mercoledì 31 agosto 2011
Tre corride a Bilbao
Ecco una sintesi, parecchio tardiva, dei tre pomeriggi passati la settimana scorsa a Vistalegre.
Domenica 21 agosto - La leggenda alla deriva
4 gatti di marmo marchiati Miura brutti, vuoti, fiacchi; sostituti de La Campana (2° bis) al diapason con il titolare e di Marques de Domecq (6° bis) il più miura della giornata.
JJ Padilla: silenzio/saluti; Rafaelillo: silenzio/ovazione; Raul Velasco: applausi/silenzio.
Sono passati nove anni dall'ultimo passaggio dei Miura a Bilbao, e visto l'esito di questa corsa è lecito pensare che ce ne vorranno altri trenta prima di rivedere la A coronata sulla sabbia di Vistalegre. Due tori da fazzoletto verde, gli altri quattro mosci, fischiati all'ingresso e all'uscita, mansos ma senza casta, inutili. Quattro buoi per un pomeriggio terribilmente noioso.
Padilla non ha fatto Padilla ed è parso distratto e svogliato di fronte a due tori comunque limitati.
Si è segnalato per valore e coraggio, ancora una volta, Rafaelillo: se la manifesta incosistenza del sobrero de La Campana, uscito per secondo, gli ha impedito di dare senso al suo lavoro, il suo confronto con Primavera (il quinto, di Miura) ha convinto per lealtà e emozione. Una vera e propria lotta quella tra i due, con il toro che durante la faena continuamente cercava l'uomo (per, infine, prenderlo e farlo sanguinare) e Rafaelillo che non vacillava ed anzi si incrociava continuamente, esponendosi e provando a toreare. Macchinoso alla spada, salutava un'ovazione convinta.
Raul Velasco non aveva il bagaglio necessario per affrontare il secondo rimpiazzante (6° bis), il toro migliore della serata, ed è passato per Bilbao senza lasciare traccia di sé.
Tercio de varas non pervenuto, tori protestati all'uscita, pomeriggio noioso.
Stagione disastrosa per Miura, un allevamento ormai alla deriva: pare che i legali di Lamborghini stiano istruendo la pratica di risarcimento per danni di immagine.
Lunedì 22 agosto - La classe di don Diego Urdiales
12 corna astifinissime montate da 6 brutti ceffi di Fuente Ymbro magnificamente presentati, mobili, con comportamenti diseguali ma in alcuni casi parecchio interessanti; in evidenza il primo, ovazionato, e il secondo dal trapìo eccezionale.
Diego Urdiales: vuelta/ovazione; Cesar Jimenez, silenzio/silenzio; Matias Tejela, silenzio/silenzio.
Se sono sei tori così è la corrida del secolo, si saranno detti in tanti; peccato che invece le ottime qualità di Tejedor, uscito per primo e che si accoppiava magnificamente alla disposizione ammirevole di Urdiales, non appartenessero pienamente anche ai suoi colleghi apparsi in pista successivamente.
Due entrate al cavallo con forza e bravura, Tejedor dava subito la possibilità a Urdiales di evidenziarsi in un buon passaggio di chicuelinas. Il successivo quite di Jimenez, quattro veroniche tutte sul corno destro, faceva presagire il leit-motiv della faena: da quella parte Tejedor era una macchina da carica con una nobleza esplosiva e Urdiales lo toreava con eleganza e precisione, facendo suonare la musica dopo pochi passi. La sfida tra i due era vera e appassionante. Ma a sinistra il toro era impossibile e appena preso lo strumento con la mancina, il torero era vittima di una voltereta impressionante fortunatamente senza conseguenze. Faena comunque di valore e ispiratrice di parecchi olé, tutta condotta al centro della pista: uno sfortunato pinchazo privava il torero dell'orecchia meritata, ma il suo giro di pista era parecchio festeggiato. Ovazione per il toro.
Ammirevole per tenacia e impegno Urdiales al quarto del pomeriggio, un manso scomposto e disordinato che fuggiva tutto ma quando prendeva il ferro (dopo la prima picca, alle banderillas e alla spada) pareva svegliarsi e ritrovare fiducia e forza. Saluto al centro per il torero.
Il meglio di Cesar Jimenez è la quadriglia che lo accompagna, e in particolare quel Jesus Arruga che al secondo del pomeriggio metteva un enorme paio di bastoni: per il resto il torero madrileno non era evidentemente nella giornata migliore, pallido e senza idee, indeciso e al di sotto dei suoi due avversari.
Tejela, se possibile, ancora peggio: evanescente.
Un pomeriggio andato in calando ma che ha confermato la buona attitudine e le qualità preziose di Diego Urdiales, un torero che merita altre fortune, e l'attrattiva che hanno i tori di Fuente Ymbro.
Martedì 23 agosto - La delizia del toreo
6 focosi ragazzotti di Nuñez del Cuvillo, alcuni al limite di presentazione, con punte di casta e qualità nei tre tercios.
Morante de la Puebla: saluto/due orecchie; JM Manzanares: ovazione/orecchia; David Mora: ovazione/ovazione.
Buon sestetto di Nuñez del Cuvillo, che ha portato a Bilbao una corrida non grandiosa ma capace di intrattenere il pubblico per tutta la durata della tarde, senza momenti di noia, con tredici picche in totale e parecchi momenti di buona tauromachia.
Morante con il primo del pomeriggio, il peggiore dei sei, si limitava a cesellare con qualche elegante ricamo un lavoro inevitabilmente insufficiente.
Ma il toreo toccava i suoi vertici di poesia e ispirazione e grandezza quando nell'arena entrava Cacareo, che cadeva nelle mani felici di un Morante in stato di grazia.
Faena storica e arena in visibilio.
Forajido, sorteggiato per secondo, aveva motore e morale e brillava subito in due confronti de poder a poder con Curro Javier, che gli metteva due paia di banderiglie eccezionali e veniva festeggiato con un'ovazione clamorosa. Alla muleta Forajido era una cannonata, e Manzanares non capitolava: anzi, lo aspirava in tre serie a destra impressionanti per precisione di esecuzione e risultato artistico.
Ahimé a sinistra il tono si abbassava, il toro si scomponeva evidenziando problemi che Manzanares non arrivava a risolvere e il torero si deprimeva: la faena, disgraziatamente viste le qualità del materiale, si spegneva. Osso al recibir, e un'intera questa volta all'encuentro: ovazione per l'uomo e ovazione per il toro.
Luminito, il quinto, assaggiava la capa dei tre toreri: Manzanares lo accoglieva con veroniche eleganti che lo portavano al centro, Mora lo festeggiava con un quite di gaoneras, Morante lo scartava con un intervento provvidenziale mentre il toro si lanciava pericolosamente su un subalterno. Proprio nel secondo tercio sarà obbligato a salutare JJ Trujillo della squadra di Manzanares, dopo aver chiuso un terzo paio impressionante.
La faena, benché meno intensa di quella a Forajido, permetteva a Manzanares di mettere in mostra una muleta elegante e capace di ricamare un toreo non perfetto ma di vero gusto: a sinistra in particolare si succedevano alcuni passi di innegabile classe.
Di nuovo un recibir, questa volta efficace, e orecchia. Applausi al toro.
Al pallottoliere David Mora risultava quello meno ricco di trofei, ma questo suo passaggio a Bilbao lo consacrava definitivamente come torero rivelazione e di spessore: serio, valoroso, intenzionato a fare le cose bene e con onestà, Mora ha impressionato per sincerità e capacità.
Asturiano, il terzo della giornata, aveva forza al cavallo: dopo un secondo tercio ben condotto, Mora lo accoglieva con emozionanti passi statuari al centro, per poi strutturare un'opera meritevole che dava distanza e importanza al toro. Asturiano era chiamato da quindici metri, accorreva alle sollecitazioni e metteva soprattutto un corno destro da favola nel panno rosso del torero. Suonava Nerva, la faena procedeva tutta al centro della pista e sulle due corna, con serie di merito e con il torero ad ogni passo più rilassato e sicuro di sé. Chiusura con manoletinas di valore. Uno sfortunato pinchazo, un terzo di lama, due descabellos e una resistenza particolare del toro a lasciarsi cadere complicavano le cose e raffreddavano la platea: solo ovazione per Mora, con un saluto al tercio parecchio sentito.
Currito infine, l'ultimo dei sei, di Nuñez del Cuvillo aveva solo il marchio: il modo di girarsi a fine passo, di aggredire la muleta, di cercare l'uomo, e quella carica brusca e vigliacca rimandavano piuttosto ad altri e più temuti encastes. Confronto aspro quello con Mora, che di nuovo lasciava spazio al toro e lo faceva correre; Currito era un cliente difficile e dopo poco il torero si trovava un corno nell'inguine che gli costava quindici punti di sutura a fine corrida. Ma Mora non retrocedeva e fronteggiava il toro con coraggio e disposizione, il toro si girava rapido come un gatto e lo cercava continuamente, il torero non cedeva terreno, piantava i piedi nella sabbia e lo comandava senza, peraltro, mai farsi disarmare. Faena dunque meno bella di quella al terzo, ma seguita con apprensione e ammirazione dal pubblico. Una mezza efficace piegherà alla fine Currito, ma per il torero (che passerà immediatamente all'infermeria per farsi cucire) non ci sarà più di una calorosa ovazione con saluto.
Nessun toro applaudito all'ingresso ma un paio ovazionati all'uscita, momenti di alto valore artistico e un raro profumo di toreria per tutto il pomeriggio: aficionados eccitati e appagati si assiepavano, all'uscita, ai bar di fronte all'arena.
(foto Ronda -Miura a Bilbao)
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