giovedì 31 dicembre 2009

Palmares 2009




Per quanto mi consta ovviamente, e cioè in base esclusivamente a quanto visto nelle arene, ecco il meglio della stagione ormai conclusa.
21 gli spettacoli a cui abbiamo assistito: una novigliada senza cavalli, due novigliade, diciannove corride formali.
Il tutto in sette le piazze di tori frequentate: Arles (4 a Pasqua e 3 a settembre), Nimes (2), Vic Fezensac (4), Istres (3), Ceret (3), Siviglia (2).

Uomini

Rafaelillo il torero del 2009. Il migliore di fronte ai Miura di Arles, il più completo di tutto il ciclo di Vic Fezensac, rotondo e ispirato con gli Escolar Gil di Istres. Il piccolo murciano torea con sincerità e coraggio, non si sottrae alla battaglia, muleta davanti e profondità. Guerriero e ammirevole.
Di Sergio Aguilar abbiamo apprezzato la classe e l'eleganza di fronte a tori, per usare un eufemismo, poco comodi: toreare con lentezza e distacco un santacoloma è cosa che genera rispetto ed ammirazione.
Luis Bolivar e Morenito de Aranda, rispettivamente a Vic e a Ceret, ci hanno lasciato buone senzazioni e la voglia di rivederli presto.
Ma la vera sorpresa del 2009 è il giovane Daniel Luque, che a Siviglia in settembre ha sfoggiato in soli dieci minuti un repertorio completo di autorità, arte, ispirazione, forza: non si può giudicare un torero da una sola serata, certo, ma quella prestazione ha fatto davvero impressione.
Dai big abbiamo visto poche cose, se non il solito potere del Juli (ma di fronte a tori impresentabili, a Nimes), e la straniante capacità di José Tomas di essere così diverso da tutti gli altri, un toreo ormai definitivamente ascetico il suo.

Tori

Il toro del 2009 è, inevitabilmente e per grazia divina, il grande Clavel Blanco di MLD Perez deVargas: chi l'ha visto non se lo scorderà facilmente, un toro padrone di un'arena intera, enorme.
Un gradino sotto Aguardentero di Prieto de la Cal e Camarito di Palha, protagonisti della concorso rispettivamente ad Arles e a Vic.
La miglior corrida completa quella di Coimbra a Ceret, tori selvaggi, duri, corna spaventose e carattere indomito: in pochi avrebbero scommesso su un successo così pieno e felice e della misconosciuta divisa portoghese. Li rivedremo di nuovo nel 2010, ai piedi dei Pirenei, ed è una buona notizia.
Da segnalare anche i lotti di Fidel San Roman e La Quinta a Ceret, mentre la sorpresa dell'anno è venuta dai Garcigrande (!) di Nimes (!!): un sestetto con una casta sorprendente, conosciute le bassezze a cui è solita la casa, e se fossero tutte così le corride per figuras, la tauromachia tutta potrebbe dormire sonni tranquilli.
Infine un plauso particolare all'impresa di Arles, capace di confezionare una corrida concorso di notevole qualità.

Gesti

E' frutto dell'ispirazione e della disposizione di Daniel Luque la faena più completa, armonica e vibrante: a Siviglia, con Barberito di Alcurrucen.
Un tono più sotto i due lavori di José Tomas (Nimes - Ballestero di Garcigrande) e Rafaelillo (Istres - Borgueso I di Escolar Gil), faenas di registro opposto, naturalmente, ma entrambe di gusto: leggera e estatica la prima, maschia e elettrica la seconda.
Alcuni dettagli dell'opera di José Tomas, poi, assolutamente celestiali.
Curro Molina è tra i banderilleros quello che ogni volta apprezzo maggiormente, e il suo paio di Siviglia è per me il migliore della stagione. Notevoli anche i due bastoni chiusi da Padilla sul quarto di Miura, ad Arles.
E naturalmente impossibile non citare Juan Luis Rivas e Rafael Lopez, i due picadores che ad Arles se la sono vista con Clavel Blanco e Aguardentero: da loro una lezione di tauromachia antica e sincera, di coraggio e sincerità.
Toreri.

Buon anno a tutti, e che il 2010 ci conceda ancora tori, festa e aficion.


(foto Ronda)

1 commento:

Pietro ha detto...

Del 2009 ricorderò anche la prima volta in cui ho visto in dvd la Corrida del Siglo...