...ci vuole tanto troppo coraggio, cantava il sommo Faber.
E ci voleva coraggio a morire nelle arene in questo maggio di corride insipido, mesto, piatto.
Poco da aggiungere a quanto scritto qualche giorno fa, le grandi aspettative che tutta l'aficion coltivava il 30 aprile, in vista di un mese straordinariamente denso di appuntamenti, si sono sgonfiate come una frittella lasciata lì a raffreddare, e si arriva a questo 31 del mese successivo con una sensazione di amara vuotezza.
Un mese di tori a Madrid, San Isidro finita: un disastro, una pena, aficionados morti di noia o sul piede di guerra.
Una corrida di Dolores Aguirre ed una di Puerto de San Lorenzo, mezza di Samuel Flores, un signor toro di Cuadri e una novillada invincibile di Moreno Silva: di centocinquanta e passa cornuti, sfilati sulla sabbia di Las Ventas, non rimane altro.
Tra gli uomini, Rafaelillo l'unico a sfiorare la porta grande, poi Curro Diaz e la sua arte, un'orecchietta per Robleno, un pomeriggio confortante del Cid, e a memoria poco poco altro.
Figuras non pervenute.
Triste e preoccupante, per quella che in teoria dovrebbe essere la più importante feria del mondo.
Interi lotti di tori sostituiti, pochi dettagli da ricordare.
A Nimes il programma era il solito, mezzi tori e superstar.
Trofei a ripetizione, i grandi toreri che trovano tappeti rossi ad attenderli, qualche faena a dire dei presenti davvero da ricordare (su tutte quella di Aparicio, che ci raccontano intensa ed ispirata), una buona corrida di Fuente Yimbro.
Ma da segnalare, fatto inedito nell'anfiteatro romano, la protesta sonora con cui il pur indulgente pubblico nimois ha contestato il trionfo di Castella: che la combinazione tori collaboratori e presidenza compiacente fosse troppo anche per l'aficion locale?
Non è stata una buona annata nemmeno a Vic Fezensac: nessun toro davvero memorabile, nessuna corrida completa, non solo nessuna di quelle eccellenze a cui la piazza ha abituato la sua aficion, ma invero una edizione modesta sotto più di un aspetto.
Poca roba anche a Bilbao, in un week-end di Pentecoste sinceramente ben costruito ma, una volta aperto il melone, con poco gusto.
Insomma un mese di maggio di quelli di penitenza, da lasciare presto alle spalle per guardare con più fiducia al sole e alle arene dell'estate.
C'è di buono che l'aficion sa scaldare anche le giornate più grigie.
Un bel pò di lettori, in queste settimane, ci ha scritto, inviato sms, telefonato, sempre spontaneamente, con calore, con affetto: con la consapevolezza di sapere di condividere una passione grande, e di volerne parlare, subito per non dimenticare l'emozione del momento, o al ritorno, con più ragione.
Così da Madrid, Nimes, Vic, Bilbao, abbiamo ricevuto foto, testi, commenti caustici o analisi competenti, sintesi efficaci e racconti appassionati, saluti, abbracci, storie.
Tutto questo è bello, semplicemente e meravigliosamente bello.
Grazie.
(foto: la scansione di un articolo sui Palha di Bilbao, che l'amico Michele - presente quel giorno - si è premurato di inviarci)
domenica 30 maggio 2010
Ninetta mia morire di maggio...
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1 commento:
good start
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