domenica 8 novembre 2009

Obbligato a morire

JOSE' IGNACIO RAMOS

La morte, Ostos la incrocia regolarmente in pista. Ciononostante, nessun aficionado può sostenere di averlo mai visto una sola volta girare la testa nel momento di passare, con la spada in mano, sopra le corna del toro.
Venticinque cornate, tre estreme unzioni.
Uno dei suoi apoderaros, José Ignacio Sanchez Mejìas, alias Uova Fritte da tante ne sbafava, aveva promesso un giorno di non mangiare più uova fritte se il suo torero fosse uscito indenne da una cornata a Siviglia.
Promessa da marinaio.

Ostos sentirà il crepitio della morte nella padella della vecchia arena di Tarazona, nell'alta Aragona, il 17 luglio 1963.
Il toro Nevado, di Ramos Matias, le cintura e lo apre in due a livello dell'ano come si abbate, con un colpo solo, un albero.
Safena e femorale squarciate.
Una fontana di sangue.
Il torero a cavallo Angel Peralta tenta invano di tappare il buco con il polso e un fazzoletto.
In dieci secondi ha perso tutto il suo sangue: torero rosso, morte bianca.
A colpi di siringa, perché non c'erano mezzi di trasfusione, gli vengono infilati 11 litri di sangue, presi dagli aficionados che aspettavano davanti all'infermeria.
Del sangue che subito esce dal buco della cornata.
Viene fatto aprire un negozio che vende piccole salviette.
L'autista del torero viene spedito a Tudela a prendere degli aghi per ricucirlo.
La macchina si ferma, in panne: carter esploso, come il suo basso ventre.
Per cinque ore, senza anestesia, i chirurghi trafficano nell'addome del torero, ridotto a uova strapazzate.
Poi scuotono la testa a significare l'impotenza, si levano lentamente i guanti, si asciugano la fronte in un gesto stanco, e lo danno per morto, come si dice.
La sua pressione è scesa a 2, firmano l'atto di decesso.
Ostos ce l'ha a casa, come ricordo.
Quattro giorni tra la vita e la morte: esplora l'aldilà, decide di tornare, si rimette.

Dei medici specialisti in chirurgia vascolare gli diranno un giorno che a Tarazona era obbligato a morire, per non ridicolizzare la medicina.

- tratto da Rafael le Chauve, di Jacques Durand -

(foto Ronda - José Ignacio Ramos, Istres 2009)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Un'immagine affascinante
Complimenti