lunedì 10 ottobre 2011

Questo non è un coccodrillo

In primis, perché nessun cronista taurino si sarebbe mai sognato di prepararne uno per il Ciclone di Jerez. Nei cassetti delle redazioni e nei dischi fissi dei pc sono pronti quelli su toreri attempati e ottuagenari, al limite quello su José Tomas. Quello l'hanno già scritto tutti, ma c'è da scommettere che nessuno abbia ancora mai preparato il de profundis per Padilla.
Secondariamente, e per una logica stringente, perché nessuno è morto.
Non l'uomo che ride e sdrammatizza con amici e colleghi e medici, e piange invece quando rimane solo con la moglie: e questo significa essere, veramente, uomo.
E non il torero che già ha chiesto, sbruffone, di pianificare la campagna americana e che prima o poi, in qualsiasi condizione, rivedremo davanti a un paio di corna.

Del coccodrillo non sono nemmeno le lacrime: quelle per una volta sono vere, e sono di uomini sopraffatti dal dolore, dall'angoscia, dal sentimento.
Sono le lacrime di Miguel Abellan che in giugno ha avuto la bocca squarciata da un toro a Madrid e che venerdì ha tenuto per braccio Padilla con la faccia aperta in due. Piangeva dietro al burladero Abellan, funereo a fine corrida, immensamente solo in quell'arena in cui Fandino stava terminando con l'ultimo del pomeriggio.
Sono le lacrime di Jaime Padilla, che si china disperato a stringere la montera che Daniel Luque gli ha affidato brindandogli un toro pochi giorni fa: animo a tu hermano.
E sono quelle di tutti quegli aficionados che all'arena e altrove, a Siviglia e qua in Italia, non sono riuscite a trattenerle.

Ecco, le lacrime.
Da quanto tempo la corrida non ne faceva versare.
E pure tutta la grandezza della tauromachia sta nella tragedia, nel sacrificio del toro e nell'offerta che ad esso fa il torero: della propria carne, della propria dignità, della propria intimità.
Nella sua verità più assoluta e totale, che è quella della vita che combatte la morte.
La corrida è la cosa più grande perché rifiuta ogni finzione e ci obbliga ad affrontare l'orrore della morte, ogni volta, per ogni volta esorcizzarlo.

La salverà Padilla, la tauromachia.
Illa illa illa Padilla Maravilla, la salverà lui di cui tutti noi prima o poi abbiamo criticato gli eccessi caciaroni, Padilla che indossa trajes estrosi e sacrileghi, il Ciclone di Jerez che ogni arena seria ha fischiato almeno una volta perché troppo.
Che però è quello stesso Padilla che ogni anno mette in fila santacoloma e albaserrada e miura e altri toracci di categoria, quello stesso Padilla che salverà la fiesta perché all'ultima corrida dell'anno, nell'ultima feria dell'anno che altro non serve se non a rischiare di sputtanare il lavoro di una stagione intera, una volta ancora senza più nulla da dimostrare si è messo in mezzo alle corna del toro e l'ha affrontato con verità e abbandono e coraggio, perché un torero deve essere inevitabilmente così.

E la salverà l'occhio sinistro di Padilla, la tauromachia.
Quell'occhio sinistro che non guarderà più in mezzo alle corna di un toro e che ogni volta che noi sbirceremo guardoni ci ricorderà di questo sacrificio inspiegabile ed enorme, e ci verranno i brividi e sentiremo di nuovo sulle labbra il sapore salato delle lacrime, e di nuovo ancora e per sempre la corrida sarà una verità tragica e grande.

La salva Padilla la corrida, il suo entusiasmo di fronte a tori che nessuno vuole vedere nemmeno in foto e il suo occhio di vetro: non certo il week-end ipocrita e drogato di Barcellona o le reventas assurde per vedere JT o gli abiti che Armani disegna per Cayetano, no, il futuro della tauromachia poggia solido su quell'occhio di vetro.

Ode al Pirata, la corrida è una cosa grande.
Vivrà.


(foto Ronda - Arles 2006)

13 commenti:

Anonimo ha detto...

Una volta a Beziers, era il 2008, manco a dirlo davanti ad un Miura di 705 chili, una madama cacciò un urletto quando il toro gli passò troppo vicino.
Lui si mise a ridere e le disse "Tranquila, soy Padilla".

Ecco.
per questo sono sicura che ci stupirà ancora.

Marzia

El Pana ha detto...

Spero di tornare ancora uan volta all'Andanada 10 della plaza de toros de Pamplona e di gridare ancora uan volta ILLA ILLA ILLA PADILLA MARAVILLA!!!!!

Anonimo ha detto...

"il week-end ipocrita e drogato di Barcellona" ....ma lei c'era?
Chissà perchè qui ci deve essere sempre un clima da "caccia all'untore".
Ed il colmo è che anni fa su queste colonne mi pare di aver letto che Padilla per il fatto di aver (giustamente) avuto il coraggio di mandare a stendere il Tendido 7 di Madrid (che lo aveva fischiato tutto il tempo durante una sua corrida) era un pagliaccio; e che a Ceret (un totem di questo blog) per aver abusato dei suoi "trucchi" (così si definivano allora) quello che ora è qui diventato "il Pirata" non doveva farsi più vedere....e così fu.
Cordialmente,

Dario

Anonimo ha detto...

"Illa illa illa Padilla Maravilla, la salverà lui di cui tutti noi prima o poi abbiamo criticato gli eccessi caciaroni, Padilla che indossa trajes estrosi e sacrileghi, il Ciclone di Jerez che ogni arena seria ha fischiato almeno una volta perché troppo"
Se leggere costa fatica, quantomeno evitare commenti impropri.
Il senso ultimo è che alla fine - al di là di fiumi di inchiostro per plazas che chiudono i battenti o partitarismi per questa o quella figuras - sarà la verità del toreo a salvare la fiesta, indipendentemente dal protagonista di giornata.
Diego

Anonimo ha detto...

En este mundo lleges o no a ser matador de toros, el que nace queriendo ser torero muere siendo torero..... Padilla es de aquellos toreros en extincion, que lo dan todo en la ultima tarde, a fuego y sangre auque cueste la vida.... Ole maestro desde Venezia te estamos esperando

Anonimo ha detto...

Al Sig. Dario ha dato fastidio un commento sul "week-end ipocrita e drogato" di Barcellona. a lui che forse ci è andato, e non si è accorto che a Barcellona si è ipocritamente finto di dare le ultime due corride di tori, ma senza tori degni di questo nome.

A Barcellona di tori non se ne vedevano da molti anni: molti toreri, molte orecchie, poco pubblico, se non toreava il galattico. E non se ne sono visti nemmeno nelle due ultime corride, anche se sono usciti dai toriles 13 animali.

La proibizione legale (e ingiusta perchè comunque riduce la libertà di andare o non andare a vedere simili spettacoli) è stata resa possibile e favorita da questa deriva decadente della "corrida de toros sin toros".

Almeno Padilla lo abbiamo (quasi) sempre visto in corride serie, lo abbiamo criticato (spesso) e lo abbiamo applaudito (qualche volta) quando se lo meritava. Ma è un "matador de toros" e non di poveri vitelli inoffensivi.

A Madrid ha mancato di rispetto al pubblico, che in definitiva è quello che lo paga, ma poi "ha chiesto scusa" ed è stato riabilitato.

Invece quello che fece a Ceret, e gli ha valso un veto a ritornare in quella piazza, fu più grave, e proprio in relazione ad una gravissima cornata ad un collega, ma non è il momento di dilungarsi sul punto.

Ciò non toglie che quanto è successo a Zaragoza, disgraziatamente proprio a lui, vada oltre le legittime polemiche da tertulia sul personaggio, e sul suo non sempre eccelso stile.

Perchè la cornata è stata grave, e per causa di un vero toro, quindi appartiene alla storia tragica di una Fiesta integra, e non alla cronaca rosa del "balletto taurino all'uso moderno".

Saluti.

Marco

Anonimo ha detto...

Quindi sig. Marco le morti di Paquirri, Yiyo o Montoliù appartengono a una cronaca rosa del "balletto taurino all'uso moderno"?
Sono allibito.
Oltretutto l'anno scorso un "novillo" messicano ha quasi ucciso Josè Tomàs, un "torello inoffensivo" di juanpedro ha rovinato Aparicio, quest'anno a luglio un cuvillo ha perforato i testicoli di Juan Mora a Pamplona e un "vitello" (del Tajo) ha rischiato di rompere il cranio a el Juli...
...ma ovviamente a Barcellona erano solo torelli inoffensivi (e drogati, come no) per celebrare il rito dell'ipocrisia di 40.000 aficionados, così ipocriti da portare per le strade i toreri al grido di "Libertad!": ma non potevano starsene a casa invece di andare a vedere altre due corride de toros "sin toros", come ha fatto Lei?
Comunque a Barcellona nel 2010, anche senza "el galactico" si sono staccati 130,000 biglietti per la Monumental (il 60% in più che per vedere il Regal Barcelona di basket e circa 10 volte di più che in un anno a Ceret).

Cordialità,

Dario

Anonimo ha detto...

Sig. Dario, Lei mi ricorda molto, per il suo modo di argomentare arruffato, da maldestro manipolatore di dati ed argomenti, e per la particolare tecnica di attribuire all'interlocutore concetti o frasi che non ha detto, un tale che aveva annunciato - volontariamente - che non intendeva più intervenire in questo blog.

Ma cambiando nome, può rientrare e riproporre le solite litanie senza costrutto, e fuori tema, perchè qui si parlava di Padilla.

Non ho certo nè il tempo nè la voglia di replicare nei dettagli a una simile serie di castronerie, qualunque aficionado sa differenziare le cornate e gli incidenti dei toreri che lei menziona, a seconda del toro, della plaza e del contesto in cui si sono verificate.

Sull'infima importanza dei bovini usciti dai corrales a Barcellona mi rimetto a quanto scritto in proposito dal suo amico Domingo, che le piace sempre citare.

E mi sia concesso dire, non per altri meriti che quelli anagrafici, che il sottoscritto ha smesso di frequentare - perchè divenuta infrequentabile - la Plaza di Barcellona, quando lei ancora non era nato.

Se per qualcuno l'aficion si dimostra partecipando a un funerale taurino di prima classe, per altri si pratica difendendo l'integrità della tauromachia, e così cercando di prevenire altri funerali.

Saluti.

Marco

Anonimo ha detto...

Ma Lei chi è?
Uno che da 40 anni vede corride non ha certo bisogno di questi ridicoli predicozzi da uno sconosciuto.

Arrivederci,


Dario

Anonimo ha detto...

Tanto l'hanno capito tutti che Dario è in realtà il solito Mozzole

Anonimo ha detto...

no non sono io...

Il Mozzole

Enrico Sanseverino ha detto...

Questo post è straordinario.
Grazie

RONDA ha detto...

Grazie a lei, Enrico.