giovedì 25 giugno 2009

Istres: cresci bene che ripasso




Chi di noi non ha avuto l'amico giusto che, da giovani (molto giovani), assegnava con invidiabile sicurezza i suoi cbcr alle ragazzine incrociate in spiaggia o ad una festa?
Cresci bene che ripasso, un invito a mantenere le promesse e sbocciare presto in vista di un futuro e piacevole incontro.
Ancora ignari dell'implacabile fatto che poi, una volta cresciute sul serio, le ragazzine si sarebbero facilmente sbarazzate di noi ancora imberbi per approdare a più confortanti e maturi lidi, i ragazzi col motorino, quelli che già fumavano sigarette o addirittura che uscivano con la macchina, o che già avevano quella che per noi era ancora solo una terribile e inarrivabile chimera: l'esperienza...

Che cresca bene, la feria di Istres, che ripassiamo.
Una bella arena comoda e confortevole, alcuni dettagli gustosi negli arredi della plaza, un pubblico competente (soprattutto la domenica), un'organizzazione premurosa, una programmazione decisamente interessante, prezzi più che abbordabili.
I nostri tre giorni nel paesino del sudest sono stati un tuffo nella passione dell'aficion, tre giorni di puro godimento e piacere.
A convincerci per la zingarata era stato il cartel: Miura e d Escolar in corrida, Yonnet in novillada, una evidente propensione al torismo che è ormai la stella polare che ci guida nella scelta delle nostre calate nelle terre taurine.
Se a questo aggiungiamo che la corsa di Torrehandilla uscita il sabato, da noi disertata a favore di una giornata interamente dedicata a visitare ganaderias, sembra essere uscita ben più che dignitosa (e, dicono, molto meglio della media delle corride commerciali)...insomma, il pacchetto è completo.

Certo, la feria di Istres deve crescere: niente di scandaloso, l'appuntamento ha una storia ancora molto recente ed è normale che vadano registrati alcuni meccanismi.
La festa nelle vie è oggettivamente contenuta, rare le bodegas e ridotta l'animazione, anche se gli sforzi dell'organizzazione per rendere ricca l'agenda sono più che confortanti.
Nell'arena si paga il prezzo dell'essere plaza di terza categoria, la presidenza un pò indulgente e i lotti di tori (i Miura) non certo di prima scelta.

Ma non si può certo pretendere una sanfermin da un paese di qualche decina di migliaia di anime, e con una feria che è ancora alle prime edizioni.
Sta di fatto però che il nostro è stato un grande week-end di tori, tra quelli all'arena e quelli al campo, tanti e calorosi gli incontri con gli amici francesi, seducente ed irresistibile il richiamo dei calamares e del fino.
I Miura sono usciti male, insapori e moderni, i tre novilleros hanno dovuto sudare parecchio di fronte agli Yonnet, e la corrida di Escolar era violenta e dura, con un gran toro capitato per quarto e che un ottimo Rafaelillo ha dominato fino a meritarsi un trionfo rotondo.

Ma il bilancio è più che positivo, sia chiaro, e se Istres manterrà questa sua connotazione, essenzialmente votata a programmare innanzitutto corride di tori ("Esa es una plaza torista!", gridava irritato uno spettatore al presidente che limitava ad una sola la picca ad un Escolar), ci sarà da mettere in agenda anche per l'anno prossimo il fine settimana alla sua feria.

(foto Ronda - l'arena di Istres)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Per diventare una "plaza torista" gli organizzatori devono curare di più la suerte de varas, istruire il palco che non si può dare il monupuyazo a Miura, Yonnet o Escolar, e magari prendere i cavalli di Bonijol, perchè quelli che c'erano non è che fossero gran cosa. Inoltre la presidenza non è una ONG per soccorrere toreri bisognosi di orecchie o ganaderie "ex-dure" bisognose di "vueltas" al toro ingiustificate come quella al Miura. Il trionfalismo fa marketing, ma la serietà della plaza è un'altra cosa, e se deve crescere bene la Feria deve correggere certi atteggiamenti lassisti. Comunque, per essere una piazza di 3^, chapeau, in Spagna se lo sognano.

Saluti

Marco

Marco

Anonimo ha detto...

che palle...