lunedì 14 dicembre 2009

Cose dal week-end


Impegnativo fine settimana emiliano-piemontese, con sfumature laziali e lombarde: i tanti impegni conviviali, letterari ed enogastronomici hanno allegerito l'anima e appesantito il corpo, e sostanzialmente ritardato l'aggiornamento del blog.
Ce la caviamo con un piccolo riassunto di quanto successo, nel mondo taurino e non, in questi giorni.

Per i tori di Arles 2010 si parla di Garcigrande e Daniel Ruiz , di Miura e soprattutto di Maria Luisa Dominguez y Perez de Vargas (un tale Clavel Blanco l'unico esemplare che la divisa aveva combattuto quest'anno).
Ana Romero pure sarà in corrida ad Arles, non si sa ancora se a Pasqua o a settembre; e sembra infine che l'impresa, una volta incasellate nel calendario l'alternativa di Marco Leal e la presenza del neodiplomato Roman Perez, stia preparando una sorpresa per la domenica.
Sembra non sia esclusa nemmeno una corrida mattutina: il programma ufficiale il 30 gennaio, ma già qualche giorno prima potremo sapere di che morte morire.

Per quanto ne é di Vic Fezenzac, la commissione sta lavorando ad una feria ancora e rigorosamente sotto il segno del toro. Ai due ferri vincitori della concorso dell'anno scorso dovrebbe essere assicurata la vetrina di una corrida completa, mentre la nuova concorso dovrebbe avere una composizione originale, con Moreno Silva e Alcurrucen tra gli altri.

José Tomas non toreerà a Siviglia.
Soldi, televisione, compagni di cartello immaginiamo siano le solite menate: restano dunque Madrid e Bilbao tra le arene di primissima categoria dove il Messia dovrebbe apparire nel nuovo anno.
Resta anche il problema dei tanti lotti di Nunez del Cuvillo (10?) che lo staff di Tomas ha prenotato, che in un modo o nell'altri andranno smaltiti e piazzati in qualche plaza de toros francese o spagnola.

Miura come da ormai parecchio tempo conferma anche per l'anno venturo l'ottimo rapporto con l'aficion e le imprese francesi, portando di là dai Pirenei il grosso della sua produzione: Arles, Nimes, Bayonne, Beziers e Mont de Marsan fra le nove corride di cui dispone la casa, alle quali si aggiungono quelle nei tradizionali feudi di Siviglia e Pamplona e un paio ancora da destinare.

Il cocido madrileno infine è un piatto di caratura mondiale: la sontuosa versione piemontese, innaffiata da vini italiani e non di bontà inaudita, ha reso quella di ieri una domenica para el recuedo, in compagnia di amici vecchi e nuovi.

(disegno di Loky)

4 commenti:

jackermit ha detto...

Grazie Ronda. Attraverso il tuo blog sto scoprendo un mondo, quello delle corride francesi, che non avrei mai immaginato così serio e tradizionale. Sono un profano, e la mia prima corrida (vera, da grande) l'ho vista quest'anno a Siviglia, quindi sono veramente alle prime armi e per me questo blog in italiano è veramente un faro nell'oceano; mi dispiace che la stupenda città andalusa sia così in decadenza, proprio lei che è stata una vera e propria capitale sia di tori che di toreri.
Inizierò a considerare con più attenzione quello che succede sotto i Pirenei...

Anonimo ha detto...

Luis Miguel Dominguin lo aveva già previsto ai suoi tempi: sarà la Francia a salvare la corrida. La profezia si è avverata, non so se il salvataggio sarà completo, ma se c'è un luogo dove si cerca di mantenere l'integrità della Fiesta, è il Midi francese, dove per 150 gli aficionados hanno lottato e lottano per mantenerla, contro le minacce abolizioniste ricorrenti, e contro le frodi e gli abusi dello stesso mundillo taurino. Anche in Francia ci sono problemi, e la deriva commerciale è arrivata anche lì, Nimes ne è il cattivo esempio. Quando la corrida si riduce a un circo per turisti e/o a un evento puramente mondano, la fine è vicina. Barcellona docet.

Saluti

Marco

Anonimo ha detto...

per 150 anni, scusate l'errore

RONDA ha detto...

Al di là delle eccellenze di Vic e Ceret, punto di riferimento mondiale per ciò che ne è del toro da combattimento e al di là delle programmazioni di Mont de Marsans, Arles e Bayonne, le migliori dell'anno per qualità e completezza, la Francia si caratterizza per la serietà e il rigore delle arene più piccole, che inoltre sempre di più scelgono combinazioni che hanno al centro il toro: Parentis, Istres, Beaucaire, Alès, Carcassonne, Aignan, Roquefort e tanti altri paesi che danno corride spesso interessanti, con allevamenti blasonati.
A ciò si aggiungano una cultura taurina viva e consapevole, feste divertenti e coinvolgenti, un aficion colta e seria...insomma, la Francia è davvero un ottimo paese per conoscere i tori e coltivare la passione.