Il toro Acelerado, n. 106 della ganaderia di Antonio Bañuleos, è stato senza dubbio miglior toro di una Feria del Pilar caratterizzata in generale dal fallimento di una programmazione mediocre voluta dalla impresa Taurodelta (che gestisce così male anche Las Ventas di Madrid ed altre plazas).
La curiosa storia di Acelerado, che inizialmente non era destinato a essere combattuto nè a Saragozza nè altrove, è a disposizione a questo link. Il suo matado, Antonio Ferrera, dopo averlo banderigliato con molta verità e molto rischio (stupendo il terzo paio al quiebro en tablas), con il solo difetto del caratteristico saltino, è stato poi come sempre frenetico con la muleta ed in definitiva non ha valorizzato lo stupendo toro e la sua casta.
La corrida di Banuelos, inaspettata e gradita sorpresa, l'unica degna per presentazione e dal comportamento vario ed interessante, veniva in sostituzione di quella prevista di Alcurrucen, rifiutata in blocco dai veterinari per mancanza di trapio.
Posto che Alcurrucen è una ganaderia ampia ed ha sicuramente nel campo tori a sufficienza per molte corride in arene di prima categoria, sempre che le si voglia pagare, si capisce che sotto sotto c'è stato qualcosa di poco chiaro.
Nei giorni precedenti, del resto, le corride commerciali che secondo l'impresa avrebbero dovuto costituire l'ossatura della Feria, avevano dato luogo a pomeriggi soporiferi e deprimenti, con tori codardi e deprimenti, e toreri svogliati.
Mentre una corrida di Garcigrande selezionata per El Juli e non approvata ha dovuto essere sostituita da un pout-pourri di tori raggranellato all'ultimo momento.
E le interessate polemiche contro la presidenza che cercando di mantenere un balrume di serietà no aveva concesso seconde orecchie facilone: insomma tutto in tono con il manifesto prescelto per questa edizione della Feria, un paio di corna gacho y broicho su un funereo fondo nero.
Noi siamo arrivati per la coda torista del ciclo, quest'anno ridotta ai minimi termini ed in cui le uniche soddisfazioni sono venute dall'outsider Banuelos, di cui ricordavamo mediocri corride per figuras ad Arles ma che, non essendoci stati stavolta toreri in grado di imporre le loro esigenze, ha tirato fuori il meglio. Si dice che la mattina del sorteggio ci fosse tensione tra le cuadrillas, dopo aver visto la presentazione dei tori nei recinti.
Dolores Aguirre, che quest'anno è fra i pochi ferri che ha brillato nelle altre piazze importanti, ha mandato a Saragozza un saldo di tori di cinque anni ma di poco peso e minor casta, segno evidente del poco prezzo a cui l'impresa li ha pagati.
Di quel pomeriggi si salva solo la faena al quarto, con la muleta piana, di un Fernando Robleno che festeggiava così il suo addio al celibato.
Dal canto suo Miura ha concluso la non eccelsa stagione 2009 in linea con la stessa mediocrità, solo l'ultimo toro aveva la presenza e la potenza che ci si aspetta da un Miura.
Davanti a loro il sempre valoroso Rafaelillo ha ancora una volta dimostrato coraggio ed abilità.
Insomma, nel centenario Coso della Misericordia si è visto poco: per fortuna il soggiorno a Saragozza è stato allietato come sempre dai dibattiti con gli amici aficionados, dalle abituali tapas, merende e cene, tra cui un aperitivo molto taurino con gli amici venuti da Arles, al Marpy (*), dalla visita alla stupenda mostra al Palacio de Sastago della collezione taurina di Enrique Asin (*), e da una inaspettata visita alla ganaderia di casta navarra La Rebomba di J.M Arnillas, su cui vale la pena scrivere a parte in un prossimo articolo.
(testo di Marco Coscia - foto di Laurent Larrieu, corrida di Miura a Saragozza)
1 commento:
Ottima le scelta della foto, in realtà i Miura di quella corrioda, tranne l'ultimo, erano muli con le corna....;-)
Saluti
Marco
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