lunedì 15 febbraio 2010

Pomodoro e i suoi colleghi




Pomodoro era nato nell'ottobre del 2002, aveva vissuto pascolando la fresca erba di El Palomar non lontano da Albacete, a casa Samuel Flores, ed era andato a morire combattendo parecchi chilometri più in là, oltre le montagne, sulla sabbia del circo di Arles.
Pomodoro.
Onestamente, non è che se la fosse cavata particolarmente bene.

Chissà lo straniamento, la confusione e lo smarrimento in quel povero animale.
D'altronde, essere toro selvaggio e chiamarsi Pomodoro implica necessariamente una frattura dura da sanare, tra l'immagine che hai di te, quella del toro fiero indomito e invincibile e l'idea che di te si fa chi legge, sul pannello, il tuo nome: un tenero animaluccio, tendente a qualche rotondità, goffo e inadatto alla lotta.

A Pomodoro l'anagrafe tutta particolare della bravura in effetti non ha fatto un grande servizio, ma non è che ad altri sia andata meglio.
A ideale complemento di quel grande pezzo di Durand già trasformato in un articolo su queste pagine (qui), incuriosito e affascinato dai possibili risultati della ricerca, nel fine settimana ho aperto il bauletto dei souvenir taurini e quindi sfogliato i vari sorteo messi premurosamente da parte.
Tra i nomi dei tori che ho visto combattere, in questi anni, si annidano alcune meraviglie che era un peccato destinare all'oblio: i tori visti ad Arles, o Madrid, o Bayonne, o Bilbao, e i loro nomi bizzarri, incongrui, fantasiosi, meritavano queste righe.

Pomodoro, dunque.
E insieme a lui quel giorno pure Rosmarino e Peperoncino, e anche un Fratone e un Erbivoro.
Samuel Flores.

Pettegolo chissà se lo era davvero, Vecchio a dire il vero non ha avuto modo di diventarlo particolarmente, e Contrabbasso evocava rotonde partiture jazz: usciti a Vic Fezensac, nel 2009.

I nomi dei tori da corrida, che incredibile faccia di un mondo ancor più incredibile.
Gioielliere, Argilla, Torcicollo.
O anche Faccia Sporca, Farmacista, o Locandiere.
E poi Cercatutto, Amaro, Lunatico.
Tori usciti in questi anni nelle plazas in cui mi sedevo.

Cosa spinge un allevatore a chiamare un suo toro Mafioso?
E cosa può pensare un torero sapendo di star portando la stoccata letale al toro Pigro?

Che bella la vita degli aficionados, che inconcepibile fortuna essere stati ammessi in questa nazione di artisti, di inventori, di romantici e poeti.
Sedersi all'arena, ascoltare distrattamente le note dei pasodobles sfiatati dagli ottoni della banda, e intanto sfogliare il sorteo e dare un occhio ai soprannomi dei sei.
Alta letteratura.

Pasticciere e Zuccheraio, Scandaloso o Scroccone, Abate o Diavolo.
E ancora Zingaraccio e Nigeriano, Duca e Figo, Carceriere e Tatuatore.
Fino a Napolitano, chissà se il nostro Presidente ha servito da ispirazione.

I tori visti in questi anni, questi e tanti altri: Ostinato e Negretto, Solitario e Rissoso, Tempesta e Moresco.
Burlone, Sciocco, Violetta.

E il Garofano Bianco naturalmente, nome regale per un toro maestoso.

(foto Ronda - su la Provence di qualche settimana fa ecco Garofano Rosa, il Maria Luisa della concorso 2010: la stirpe dei garofani non si interrompe)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Fantastico!

Anonimo ha detto...

Normalmente i tori portano il nome al maschile della madre, il che che ci porta spostare il quesito su cosa spinge un allevatore a chiamare una vacca "Pomodora"....

Saluti

Marco

matteo nucci ha detto...

eh eh, sì sì, tutto dipende dalla madre, dal carattere della madre, fantastico

Anonimo ha detto...

O della nonna. Tradizionalmente, i figli maschi prendono il nome della madre al maschile, le femmine invece vengono chiamate con un nome affine, per individuare la "famiglia", o "reata". Per esempio le figlie di Pomodora possono chiamarsi Peperona, Zucchina, Melanzana ecc. sono della "reata" delle verdure. Le figlie di Violinista si potranno chiamare Chitarrista, Liutista, Violoncellista ecc., la "reata" degli strumenti a corda. Cosi possiamo sapere, che per esempio un toro Violinista e un toro Chitarrista sono cugini, e vengono tutti dallo stesso ramo per via femminile. La ganaderia del toro bravo è retta da un matriarcato.

Saluti.

Marco