martedì 14 febbraio 2012

Il silenzio degli innocenti


Il 5 febbraio scorso l'America si è fermata per il superbowl 2012: l'hanno spuntata i New York Giants, battendo nel derby i bostoniani New England Patriots.

Nella serata della finale, che è occasione per ritrovi familiari e tra amici, gli americani hanno consumato tra le altre cose 100.000 tonnellate di pollo (*).

Centomila tonnellate di pollo equivalgono, a spanne, a 200.000 tori.
Prendendo per buoni i ritmi della stagione 2009, quando vennero combattuti e messi a morte circa 10.000 bravos, in una serata gli yankees hanno fulminato (in peso) tanto pollo quanti tori sono morti in vent'anni di corride.

Ora, dico io...


(*) fonte: Sportweek di Gazzetta dello Sport, 4 febbraio 2012


("Ranch Polli Disossati", di Gary Larson)


15 commenti:

Anonimo ha detto...

sono numeri ridicoli,è impossibile che 300 milioni di persona mangino 35 milioni di polli in un sera...

giovanni ha detto...

credo invece che sia molto plausibile che 110 milioni di spettatori possano mangiare tre etti di pollo a testa.

RONDA ha detto...

Le cifre sono quelle pubblicate da
Sport Week : se la matematica non ci tradisce, 100.000 tonnellate per 110 milioni di spettatori fanno meno di un chilo a testa.
Assolutamente plausibile, conoscendo la suicida voracità degli americani e anche la spensieratezza con cui si spreca cibo da quelle parti.

Il sito America 24 snocciola ancora altre cifre: milioni di pizze, un oceano di birra e, attenzione, 1 miliardio 250 milioni di ali di pollo.

Un'ecatombe.

Anonimo ha detto...

Che brutta vita: vedere giocare un gioco stupido praticato da degli energumeni e divorare cibo-spazzatuura.

E poi dicono che noi che andiamo alle corride, e magari ci mangiamo il "rabo de toro" stufato , siamo barbari !

Saluti.
Marco

Anonimo ha detto...

L'ultimo sprezzante commento di Marco tradisce quel disgustoso snobismo che ricorda certi commenti fatti sulla feria da certi antitaurini ed animalisti beceri vari.

Un vero peccato questi occasionali colpi di superbia in un altrimenti eccellente blog, ma d'altronde ognuno è libero di dire quello che vuole.

Però quel "dicono che noi". "Dicono". Eh già, come se tutto il mondo si fosse coalizzato contro noi aficionados, e l'unica difesa possibile fosse quella di incominciare a tirare anche noi indietro merda a destra e a manca.
Un franco consiglio, non sposate la prima idiozia detta solo perché in accordo con le nostre idee; un chilo di pollo a testa DI MEDIA (e non mi si racconti che hanno mangiato tutti pollo!) è assurdo. Poi, 1.250 miliardi, ma accendiamolo il cervello, sono equivalenti a 625 milioni di polli! Una media di 6 polli (12 ali) per OGNI spettatore del Superbowl! (per 100.000 tonnellate fanno 6,25 chili per pollo. Sticazzi, i polli giganti ci sono oltreoceano). Avrei capito fosse il ringraziamento, in cui mangiare tacchino è tradizione, ma questo è assurdo. Non facciamoci sputtanare utilizzando gli strumenti (e le fonti) della bieca propaganda animalista, buttando lì qualche luogo comune per giustificare l'impossibile (un chilo a testa, che sarà mai, "tanto gli americani son tutti obesi!" degno di "tanto gli aficionados son tutti sessualmente repressi"). Tutto quello che otteniamo da questa carica verso i mulini a vento è una perdita di credibilità.

Saluti,
Foresti

Anonimo ha detto...

Mi scuso per i commenti multipli, ho internet sminchiato.

Foresti

RONDA ha detto...

Ho provveduto a sistemare il problema sui commenti multipli.

Ora, sig. Foresti, non so se gli aficionados (e qualche lettore del blog tra questi) siano sessualmente repressi, so che quello dell'obesità è un problema reale per gli Stati Uniti: ed è perciò del tutto corretto interpretare quei numeri anche alla luce di ciò.
I dati riportati nel post e nei commenti certamente possono essere letti a piacere, qui evidentemente sono stati declinati in quel modo: di quegli stessi dati comunque è riportata la fonte, per completezza.

Certo che un milardo e passa di ali di pollo è una cifra che allarma il buon senso di ognuno di noi: sono d'accordo con lei.
Sono però numeri confermati dal National Chicken Council che, almeno a stare al nome, dovrebbe essere un organismo autorevole nel campo: può verificare a questa pagina.

Saluti

Anonimo ha detto...

mangiare ali di pollo fritte guardando il superbowl è tradizione come mangiare il tacchino il giorno del ringraziamento... e a fare un kg di ali di pollo ci vuol poco, come a fare un kg di rabo de toro, in fondo, è tutto osso.
In ogni caso le ali di pollo fritte oltre che buone son anche abbondantemente mangiate anche in Spagna (la "mia" per lo meno, provincia di Leon...).
e sono buone (ma buone buone buone) potrei senza problemi cenarci,son come le ciliege, una tira l'altra.
Lorenzo

Anonimo ha detto...

Certo che le ali di pollo possono essere buone,e non c'è niente di male a mangiarle.

Ma quelle divorate compulsivamente davanti alla televisione da milioni di americani, specie durante la trasmissione di spettacoli sportivi, provengono da allevamenti industriali intensivi, ove dei poveri animali vengono ingrassati ed estrogenati a ciclo continuo senza nessuna considerazione non solo per il loro benessere, ma nemmeno per quello degli incauti che si ciberanno di tale prodotto.

Dal pulpito di questa "civiltà" anglosassone, politicamente corretta, sterilizzata, in cui le masse si idiotizzano con spettacoli "sportivi" funzionali al loro più bieco sfruttamento commerciale, ci vengono poi a fare la predica sulla barbarie della corrida.

Se farlo notare è un atto di superbia sprezzante, giudichi liberamente chi legge.

Saluti

Marco

Anonimo ha detto...

Per il sig. Marco, quello che a me ha dato fastidio è la sua uscita sullo "stupido gioco", che mi ha colpito anche sul personale essendo il football un gioco che amo e a cui in tempi passati ho dedicato parecchio tempo; uscite di questo genere non le sono nuove (es. "la pantomima della portoghese") ed, indipendentemente da tutto il resto, la pongono (quantomeno per chi come me non la conosce) sotto una luce che la fa sembrare decisamente arrogante. Ed è un peccato, perché quando scrive di tauromachia è un piacere leggerla. Ma se a lei, che d'altronde l'atteggiamento "no compromessi" lo ha anche verso la feria stessa, la cosa sta bene, non posso far altro che dispiacermene.

Chiudo sottolineando come anche quando generalizza "Dal pulpito di questa "civiltà" anglosassone ... ci vengono poi a fare la predica sulla barbarie della corrida.", credo che che lei faccia un enorme errore; per quanto effettivamente esistano associazioni come la PETA, ascrivere all'intero popolo americano quelle posizioni è enormemente scorretto, basti pensare come sia enormemente più elevata la considerazione per la caccia oltreoceano che non qui nello stivale.

Per Ronda. Su quelle cifre continuo ad essere scettico, soprattutto in quanto la fonte non è propriamente la più disinteressata (e ad ogni modo si contraddice con la cifra riportata da sport week, pubblicazione di cui la mancanza di autorevolezza è più una certezza che un dubbio). Ma il punto è un altro.

Quello che mi chiedo è: ha senso mantenere questa posizione sempre sulla difensiva? Ha senso star lì a scrivere pezzi su metodi di fabbricazione di saponi e corde da tennis o di consumo di polli, quasi fossimo sotto continuo attacco da parte di una qualche entità non ben definita? Per esperienza personale, la maggior parte delle persone verso la corrida ha un atteggiamento piuttosto neutrale; ogni volta che ho offerto a qualcuno di venire con me ad una plaza de toros non ho mai ricevuto un rifiuto. Perché, dunque, chiudersi a riccio per l'ossessione di quella minoranza che di sicuro queste argomentazioni non convinceranno mai? A che pro puntare il dito sugli allevamenti e sulla pesca? Che poi un animalista la risposta ce l'avrebbe pure: "Almeno i polli muiono per soddisfare una necessità, la corrida invece è pura crudeltà. E comunque anche gli allevamenti e la caccia sono da abolire!". Noi, che la conosciamo, sappiamo che questa è l'opinione di un ignorante (paragonabile, senza offesa, a quella del sig. Marco per il football). Ma per la maggior parte della gente non è così: loro in merito non hanno idee ne preconcetti.

Scrivo tutto questo perché ritengo che questo sia de facto IL portale taurino in italiano: ogni persona che nel bel paese si voglia informare, o, lo sottolineo, avvicinare alla corrida de toros, arriverà qui sopra. Certo, sono ben conscio che questo sia un suo blog personale: se lo volesse potrebbe far qui l'apologia di Pinochet, e sarebbe un suo diritto; che dedichi del tempo a scrivere di tori in un deserto come quello italiano le fa onore. Però, proprio in virtù del fatto che, volente o nolente, questo suo spazio è la maggior cassa di risonanza della aficion italiana, mi sento di darle questo consiglio che lei è liberissimo di non accettare: non dia tutto questo peso ai vari "anti". Tutto ciò che rischia è di allontanare l'eventuale curioso che si avvicina e, leggendo l'intervento che censura questa o quella attività (che magari al curioso piace) è portato ad allontanarsi da questo blog e di conseguenza dalla tauromachia. Ne vale davvero la pena?

Nel mio piccolo, continuerò a portare con me gente nuova alle plazas e, se il responso dovesse essere favorevole, ad indirizzarle qua sopra; chiudo ripetendo per l'ultima volta come per me la maniera migliore per superare gli abolizionisti vari sia presentandosi tra la gente neutrale in positivo, piuttosto che abbassarci anche noi alla denigrazione.

Saluti,
Foresti

Anonimo ha detto...

Ognuno è libero di amare il football, le corride alla portoghese (o quelle di Las Vegas) le ali di pollo ormonato e surgelato fritte, come lo sono io (che rappresento solo me stesso e non coinvolgo in alcun modo la linea di questo blog) di ritenere queste cose, solo apparentemente scollegate fra loro, come sintomi di un'unica cultura dominante che è radicalmente contraria alla Fiesta de Toros tale como la intendo: non è uno sport, nè un circo più o meno sadico con animali (per cui bisogna adattarla ai tempi, ed eliminare il sangue)nè ci si va per divertirsi.

Per chi lo vuole capire, ci sono gli strumenti per farlo (uno di questi è anche questo blog) ma nessuno è obbligato, ci mancherebbe.

Quando passo davanti a un McDonald, o simili, lungi da me invocare proibizioni, chiusure, o roghi purificatori, mi limito a ringraziare il cielo di non essere obbligato ad entrarvi. Sono un integralista ?

Saluti.

Marco

RONDA ha detto...

Foresti, innanzitutto la correggo: se mai dovessi fare l'apologia di qualche cileno su queste pagine scriverei quella di Salvador Allende, senza dubbio.
E peraltro l'unica apologia che avrei in mente in questo momento è quella di Ibrahimovic, un genio pazzesco.

Sulle cifre non so che dirle, più che riportarle citando la fonte non so cosa fare. Non ho i mezzi per andare a verificare di persona quato consumino gli americani durante il superbowl, e mi fido di quello che leggo.

Ma è sul blog che, evidentemente, voglio risponderle.
Certo, come lei giustamente ricorda questa è una pagina personale e potremmo chiuderla così: qua scrivo quello che mi va di scrivere e non obbligo nessuno a leggerla.
Ma mi rendo conto che, in quel deserto che lei evoca, Alle Cinque della Sera possa essere in qualche modo un punto di riferimento: inevitabilmente insuffciente e artigianale, ma capisco che posa essere così. Perlomeno che sia un punto di snodo.
Proprio per questo metto attenzione e rigore in quello che scrivo, ed anche per un inclinazione personale a fare bene le cose che faccio: ne faccio poche, ma almeno che riescano.
Il tutto benché io non sia per nulla d'accordo con lei quando dice che il blog è la "maggiore cassa di risonanza dell'aficion italiana": non lo è e non vuole esserlo, queste pagine sono scritte da un innamorato della corrida che parla esclusivamente a titolo personale, senza nessuna ambizione di fare da collettore o rappresentare chissà cosa o chissà chi.

Ora, questo blog vive di ossessioni verso gli antitaurini? E' un giudizio ingeneroso. I numeri anzitutto dicono che non è così, prenda i post dedicati all'argomento abolizionismo o Catalogna o simili e li misuri a quelli dedicati alla fiesta, alle ferias, alle cronache, alla letteratura e a tutto il resto. Sono molti, molti meno: qualcosa vorrà pur significare.
E lo dice anche lo stile del blog: che fa poca cronaca, essendoci portali ben più strutturati per assicurarne di puntuale, e poi di tanto in tanto racconta, evoca suggestioni, prova a spiegare qualcosa, a volte celebra e a volte riferisce di opinioni suscitando dibattito. In un modesto misto di comunicazione, pedagogia, attualità, informazione, cultura.
In tutto questo ci stanno, certo, quelle notizie e quei commenti che faccio riferendomi alla valanga abolizionista di questi ultimi tempi, o alla dilagante sensibilità protoanimalista che si sta imponendo nel mondo occidentale: tema questo che mi appassiona e che studio da ben prima di conoscere i tori. Sono argomenti di urgenti attualità, e non vedo proprio come potremmo eluderli.

Alle Cinque della Sera è aperto da quattro anni, ho scritto tonnellate di parole sui tori e sugli uomini che li combattono, e dunque capisce anche da solo che il sito non si tratta di una pagina arroccata su posizioni difensive: ben al contrario, il blog mi pare (mi permetterete un pizzico di vanità) un'avanguardia importante, uno strumento attivo che promuove e celebra la fiesta piuttosto che un meccanismo passivo e residuale per difendersi da qualcosa di minaccioso.

RONDA ha detto...

(segue)

Parlare di corrida oggi significa anche, inevitabilmente, parlare delle pulsioni abolizioniste che la stanno minacciando. Piaccia o no, le campagne anticorrida hanno una capacità di penetrazione mediatica pazzesca, e bastano quattro coglioni pitturati di rosso davanti ad un'arena per smuovere l'opinione pubblica.
Di questo bisogna tenere conto, di questo bisogna anche parlare, per rispondere e fare chiarezza.
Poi, certamente ognuno lo fa con gli strumenti che gli sono propri: l'ironia o l'evangelizzazione, la controinformazione o la persuasione.

Anche a me è capitato di parlare di tori con amici o conoscenti, e di accompagnare amici o conoscenti ai tori.
Ma non credo alla favoletta che questo sia sufficiente. Occorre fare anche controinformazione, per esempio.

E' meritoria la sua attività "neutrale e positiva", certo, e sono sicuro che le persone alle quali lei ha potuto parlare hanno avuto la fortuna di conoscere la corrida non solo nei termini apocalittici che veicolano i giornali, la televisione, i banchetti delle varie associazioni che ne chiedono l'abolizione.
Io però non credo che questo blog, in virtù degli articoli che lei critica, possa allontanare eventuali curiosi o principianti: per quanto ne so accade esattamente il contrario, e mi creda quando le dico che sono decine e decine le persone che mi scrivono privatamente e che proprio avendo conosciuto il blog chiedono informazioni, vogliono sapere di più, mi stimolano a consigliar loro come avvicinarsi alla tauromachia, quali corride andare a vedere per la prima volta, quali libri cominciare a leggere, e altro ancora.
Ancora una volta, mi confortano i numeri: i lettori unici al giorno sono, in questi quattro anni, sempre aumentati. Segno questo che è più la gente che rimane che non quella che se ne va.

In ogni caso apprezzo e davvero la ringrazio per questi suoi stimoli, che sono evidentemente preziosi.
Mi permetto di fare lo stesso. I suoi interventi sono sempre puntuali e documentati, ma mi rimane l'impressione che arrivino quasi esclusivamente per controbattere e confutare altri commenti ancora, ora di Marco, ora di Matteo, ora di altri ancora. Con la conoscenza della corrida e con l'esperienza all'arena che lei evidentemente ha, il suo contributo potrebbe essere non solo critico ma anche propositivo o a stimolare dibattito e riflessioni.

Un cordiale saluto

Anonimo ha detto...

Io ringrazio il Sig. Foresti anche e sopratutto se mi fa delle critiche, perchè solo dal confronto e dal dibattito si può migliorare.

Certo che si vede che siamo in astinenza da tori, prima che ricominci la stagione, e in mancanza di meglio ci piace discutere sui polli.

Credo che Ronda, con il suo post, volesse solo far notare, con una certa ironia, che chi accusa la corrida di essere uno sterminio, spesso tace su fatti di "animalicidio" quantitativamente e qualitativamente più gravi.

Saluti.
Marco

Anonimo ha detto...

Ringrazio a mia volta per le vostre risposte.

Ci tengo a precisare che il mio disaccordo era in particolare per questo post, in alcune altre occasioni ho potuto apprezzare il contributo alla discussione sull'antispecismo, ma in questo caso ho parlato di posizione che mi sembrava arroccata sulla difensiva poiché non capivo che cosa aggiungesse al discorso questa storia dei polli. Capisco che su questo comunque possiamo essere in disaccordo, e che probabilmente avrei dovuto leggere il post semplicemente nella chiave ironica suggerita da Marco.

Detto questo, ringrazio anche per l'invito a contribuire in modo maggiormente propositivo, ma aggiungo che personalmente mi considero tutt'altro che ferrato per quanto riguarda il mondo dei tori e della corrida. Ad ogni modo stia sicuro che se riterrò di poter contribuire in maniera fruttuosa alla discussione non me ne asterrò, anche se per formazione ed inclinazione ritengo il mio approccio piuttosto differente. Ma chissà, probabilmente questo è un bene.

Un saluto,
Foresti