lunedì 2 novembre 2009

Ella es el matador




C'è sottotraccia un senso di tristezza latente, in Ella es matador: un'impressione di incompiuta che attraversa e segna tutto lo svolgersi della pellicola, un retrogusto di amara disillusione che né i colori sgargianti dei traje de luces né le progressioni cadenzate dei pasodobles riescono a mascherare.
I sorrisi tirati delle due protagoniste, le voci che man mano si fanno più sommesse e incerte, le corse nelle arene di infima categoria semivuote, l'intima consapevolezza di uno scostamento sempre più incolmabile tra sogno e realtà.

Il film, che le magie della rete rendono disponibile anche qua da noi, si prende la responsabilità di narrare senza finzioni il destino di due donne che ai tori, sacrilegio!, hanno deciso di dedicare la vita.
La storia è quella di cui avevamo già detto (*): Mari Paz Vega e la nostra Eva Florencia le due protagoniste, in un documentario che parla di loro, donne e torere, donne torere.

Allo spettatore le due non nascondono, in poco meno di un'oretta e con grande senso di dignità e disposizione, che il percorso intrapreso non è quello sperato e immaginato: il cammino è difficile, giorno per giorno c'è da sgomitare per ritagliarsi un angolino in un ambiente spesso ostile, e l'ascesa ricamata nei pensieri è diventata presto una inesorabile discesa verso compromessi, piccole soddisfazioni di retroguardia, ostinazioni sempre più inutili.

Non è male, Ella es matador.
E' un film che ha sentimento.

Parabole diverse, quelle di Mari Paz Vega e Eva Florencia: non solo tauromachicamente parlando, ma pure di vita.
Se la prima, malaguena ultima nata di una famiglia di banderilleros per necessità più che per scelta, pur tra mille fatiche ha trovato un suo posto nel plotone (l'anno scorso toreò alla Feria del Pilar di Saragozza, di fronte niente di meno che i Dolores Aguirre), la nostra compaesana ha una storia che varrebbe la pena raccontare con il giusto tempo.
Poco più che adolescente, Eva Bianchini viene folgorata dal mistero della corrida: scappa di casa, si installa in un paesino dell'Andausia, decide di diventare torera.
Da vedere l'espressione stranita e disorientata della madre, seduta sui gradini di un'arena in una regione così lontana non solo geograficamente dalla sua, mentre la figlia se la vede con un novillo.

Un mano a mano in forma di video, con Mari Paz e Eva che si alternano davanti alla camera: ora raccontando degli inizi, ora muleta in mano, ora confessando con gli occhi dritti nell'obiettivo quanto sia dura non solo riuscire ma anche provarci.

Notevoli per suggestione e poesia le immagini di chiusura, con Eva Florencia a toreare nuda alla luce pallida della luna: smessi gli abiti ormai negati da torero, spogliata anche fisicamente di ogni prototipo di uniforme e vincolo di ruolo, eccola con la passione e basta, il corpo suo e quello della vacchetta sotto i riflessi lattulei della luna, semplicemente toreando per sé.
Una bella sequenza, davvero, che chiude un film non imprescindibile ma a suo modo poetico e vero.

Se si può, da recuperare e dargli un'occhiata.


* qua il trailer da Youtube

2 commenti:

Donatella ha detto...

Mi spieghi gentilmente come posso vedere il film via internet?
Grazie. A presto
Donatella

RONDA ha detto...

Scrivimi una mail, trovi l'indirizzo qua sul blog.

Saluti