domenica 25 gennaio 2009

Perdigon, un Miura


A cavallo tra il XIX° e il XX° secolo i tori di Miura sono avversari duri, sfiancanti, intelligenti, pericolosi e assassini: i grandi toreri dell'epoca non possono ciononostante permettersi di evitarli, la A coronata dei Miura è il marchio per eccellenza, è di fronte a loro che i trionfi hanno peso, è attraverso le loro corride che passa la strada per la gloria.
Si è torero se si uccide i Miura.
Certo tra le cuadrillas sono parecchi i mal di pancia, che sempre meno occasionalmente si trasformano in autentica collera, ma tant'è: impossibile ambire alla grandezza senza aver trionfato in qualche miurada.
Fino il grande Guerrita esplode un giorno in un inequivocabile "se le sue vacche potessero tutte morire...!", ma per il pubblico dell'epoca per il quale la tauromachia è prima di tutto un combattimento i tori di Miura sono complemento necessario e insostituibile per ogni corrida degna di questo nome.
Tant'è che don Eduardo tra il 1893 e il 1927 fà combattere addirittura una media di 30 corse l'anno, e per dare più senso a questo dato basti sapere che oggi la casa difficilmente riesce a portarne un terzo nelle arene nel corso di una stagione.

La fiesta vive un'epoca di transizione in quegli anni, e in un momento in cui alcuni grandi si ritirano ed altri sono ormai agli sgoccioli della carriera, si impone agli aficionados l'astro di un giovane sivigliano a cui i concittadini affidano idealmente ma fanaticamente il compito di interrompere la supremazia dei toreri cordobesi: Espartero.
Si tratta di un torero che è né un tecnico né ancora meno un artista, ma il suo coraggio è tale che sembra quasi che nessun toro possa resistergli; come quei Miura combattuti a proprio a Siviglia il 20 aprile del 1894, di fronte ai quali Espartero raccoglie un trionfo enorme.

Ma il suo destino sembra segnato: la sera del 26 maggio, dopo una corrida nell'arena di Cordoba, il grande Guerrita si mobilita per raggiungerlo in stazione, Espartero sta per salire sul treno che lo condurrà a Madrid dove l'indomani dovrà toreare.
Non prendere questo treno, un toro potrebbe ucciderti domani a Madrid!
La tauromachia è ricca di questi aneddoti favolistici, spesso ideati a posteriori, ma (naturalmente...) c'è chi giura di aver assistito alla scena.
Espartero tentenna, quella di Guerrita è una voce autorevole, beve alcuni bicchieri pensando di rimanersene tranquillo in Andalusia ed assistere il giorno dopo a qualche combattimento fra galli.
Ma alla fine si convince, scaccia i pensieri più neri e sale sul treno.

Il destino ce ne mette del suo: all'arrivo nella capitale, la strada che porta all'albergo, e che Espartero e la sua cuadrilla stanno percorrendo a bordo di un'auto, è attraversata da un gatto nero.
Il banderillero Antolin si segna, Espartero no: non è superstizioso, dice.

Il primo toro di Espartero è Perdigon, un Miura l'anno prima giudicato troppo piccolo per essere combattuto a Madrid e quindi spedito presso l'allevamento di Faustino Udeta, nel sud, dove ha pasciuto una stagione intera coprendo vacche e riposando.
E' un toro rossiccio, gli occhi cerchiati di bianco, le corna affilate: la corrida comincia alle quattro e mezza.
A Siviglia in Plaza de la Encarnacion sta la residenza di don Eduardo Miura.
Quel pomeriggio il personale ha dimenticato di accendere le candele che fin dagli esordi della ganaderia tradizionalmente si fanno ardere nella cappella di famiglia quando i propri tori combattono in una qualche arena.
Don Eduardo se ne accorge e la sua ira esplode furibonda in imprecazioni inaudite.
Le candele vengono accese in fretta e furia.
Ma è tardi, sono già le cinque: a Madrid, Perdigon ha preso cinque forti picche e Espartero gli ha somministrato una faena interminabile per l'epoca...tre passi per l'alto, un cambio, un pase de pecho e sette passi con la destra.
Stop!
Perdigon è sulle difensive, pericoloso.
Espartero si compone per portare la stoccata, il toro si concentra sui piedi del torero e non sulla seta rossa, lo aspetta al passaggio e lo spedisce due metri in aria.
Espartero cade malamente sulla testa.
E' rintronato, e al posto di rifugiarsi alla barrera per riprendere un pò di lucidità, ritorna verso il toro.
Sette passi con la destra ancora, e di nuovo in posizione per un altro colpo di spada.
Espartero si lancia con rabbia, ma il movimento è scomposto: la mano sinistra non cattura l'attenzione di Perdigon, il torero è nudo, il toro gli è subito addossso.
Una frustata con il collo e Perdigon aggancia Espartero all'altezza della vita, lo spedisce di nuovo in aria e quando atterra pesantemente sulla sabbia, il toro lo carica ancora.
La cornata nel ventre è letale, Espartero morirà una ventina di minuti dopo senza aver ripreso i sensi, e dopo l'estrema unzione.

Ancora una volta, è un torero al culmine della propria popolarità che abbandona la vita tra le corna di un Miura.
La Spagna lo piange e nelle taverne si cantano tristi versi a lui dedicati, mentre la leggenda nera dei Miura si ammanta di una nuova morte.

La toritos de Miura ya no temen a nada, porqué ha muerto Espartero, el mejor que los mataba...


(questo racconto è liberamente tratto da un articolo pubblicato sul numero 19 di Terres Taurines, interamente dedicato ai Miura; il suo direttore Andrè Viard, quando non vaneggia di assurde riforme o di inconcepibili censure ma si limita a scrivere storie o a pubblicare le sue belle foto, è in grado di confezionare una rivista decisamente bella)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Sevillanas del Espartero
Popular

Las mocitas de Sevilla, merecen que se compongan

Merecen que se compongan
Las mocitas de Sevilla
Ole, ole, ole, ole
Las mocitas de Sevilla
Merecen que se compongan

Merecen que se compongan
Que se ha muerto el Espartero
Ole, ole, ole, ole
Que se ha muerto el Espartero
Para que la quieran aún más

Arsa la guasa
Que me metí en la cocina
Me llené de telarañas
Que me hice unos zapatos
Que con los tacones de caña


Los toritos de Miura ya no tienen miedo a nada

Ya no tienen miedo a nada
Los toritos de Miura
Ole, ole, ole, ole
Los toritos de Miura
Ya no tienen miedo a nada

Ya no tienen miedo a nada
Que se ha muerto el Espartero
Ay, ay, ay, ay
Que se ha muerto el Espartero
El mejor que los mataba

La Maestranza
Ha puesto luto en sus balcones
Y las banderas a media asta
Hasta mandó poner crespones
En los chiquieros de la plaza


Al hijo del Espartero, lo quieren meter a fraile

Lo quieren meter a fraile
Al hijo del Espartero
Al hijo del Espartero
Al hijo del Espartero
Lo quieren meter a fraile

Lo quieren meter a fraiel
Y la cuadrilla le dice
Ole, ole, ole y ole
Y la cuadrilla le dice
Torero como tu padre

Arsa la guasa
Que me metí en la cocina
Me llené de telarañas
Que me hice unos zapatos
Que con los tacones de caña

Anonimo ha detto...

La musica intertretata dal gran Miguel de Molina

http://www.youtube.com/watch?v=N3xDDMyfEMc

Anonimo ha detto...

www.youtube.com/watch?v=N3xDDMyfEMc

RONDA ha detto...

Ottimo!