martedì 9 giugno 2009

Sergio Aguilar




Torerazo
, dicono gli spagnoli, torerazo.

Avevo letto di Sergio Aguilar ottime cose, specialmente dopo il suo passaggio sulla sabbia di Vic Fezensac dell'anno scorso: nel 2008 il suo nome era schizzato in cima alle preferenze degli aficionados abituati ad andare ai tori, prima di tutto.
Per esempio Campos Y Ruedos (qui) e Florent (qui), due referenze al riparo da qualsiasi sospetto di fanatismi e piaggerie, ne hanno spesso lodato tanto l'approccio, coraggioso e austero di fronte a tori sempre difficili, quanto le prestazioni solide e piene.
Per quanto mi è stato dato di vedere a Vic quest'anno, non si erano sbagliati.

Aguilar ha due cose, soprattutto: serietà e classe.
Ci vogliono entrambe, per usare la capa in quel modo con Chismoso di Escolar (il sabato) o per mettersi in mezzo alle corna del sesto La Quinta, la corrida di chiusura.
Una capacità unica di mettere in un combattimento vero, perché di quello si occupa quando scende in arene come Vic, Ceret o altre, sentimento e plasticità.
Un signor torero, Aguilar: glielo leggi nell'espressione dello sguardo, nella piega delle labbra che raramente volge al sorriso, nella camminata sicura e sobria, nell'abbandono irreale che impone al suo corpo.
La tecnica è da perfezionare, gli anni e i contratti in questo aiuteranno: ma che piacere vedere un torero incrociarsi così di fronte ai santacoloma, toreare con sincerità, esporsi per tirare passi profondi e di sentimento, non rinculare quando anche solo lo sbuffo di un La Quinta ti obbligherebbe a farlo.
E poi la muleta sempre davanti, a chiamare e comandare.

A Vic si è digerito quell'Escolar pericoloso, che ha trattato prima con i guanti e poi con il bastone, e un sobrero di Cortijoliva che sembrava uscito da un manuale di zoologia della preistoria: grosso, violento, inabbordabile.
E anche Morisqueno, che chiudeva la corsa di La Quinta e il ciclo viçois.
Se la corrida è combattere, Morisqueno e Aguilar hanno combattuto, senza risparmiarsi, senza nascondersi, senza concedere nulla l'uno all'altro.

Numero 64 sul fianco, l'ultimo toro della Pentecoste spinge bene a due riprese sotto il castigo della picca, poi si impegna in un ultimo tercio che sulle gradinate è seguito in apnea: faena da brividi per tutti tranne per un Aguilar incredibilmente calmo di fronte agli assalti assassini del suo toro, che prima lo colpisce ad un braccio e poi all'uscita di un pase de pecho alza la testa e sfiora con la punta della sua sciabola il volto del torero.
Non è finita, Aguilar insiste sul corno più pericoloso e mentre dagli spalti arriva qualche primo fischio Morisqueno, che è un toro con una casta viva e intatta, lo aggancia e lo fa volteggiare per aria.
Il corpo di Aguilar rimane per qualche lungo, lunghissimo secondo a ballare sul collo del toro, in mezzo alle corna.
Metà arena si chiude in un silenzio elettrico, l'altra rumoreggia nervosa.
Cambio di spada, ma prima della stoccata Aguilar decide di tornare sul ring con una serie di manoletinas tanto secche e strette da sembrare impossibili.
Coraggio estremo, midollo torero, incoscienza o volontà di spuntarla, chissà.
Forse la sensazione che al successo mancava poco.
Alla quarta, l'inevitabile: Aguilar di nuovo violentemente per aria, poi a terra alla mercé delle corna del toro.
Romantici e disperati i subalterni del torero, che seguivano questa ultima serie ben oltre il burladero, le gambe sui blocchi di partenza come il più allenato velocista pronti a correre in aiuto del loro maestro.
E ad avere la peggio proprio uno di loro, non Aguilar ma un suo peone, accorso ad offrire la sua capa e il suo corpo a Morisqueno per salvare la vita al torero.
Di nuovo la piazza si divideva, chi si spellava le mani per rendere omaggio all'enorme valore di Aguilar, chi gli rimproverava un'assurda incoscienza costata cara al suo secondo.
Francameante eravamo più in linea con questo sentimento, ché a nostro avviso Sergio Aguilar è torero che ha nelle corde la grandezza del toreo, che sa toreare con i muscoli e il cuore insieme, che sa coniugare battaglia e arte, e che non ha dunque bisogno di rischiare inutilmente la vita per entrare nelle grazie dell'aficion o per guadagnarsi spazaio.
Che continui sulla sua strada fatta di verità e sincerità, è il cammino che porta alla grandezza.

Muscoli e cuore insieme: un signor torero, Sergio Aguilar, da rivedere presto.

(foto Ronda - Sergio Aguilar a Vic 2009, una veronica a Vinatero di Escolar Gil)

12 commenti:

Anonimo ha detto...

E' sicuramente un torero molto interessante e che affronta con valore corride che altri non vogliono vedere nemmeno in fotografia, pratica uno stile "tomasista" però con meriti ben superiori visto il tipo di animali che affronta.

A mio avviso ha ancora alcuni difetti, come un maneggio a volte maldestro del capote che provoca frequenti "desarmes", ed una muleta che sopra tutto al natural si fa "enganchar" troppo.

Il sobrero di Cortiolivola non gli è piaciuto, e se lo he tolto di mezzo senza tante storie, diciamo che ha "abbreviato.
Le "bernadinas" al ultimo della Quinta, che già gli aveva propinato una voltereta per difetto di collocazione, non doveva darle e questo gli è costato un altra voltereta e l'incidente al subalterno che gli ha fato il quite.

Saluti

Marco

Anonimo ha detto...

Sergio Aguilar è un buon torero ma non credo da meritare tantos piropos.
L'ho visto a Sevilla coi Palha e m'è sembrato voluntarioso e valiente a tratti (pochi però) elegante, ma soprattutto con poca tecnica, temple e intelligenza (cosa che ad esempio a sevilla ad aprile gli causò due volteretas e la sensazione di non sapere sobreponerse a sus toros).
Poi la foto con il capote lo vede muy aliviado dal toro......forse dovrebbe studiare un pò di più Morante!




paolo

Anonimo ha detto...

....dimenticavo: è molto bello quando scrivi così appassionatamente dei toreri raccontando i dettagli che vivi e cogli nell'arena con tanta sensibilità!
E questo al di là di ogni gusto, preferenza e competenza!
Sigue asì!:)


paolo

Anonimo ha detto...

Quando Morante affronterà i Palha, Escolar Gil, La Quinta potrà sicuramente dare lezioni a Sergio Aguilar.

Saluti

Marco

Anonimo ha detto...

.....E infatti ognuno sta dove merita: Morante trionfatore di San Isidro, Aguilar "saludos" en Vic

...magari potrebbe iniziare dalla lezione "Morante a la veronica con Victorino"!


paolo

RONDA ha detto...

Con gli "score" delle corride di questo o di quello non si va lontano e paragonarli non è di nessuna utilità: a meno che non si accetti la deriva "calcistica" della tauromachia, che ha esclusivamente nel tabelino (orecchie, fischi, bronca, coda, saluti ecc.) la sua unica misura per giudicare il confronto tra uomo e toro.
E' certo che questa è non solo prospettiva sbagliata, ma anche approccio dannoso alla corrida.

Valutare una corrida, la qualità dei tori o la prestazione del torero, e il risultato del loro confronto, è esercizio che richiede capacità di analisi e osservazione di elementi che vanno ben oltre all'unitateralità della prospettiva dei fans o degli ultras: l'arena, la ganaderia, il pubblico, la casta dei tori, le condizioni meteo perché no, l'impegno, la riuscita delle suertes, l'irripetibilità di "quel" confronto proprio "quel" giorno, e tanto altro.

Comparare le veroniche di Morante a Madrid ai due pomeriggi di Aguilar a Vic non ha nessun senso, sono due momenti inevitabilmente unici, fatti della concomitanza di troppi elementi irripetibili perché possano essere paragonati.

Altra cosa è considerare i pochi elementi oggettivi che si possono conoscere: che Aguilar combatta tori (Escolar, La Quinta, Palha) che Morante vede solo in fotografia è cosa da non potersi negare.

E' sterile poi l'esercizio di vivisezionare le faenas in video o di prendere una fotografia, che fissa un solo impercettibile istante, come campione di tutta una corrida o come indicatore del valore di un torero.

Sul fatto che Morante e Aguilar stanno dove meritano si potrebbe discutere a fondo, certo è che Aguilar sta a Vic, o Ceret, o Cenicientos dove un pubblico serio e conoscitore sa apprezzare e valutare seriamente le cose.

Infine, lo precisiamo ancora e volentieri, crediamo che la corrida sia tutto e comprenda tutto tranne che il "tifo", il supportare a priori un torero piuttosto che non apprezzarne, sempre a priori, un altro.

Gli aficionados sono una cosa, i piccoli fans un'altra: libero chiunque di vivere la corrida come più gli pare, liberi noi di farlo senza bandiere e sciarpe o cori da stadio.

Anonimo ha detto...

...se ti stai riferendo a me come "piccolo fans" estàs en el terreno equivocado!
Se c'è uno che assapora tutti gli aspetti di una corrida in tutte le plazas dove ha la fortuna di essere, quello sono io.
Ma proprio perchè la corrida non è scienza esatta, ma passione è normale (forse, necessario) appassionarci ad alcuni dei suoi elementi.
Chi a un torero (Morante è solo uno dei miei preferiti, ma questo non mi impedisce di vibrare con altri come con Esplà a Madrid una settimana fa), chi si appassiona a una (o più) ganaderias, chi a una plaza. Senza mai dimenticare il rispetto per quel "tutto" che rende queste preferenze possibili: la corrida de Toros.
Ma è proprio perchè ci si appassiona che si affinano il gusto, la sensibilità e le preferenze.
In campi artistici come la lirica, il cinema, la musica classica, la pittura ci sono discussioni accesissime anche per un'interpretazione o una nota stonata.
Perchè l'Arte genera passioni.
E le passioni e le emozioni degli aficionados sono la prova che la corrida è un Arte.
Pertanto non confondere le mie disquisizioni (anche su una foto, perchè ci sono aficionados che guardano, studiano, ammirano e godono con foto di 80 e più anni fa) come "tifo da stadio"!
Saresti ben lontano dal cogliere l'essenza della corrida.
Ma so che non lo sei.
Tanto che fra qualche anno, sono certo, vibrerari anche tu con Morante come me ora!
Così come Bergamin si "converti'" a Rafael de Paula trent'anni fa!
Ciaoo!:)


Paolo

RONDA ha detto...

Non mi riferisco a nessuno in particolare, e sinceramente non ho neanche tanta voglia di replicare su questo blog le dinamiche colloquiali di un forum o di una mailing list.
Ho sviluppato un discorso generale, poi non sta a me dire a chi riconoscersi in questo ritratto.

Sono d'accordo nel definire la corrida un qualcosa che genera passioni, per definizione istintive, e che possono essere differenti tra loro.
Certo c'è una linea di demarcazione, al di là della quale anche la più spontanea e sincera passione perde di ogni senso: quella lina è il Toro, con la t maiuscola, senza il quale anche la più rotonda delle veroniche perde di ogni significato, profondità e soprattutto valore e giustificabilità.

Non credo alle vie di Damasco, e nemmeno in tauromachia.
Però non sbagliamoci, non è che chi ha l'abbonamento a Vic o Ceret abbia gli occhi foderati e cada nello stesso errore del fanatismo, non riconoscendo nella capa di capote una magia e un'arte fuori dal comune: si può emozionarsi per Camarito di Palha e per la muleta di José Tomas, ma solo se questa è messa in mezzo alle corna di un toro integro, con casta, elemento essenziale di ogni corrida.
Altrimenti le famose veroniche di Morante (quelle di Madrid sono state enormi), prese a sé, non sono altro che belle pose plastiche: ma allora, solo per ammirarne la bellezza, il sacrificio di un animale perde di ogni senso.
E questo è grave.

Anonimo ha detto...

Certo!
Sin Toro no hay emociòn.....y sin el Toreo tampoco!
Le veroniche di Morante a Madrid, by the way, sono state date nientemeno che a un Juanpedro......!!!
Mi fa piacere che anche qui ora vengano considerate "enormi"!
Le vie del Toreo sono infinite!;)


paolo

Anonimo ha detto...

alèalèalèalè tomas tomas alèalèalèalè tomas tomas alèalèalèalè
tomas tomas.

Anonimo ha detto...

Sono state giudicate "enormi" le veroniche, non certo il toro a cui le ha date, come non erano "enormi" i Victorinos di Siviglia, la sanno tutti che dove c'è Morante a volte ci può essere "arte" ma non c'è mai "toro" nemmeno per sbaglio.

Anonimo ha detto...

...ma non è forse vero che "sin toro nada es importante"?
Allora ditemi: le veroniche di Morante (quelle che han fatto saltare tutta la piazza in piedi) sono "importanti" ed "enormi" oppure no, visto che "anonimo" dice che il juanpedro non lo era??
O qui si fa un'eccezione??
Per me non c'è Arte senza toro....ma dire che Morante non affronta MAI tori mi sembra esagerato!
Comunque per me (come già dissi) quelle veroniche sono state cumbre, ma non le migliori della storia come molti dicono.
E Morante ne ha già date altre di altrettanto enormi.
Saluti


paolo