martedì 12 aprile 2011

La crisi della sinistra


Rifondazione, Verdi, Comunisti Italiani e compagni fuori dal Parlamento. Il Pd in eterna crisi di identità, perennemente impegnato ad organizzare primarie che poi puntualmente perde. Il popolo viola che è etereo e inconcludente come tutti i radical chic che in esso si rispecchiano e la terribile emorragia di persone e voti verso Grillo & I Suoi Grillini, maestri del populismo più gretto.

La sinistra è in crisi ed è un problema grande per un paese come il nostro, che ne ha avuto e ancora ne avrebbe tanto bisogno.

Se può consolare, di sinistra non se ne è vista nemmeno sabato a Saint Martin.
La corrida di Tardieu, diciamolo subito, non è stata all'altezza delle aspettative: tanto Calendal, il toro dello stesso ferro protagonista della concorso settembrina di Arles, aveva portato sulla pista personalità e autorevolezza, tanto i sei di Saint Martin sono stati fiacchi - più nelle gambe che nel morale - e hanno pensato essenzialmente a difendersi piuttosto che a vincere.
Nel complesso un lotto magnificamente presentato e con corna affilate come se ne vedono poche, ma assai complicato anche in virtù dell'età avanzata dei sei animali: cuatreño solo il primo, quello che si mostrerà più elegante e volenteroso ma ahimé anche poco dotato di forze, tutti gli altri con i loro cinque anni sulle spalle dimostravano la malizia e la riservatezza proprie dell'età.

Con un lotto di questo peso occorrevano idee chiare, polso e - scusate il francesismo - coglioni: tori così vanno sottomessi al primo passo, vanno costretti a cedere sotto il peso di tre doblones autoritari, vanno umiliati con due trincherazos secchi, e poi continuamente tenuti a bada con una muleta arrogante e perentoria. Allora sì che una corrida del genere può diventare importante.
Nessuno dei tre uomini è stato capace di nulla di tutto questo, e in un paio di occasioni (i due neri terzo e quarto) il materiale a loro disposizione non era certo dei peggiori: in entrambi i casi, un braccio più sicuro e dominatore avrebbe potuto ricavare da quei confronti molto più della noia che ci è stata somministrata.

In tutto questo, appunto, la sinistra è andata per farfalle.
Sinistra, gauche, izquierda, niente di niente.
Javier Castaño e Ivan Fandiño devono aver pensato che il braccio che non è il destro è quello che serve per portare l'orologio, e nulla più: i loro lavori con la muleta erano una lunga e insipida serie di derechazos, spesso strappati uno per uno dopo aver rinculato, senza convinzione.
E solo Miletto si è ricordato che i passi naturali sono l'essenza imprescindibile di ogni faena, e con il suo secondo ci gratificava di un paio di serie da quella parte, magari imperfette ma comunque meritorie vista anche le difficoltà che i suoi avversari gli opponevano.

Un pomeriggio dunque fatto di confronti nervosi, con tori che non si concedevano e uomini dai mezzi limitati.
Lo score segnalerà un'orecchia per Miletto al quinto, che in cambio della cartilagine assestava al torero due cornate nell'ascella di una decina di centimetri ciascuna, e due grandi stoccate dello stesso Miletto al secondo e al quinto: le cose migliori della giornata.

Sinistra, anche qua, non pervenuta.


(foto Ronda - Miletto a Saint Martin)

1 commento:

Anonimo ha detto...

La tauromachia è lo specchio della vita: ora prevale una destra volgare ed inconcludente, ma la sinistra è assente.

Saluti

Marco