lunedì 5 gennaio 2009

Intervista a Juan Bautista

Non senza qualche emozione e una punta di orgoglio, pubblichiamo oggi l'intervista esclusiva a Juan Bautista: abbiamo preso contatti con il torero alcune settimane fà e, grazie anche alla complicità del suo collaboratore Gilles Raoux (tra le altre cose, curatore del sito ufficiale juanbautista.com), siamo riusciti a sottoporgli queste domande per Alle cinque della sera.
E' la prima intervista di questo blog, certo il meccanismo va perfezionato e il tiro aggiustato, ma ci auguriamo che possa essere la prima di una fortunata serie.
Ringraziando Juan Bautista per la davvero cortese disponibilità , ve la sottoponiamo.

Nato ad Arles nel luglio del 1981, Jean Baptiste Jalabert cresce in una famiglia che vive con il toro e per il toro: è quasi scontato per lui prendere la strada dell'arena, e a 15 anni veste per la prima volta l'abito di luci, ad Alicante. Nel marzo '98 la prima novillada con picadors e nel settembre 1999 sulla sabbia amica dell'arena di Arles l'alternativa, dalle mani di Espartaco e con Rincon per testimone.
Dopo alcuni anni di apprendistato accompagnati da alcuni successi promettenti, e con un pacchetto di contratti sempre piuttosto ricco, nel 2003 decide improvvisamente di interrompere la carriera, per ritrovarsi.
Rientrato nel circuito nel 2005, la stagione 2007 è quella che lo consacra a livello internazionale e gli apre le porte di tutte le più importanti d'Europa e del Sudamerica.
Di lui Jean Marie Magnan, ne La tauromachie - Histoire et dictionnaire (ed. Robert Laffont), dice: "Esiste in Juan Bautista un amore vero, profondo, quasi viscerale per il toro, che non affronta mai come nemico, per quanto ingrato possa essere, ma come collaboratore nella sua opera".

L'intervista.

- Juan Bautista, torero di Arles...vorrei cominciare proprio da qui. Cosa significa per lei essere un torero, nel XXI° secolo? E un torero francese, per di più.
- Fin da piccolo toreavo per passione, per vocazione. Era quello che sognavo e compresi che era la mia strada. Volevo essere come i toreri che vedevo toreare quando ero piccolo. Per me essere torero nel ventunesimo secolo è la continuazione di un'evoluzione.
Essere un torero francese non è la cosa più importante.
Oggi, e grazie a toreri come Nimeno II, non ci sono più differenze tra toreri francesi, spagnoli e sudamericani. La cosa importante è tagliare delle orecchie e trionfare.
Il toro non ti chiede la carta di identità.

- La stagione 2008 si è conclusa da qualche tempo: cosa fà un torero in questi mesi invernali?
- Al termine della temporada, mi sono preso qualche settimana di riposo e ho ripreso gli allenamenti subito dopo.
Ho deciso di non fare la campagna sudamericana quest'anno, preferisco restare in Europa per esercitarmi ancora di più e perfezionare la mia tecnica.

- Lei era di ritorno da una stagione 2007 molto positiva, con dei trionfi molto importanti e coronata dalla Puerta Grande di Madrid. Con che spirito vi siete presentato alla temporada 2008? E ora che è terminata, che giudizio ne date?
- Era una stagione importante, per confermare i successi del 2007. Ora che si è conclusa posso dire che non era cominciata granché positivamente ma in compenso è finita molto bene.
E' stato un peccato che la regolarità trovata a fine stagione, con dei trionfi importanti nei mesi di agosto e settembre, sia mancata nella prima parte dell'anno.

- In queste due ultime stagioni vi abbiamo visto toreare diverse volte, tanto in Spagna come in Francia: soprattutto, eravamo a Bayonne il 12 agosto del 2007 per la corrida di Adelaida Rodriguez ed eravamo a San Sebastian il 14 agosto di quest'anno per quella di Nunez del Cuvillo. Quelle due volte abbiamo visto in lei un torero molto coinvolto, a gusto, in grado di capire bene e subito i suoi tori, capace di lasciarsi andare e pure di concedersi il piacere di toreare. Che ricordo conservate di quelle due corride?
- Io conservo i buoni ricordi delle buone corride, le altre provo a dimenticarle.
Mi ricordo di questa corrida di Bayonne con un toro di Adelaida Rodriguez molto buono: mi è piaciuto molto torearlo, e in più era il mio primo trionfo all'arena di Bayonne.
Il trionfo di San Sebastian appartiene ai ricordi migliori del 2008.
Mi ha procurato molto piacere grazie a questo toro jabonero (color sapone di Marsiglia, ndr) che ha avuto molta classe alla muleta. Purtroppo, e peccato, con la spada non è andata come lo speravo: il trionfo sarebbe stato ancora più importante.

- Esiste una ganaderia o un encaste che lei preferisce toreare? E pensa di fare il gesto di prendere uno degli allevamenti rinomati e duri...Miura, Palha, Victorino, La Quinta, Escolar Gil?
- Non ho delle vere e proprie preferenze, perché le ganaderias si evolvono ad ogni stagione.
In compenso alcuni allevamenti mi si confanno più di altri, come per esempio quello di El Puerto de San Lorenzo.
Con i suoi tori sono uscito in trionfo dalla Puerta Grande di Las Ventas come novillero, poi ho tagliato un'orecchia importante durante la Corrida de la Prensa nel 2007 sempre a Madrid, e ancora a Las Ventas mi hanno assegnato le due orecchie del toro Cantinillo in una corrida della Feria de Otono dello stesso anno.
Direi anche la ganaderia di Alcurrucen, di cui ho graziato due tori.
Ho già affrontato gli allevamenti duri: Palha, Victorino, La Quinta e Guardiola.
Per il momento non ho in programma di combattere di nuovo questi tori, ma in un prossimo futuro lo farò.

- Si legge spesso nelle interviste ai toreri la domanda su quale sia il miglior toro mai incontrato. Vi vorrei chiedere, al contrario, qual è il toro che vi ha messo più paura, prima o dopo la vostra alternativa, e perché.
- In realtà si prova a dimenticare i tori peggiori per conservare invece i ricordi migliori.
Mi ricordo quest'anno un toro di Loreto Charro: è stato il toro più pericoloso della stagione, che mi ha fatto passare un pessimo quarto d'ora.

- Che progetti ha per la stagione che sta per iniziare, e in quale arena avete più desiderio di tornare? A proposito, avete già scelto l'abito per la feria di Arles, che come la vostra personale tradizione impone sarà un vestito nuovo?
- Il progetto è di realizzare una temporada dello stesso livello delle due ultime, rimanendo sulla cinquantina di corride, continuando ad essere presente alle più importanti ferias di Francia, Spagna e Sudamerica, la posta in gioco raccogliere successi nelle più grandi arene.
E' là che i trionfi hanno le maggiori ripercussioni.
Per i miei dieci anni di alternativa ho ordinato due costumi nuovi, uno dei quali sarà sfoggiato durante la feria di Pasqua ad Arles.

- Per chiudere, veniamo più vicino a noi...conosce l'aficion italiana? Sa che anche qua, in un paese senza una vera cultura taurina, ci sono parecchi appassionati alla tauromachia che viaggiano e frequentano le ferias? E in ultimo, una suggestione: in quale città italiana le piacerebbe, fosse possibile, toreare un giorno?
- Per essere onesto con voi, non conosco l'aficion italiana pur sapendo che ci sono parecchi italiani che viaggiano per venire ad assistere alle corride.
Dove amerei toreare...è Venezia. La trovo una città magica e grandiosa.

- Grazie maestro per la gentilezza e la disponibilità con cui ha voluto rispondere alle nostre domande.
- Grazie a voi, e i miei migliori auguri per il nuovo anno.

Nota 1: dal sito ufficiale, il video della corrida di Bayonne e di quella di San Sebastian citate nell'intervista
Nota 2: 22 maggio 2007, Corrida de la Prensa - video
Nota 3: 6 ottobre 2007, Puerta Grande a Las Ventas - video


(foto Ronda - Juan Bautista prima del paseillo ad Arles, il 22 marzo 2008 e a San Sebastian, agosto 2008)

Nessun commento: