martedì 6 aprile 2010

Nuvolo con qualche schiarita


La sintesi della feria di Pasqua ad Arles è un bollettino meteo, nuvolo con qualche schiarita.

Nuvole, tante nuvole: le più nere quelle del sabato pomeriggio, a riempire non solo idealmente il cielo sopra una corrida concorso deludente, vuota, fiacca.
Con un Prieto de la Cal magnifico da ammirare, strepitoso all'ingresso, prietodelacal al cavallo, capitato nelle disgraziate mani di un Valverde da prendere a bacchettate sulle nocche delle dita.
E un garofano rosa evidentemente cresciuto in un giardino meno felice.

Quelle della domenica mattina, con gli Ana Romero magnifici di presentazione, boriosi al cavallo la prima volta poi puf, a sgonfiarsi subito: cinque nuvole e un raggio di sole, al terzo toro, e un altro torero (questa volta Roman Perez) da maledire per essersi trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato. Porco giuda proprio a lui dovevano sorteggiare quel Cortito, entrato con le orecchie in mano e anelando una vuelta che, maneggiato da altri, non avrebbe fatto fatica a meritarsi.
Quelle nella prova di Juan Del Alamo, nella presentazione dei Garcigrande (o Domingo Hernandez, o Garcinandez, o Domingo Grande...boh), nell'alternativa di Leal.
Nuvole insomma, più del previsto.

Certo c'è stato anche il sole, di quello buono, giallo, maturo: la visita a Yonnet, in piena Camargue, per una mattinata leggera e frizzante come l'aria di quella campagna.
La tienta a Fontvieille, pedagogia taurina e insieme gioia per il palato e rovina per il fegato.
Il valore di Rafaelillo, torero, e la sua stoccata che da sola valeva tutte le altre orecchie tagliate nei quattro giorni.
Savalli e Tomasito, i ragazzi del posto, che su due registri diversi hanno fatto vedere cose buone e soprattutto, ci è piaciuto, fatte con serietà. Bravi.
E quella capacità che ha solo El Juli, contabilità dei trionfi a parte, di capire un toro in mezzo minuto e dal primo passo con la capa prenderlo e metterselo in tasca.

Domenica pomeriggio i Miura, e qua pure Bernacca sarebbe andato in cortocircuito: corrida di sole, cielo terso, poi nuvole, poi sole, poi nuvole, copriti, un quarto d'ora di pioggia, un arcobaleno, caldo, scopriti, poi meno caldo, ancora un pò d'acqua, k-way, poi arietta, poi fresco, poi freddo.
In pista, proprio come in cielo.
Una miurada complicata, sfaccettata, che ha diviso gli aficionados all'arena e fuori dall'arena, dura in alcuni momenti e fiacca in altri, difficile da capire, difficile da toreare, difficile da raccontare, con un toro assassino che esce per secondo e un altro che rompe il naso a Rafaelilo, e uno invece vuoto e insipido, una presentazione discutibile, una miurada a tratti piatta e a tratti da cardiopalma, un diamante grezzo, molto grezzo, dalle tante facce e dalle tante iridescenze, in mezzo alle ombre degli ultimi tempi.
Una corrida a cui pensare e ripensare, una corrida da meditazione come un buon vino d'annata.

E poi naturalmente tutto il resto, che da un certo punto di vista è quello che sostanzialmente conta.
C'era caldo ad Arles, nonostante le nuvole e la pioggia e il vento e tutte le sfighe metereologiche possibili , il caldo di una feria ancora con gli amici, quelli di sempre, quelli consolidati, quelli che parlano francese, quelli di recente acquisizione, quelli che leggono il blog, quelli incontrati per caso, e tutti gli altri.
I giri di pastis, le merende, le opinioni diverse sui gradini, la salve rociera, i picnic, gli sms, gli abbracci, i baci, questa la offro io, i primi commenti sulla scalinata, gli appuntamenti riusciti e quelli mancati, le corse da una cantina all'altra, Marzia che finisce in questo di articolo e non in quello precendente, l'improbabile e strepitosa bodega balcanica, lo sguardo ai giornali davanti al caffé, gli arrivi e le partenze, la condivisione di una passione, il rebujito, la birra, la sangria, il rosso, il rosé, il bianco, l'agua de Valencia e i churros, i churros da benedire, i churros che salvano stomaco e testa, i churros che dieci mani diverse pescano dal sacchetto e sono, a conti fatti, l'essenza stessa della feria.
La fiesta de los toros, insieme: santificare l'abbiamo santificata, e la coscienza è a posto.

Nei prossimi giorni, con calma, le foto e qualche parola più precisa sulle corride.

(foto Ronda - il cielo sopra ai Miura, domenica pomeriggio)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Complimenti per la sempre effervescente prosa.

Il churro simbolo della Feria: chi parla spagnolo sa che quando si dice che una corrida, o una faena, esce come un churro, non è proprio il massimo dei complimenti. L'espressione è difficilmente traducibile, ma all'incirca significha una schifezzuola, e di "churros" in questo senso se ne sono visti non pochi, in questa Feria. Sopra tutto grazie alla poca "aficion" e alla poca preparazione di tanti che non onorano il "traje de luces" che portano, perchè fra i tori c'era di tutto, ma il livello medio non era male, e con tanta materia prima c'erano pochi bravi artigiani.

Per me il trionfatore è Rafaelillo, e siccome la fortuna aiuta gli audaci, con il premio al miglior torero che gli hanno dato domenica potrà anche rifarsi il naso che gli ha rotto il Miura.

Saluti a tutti.
Marco

Anonimo ha detto...

Que temple! Que clase questo blog!
Grazie a Luigi per la citazione :-) e grazie a tutti gli amici vecchi e nuovi che hanno reso grande questa feria.
E grazie all'immenso Juli che mi ha fatto vivere un venerdì memorabile.
Marzia

Anonimo ha detto...

Forse questa te la sei persa perchè eri ad Arles:
Era la alternativa Juan Carlos Venegas con Ponce y Cayetano:
Suspendida la corrida de Jaén por 'falta de toros'
JOSÉ LUIS MARÍN WEIL
La corrida de toros en la que estaba previsto que tomará la alternativa hoy sábado 3 de abril el novillero Juan Carlos Venegas junto a Enrique Ponce y Cayetano se ha truncado a última hora por no existir suficientes toros aprobados en el reconocimiento matinal, según puede adelantar Burladero.
No hay fin al peor!!!Ciao, Angelo

RONDA ha detto...

Davvero eccezionale.