ci sono il ruedo, la barrera, il callejon, i toriles, persino il macello, quindi è evidente la sua versatilità per potervi tenere sfilate di moda, competizioni sportive, gare di ballo o rappresentazioni teatrali..... l'unica cosa che manca per essere una plaza de toros completa sono i corrales, per cui i tori del giorno arrivano con il camion nottetempo o la sera prima, alle dieci di mattina il camion si avvicina ai toriles ed avviene il descajonamiento (l'operazione di sbarco, ndr) con successivo enchiquieramiento (la chiusura di ogni singolo toro nel box, ndr) , sotto gli occhi di un numeroso pubblico che si stipa nella balconata del patio de toriles.

Nel pomeriggio, avvicinandosi l'ora della corrida, prendono la strada della plaza le Reginette della festa e le tre peñas del paese, la Atalajacalareja (scioglilingua che vuol dire "attacca la cavalla alla ringhiera"), con il suo colore azzurro, i rossi della PFM (Peña Fuerte Movida) ed i gialli, quelli minori di 18 anni (Los que faltaban), tutte con le rispettive charangas che animeranno la plaza fra toro e toro, ed all'uscita dal toril dell'ultimo suoneranno, rigorosamente non all'unisono, la Jota, come a Zaragoza o a Pamplona.

Ma non lasciamoci trarre in inganno dall'ambiente paesano e festivo.
Qui escono Signori Tori, corride che non si vedono nemmeno a Madrid, raramente a Pamplona, e a Siviglia sarebbero considerate mostruosamente esagerate.
Il paragone giusto è con Ceret e con Vic, ed infatti ogni anno non mancano i francesi che si spingono fino a qui, con piacere ho incontrato cari amici di Ceret e dintorni che normalmente vedo a casa loro.

La corrida di apertura di questa edizione 2008 è stata un superbo sestetto di Alcurrucen di età media di 5 anni, un trapio impressionante , una casta e di una mobilità che hanno seminato il panico e lo sconcerto nelle cuadrillas (tutte le banderillas sono state messe di una in una, tranne quelle di Encabo). L'unico a mantenere una certa dignità è stato appunto Encabo, che alla fine ha avuto anche una orecchia al suo ultimo toro, menntre gli era stata negata al primo non ostante la petizione del pubblico. Dico l'ultimo e non il secondo perchè Encabo ha dovuta affrontarne tre, in quanto Joselillo si è fatto incornare gravemente all'inguine entrando a matar il suo primo ed unico toro della tarde. Come se i toreri non avessero già abbastanza paura di Cenicientos...

Infatti il giorno dopo, nonostante la corrida di Osborne fosse totalmente prova di forza e tonta, il solo fatto che alcuni tori inalberassero corna scandalosamente lunghe (tradotto dal linguaggio dei taurini, integre) ha provocato una stupida ma brutta cornata a Luis Vilches, che ha condiviso il cartel del 15 agosto con lo sconosciuto colombiano El Gino e con Serranito. Questa corrida era un petardo annunciato, perchè la ganaderia Osborne quella che è, tutti lo sapevamo, ma le ristrettezze di bilancio (quest'anno è mancato anche il contributo di Telemadrid per la trasmissione di una corrida) e la scarsità di tori adeguati sul mercato, ora che la Francia ha riaperto le frontiere, hanno costretto a questa scelta.

La macchia è stata cancellata dall'interessantissima corrida del 16 agosto, che è stata una gradita sorpresa. Corbacho Grande è una ganaderia nuova, di origine Marques de Domecq, e poteva suscitare forti riserve. Invece sono usciti cinque tori come si deve, di quelli buoni anche per il torero, ed uno, il sesto, eccezionale, un toro che aveva un motore ed una classe fuori dal comune, tanto che a richiesta del pubblico, e primi fra tutti gli amici francesi, gli è stata concessa una vuelta d'onore. Il toro si chiamava Diacono ed è toccato al giovane ed inesperto, ma volenteroso, Josè Maria Lazaro, che ha già fatto tanto con stargli davanti e matarlo dignitosamente. Gli altri due espadas del giorno hanno avuto risultati differenti: una disfatta per Lopez Chaves, non ostante la qualità dei tori toccatigli in sorte, ed un relativo successo populista per Ivan Garcia ed il suo toreo alla Fandi (banderillas incluse), anche se forse con maggior purezza.

Ed infine la corrida della domenica 17, la più aspettata dagli aficionados, la più affollata nei tendidos, con molta gente venuta dalla vicina Madrid: la corrida di Josè Escolar, ganaderia trionfatrice l'anno scorso, reduce da successi importanti a Vic fezensac e Ceret. Purtroppo quest'anno a Cenicientos, credo sempre per motivi di bugdet, non c'era come direttore di lidia il Fundi, genero del ganadero, che avrebbe potuto evitare il caos e la debacle dimostrata dai matadores e dalle loro cuadrillas, per loro massima ignominia nelle persona di Rafaelillo e di Sergio Aguilar (mentre Robleño si è salvato dall'onta). Di fronte ad una encastada, anche se diseguale corrida degli Albaserrada di Escolar (evidentemente i migliori se li era giocati a Ceret) si sono viste scene di panico, picche assassine, disordine nel ruedo, peones travolti a filotto come birilli del bigliardo. Lo scandalo è stato grande, il pubblico ha perso la pazienza contro la assoluta mancanza di professionalità e di toreria dei profesionales, da tempo non si vedeva una bronca maiuscola come quella, con lancio di oggetti al picador assassino, e con le cuadrille che hanno dovuto lasciare la plaza scortate dalla Guardia Civil, che non ha mancato di identificare quei subalterni che hanno commesso plurime infrazioni al regolamento taurino (come picar il toro a tercio cambiato).

Insomma, una feria di emozioni forti, ma anche di momenti di relax e di divertimento, di verbenas notturne fino ad ore inimmagnabili con orchestre spettacolo di altro livello, con la degustazione del vino ecologico della Bodega Saavedra (gli amici e aficionados Sergio e Miguel), l'approvvigionamento di Jamon pata negra e chorizo dell'amico Vicente, titolare della rinomata macelleria Telex, il pane del paese cotto nel forno a legna, i churros con caffè dopo l'enchiqueramiento, le birrette al bar del Arrebato dopo la corrida.

Sono o non sono vacanze intelligenti ?

(per vedere i tori di Cenicientos 2008, nell'animazione di Mariano della Cabana Brava con foto di Marco Coscia: qui)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

NOTA AGGIUNTIVA

CORUCHO è l'abitante di Cenicientos (pl. coruchos)

"Corucho" si chiama anche il monumento con la testa di toro nella piazza del paese, uguale a quello rapresentato sul cartel della feria.

Anche un vino della Bodega di Luis (non Miguel) Saavedra si chiama CORUCHO, e per aver messo l'immagine del toro (la testa) della piazza del paese sull'etichetta, la multinazionale Osborne, quella della sagoma del toro intero, gli ha fatto causa, perdendola.

L'abbiamo anche visto nella Plaza, il toro di Osborne è un'altra (povera) cosa rispetto al toro Corucho.

Marco

Anonimo ha detto...

Complimenti per il sito e per questi bei servizi che ci fanno conoscere posti nuovi dove vivere l'aficion!

Un abrazo
P.