In effetti curiosando tra le pagine di Portaltaurino.com, il nome era già balzato agli occhi.
Strano, comunque. Stranissimo.
Già di suo l'Armenia è un paese di cui si sa poco, se non che Youri Djorkaeff, arrivato in Italia sulla sponda sbagliata dei Navigli, aveva là qualche progenitore e che pure Serj Tankian, leader dei mitici System of a Down e musicista di incredibilespessore, arriva da laggiù.
Confessiamo che altro sull'Armenia, francamente, non avevamo mai saputo.
C'è che però, sfogliando appunto il portale taurino più documentato, nella sezione Tori nel mondo e accanto a Spagna o Francia o Messico si capitava su una sezione dedicata al paese ex sovietico.
Insomma, si danno tori in Armenia.
La notizia in effetti è sconvolgente, ma il cortocircuito è completo nel momento in cui si scopre che a vestirti di luce là nei Caucasi è un torero pirotecnico, paradossale, esuberante.
El Glison.
Ora, El Glison non si capisce se sia la meraviglia assoluta della tauromachia o se sia la sua nemesi definitiva.
El Glison è messicano, è poeta, è incontenibile.
Qualche anno fa El Glison decise di battere il record di cavalcata, programmando un itinerario di 3500 chilometri in Messico, da oceano a oceano, da frontiera a frontiera, per portare un messaggio di pace. In sella a un cavallo. Per farsi anche un pò di pubblicità, ovvio.
El Glison non è esattamente una figura della tauromachia, e di pubblicità ne ha bisogno.
Una volta il nostro, al quale evidentemente non si può non volere istintivamente un sacco di bene, decise di promuoversi organizzando un set fotografico in riva al mare.
Ne sarebbe venuto fuori un book da antologia: l'orizzonte là in fondo, l'acqua increspata, il toro e la muleta, il torero a ricamare arte con i piedi nell'acqua.
Fotografi e giornalisti furono convocati. El Glison in costume da bagno si mise ad armeggiare con gli strumenti e a chiamare il toro, eh toro, eh!.
Finchè, proprio lì in quel punto in cui le onde esauriscono la loro spinta e si fondono al giallo della sabbia, El Glison si trovò perfettamente inquadrato negli obiettivi, il toro a due passi, il sole là in alto, il torero in costume da bagno, spavaldo, eroico, romantico.
I click delle macchine fotografiche coincisero con il momento esatto in cui il toro infilò il corno nella coscia sinistra del torero, dando al tutto un senso di imperitura demenzialità.
Demenziale, sul serio.
Ma torniamo all'Armenia.
L'esibizione del Glison nello stadio armeno è roba da Gialappa's Band: gli spalti occupati per metà, il recinto in mezzo al campo da pallone, il rigore marziale dell'ambiente...qualche desplante così pacchiano che nemmeno El Fandi si oserebbe, e poi il toro che scappa e vaga per lo stadio, El Glison che lo rincorre goffo e lo va a toreare un pò dappertutto, fino a compiere il capolavoro facendosi incornare sulla pista di atletica che contorna il terreno. Un torero messicano incornato da un toro spagnolo sulla terra rossa di una pista in uno stadio armeno. La polizia che vuole finire il toro a pistolettate, il torero e i venticinquemila del pubblico che reclamano una fiesta integra e pretendono la stoccata. Putin sugli spalti.
E' surrealismo puro.
Geniale.
Un pò come quella volta che El Glison scatenò disordini sui tendidos di un'arena messicana quando, alla fine di una faena farneticante, decise di arrampicarsi sui gradini della plaza de toros per raccogliere meglio l'ovazione del pubblico: ne scaturì una rissa pazzesca che le forze dell'ordine contennero a fatica.
Settembre 2001, stadio di Yeveran, Armenia.
Questa non è una corrida.
domenica 11 marzo 2012
Surrealismo
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2 commenti:
be' un esperto musicale come te almeno Djivan Gasparyan e il suo Duduk dovrebbe conoscerlo!!! (per non parlare di Aznavour)
Francesco
Ecco, sto per bestemmiare.
Hai ragione: questa non è corrida.
Eppure, nel suo surreale, nel suo essere totalmente fuori contesto, sia uno stadio armeno o una spiaggia è innegabile che anche questo debba essere catalogato alla voce "uomini e tori".
Un uomo e un toro, messi insieme, fanno sempre e comunque qualcosa che in qualche modo disvela il vero. Che sempre e comunque incrina la finzione del "senso comune".
Mi è piaciuto il tuo post. E mi è piaciuto scoprire l'esistenza di queste surreali esibizioni.
Compresi i desplante che sono talmente eccessivi da "fare il giro", come i flipper di una volta, che arrivati a 99.999 punti ricominciavano da zero. Desplante talmente appropriati al contesto da diventare qualcosa di significativo, qualcosa di perfino bello da vedere.
Ecco, l'ho fatto, ho bestemmiato.
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