venerdì 6 agosto 2010

Aboliamo anche il Palio!




Eh beh c'era da aspettarlo.
Il Fronte Internazionale Walt Disney per Liberazione degli Animali Sofferenti e Vittime dell'Uomo ha individuato il nuovo apocalittico e sadico macello che va messo al bando, vanno castrati i suoi adepti, da affossare senza problemi una tradizione secolare e tremendamente viva.

Il sagace Ministro del Turismo, la Brambillona più famosa per le sue autoreggenti che non per idee o prospettive politiche particolarmente intelligenti, ha deciso: anche noi abbiamo le nostre corride, il Palio di Siena va abolito.
Per rispetto agli animali, i cavalli nello specifico, che lì vengono barbaramente maltrattati.
Repubblica e Corriere.

La questione sarebbe lunga, ma le vacanze finalmente si avvicinano e non abbiamo tanta voglia di affrontarla.
Meglio che il Ministro continui ad occuparsi di lingerie, in ogni caso.

A Siena come prevedibile l'hanno presa bene.

Comunque, come già per la questione catalana e le corride a Barcellona, i numeri di cui si parla non sono certo enormi.
A spanne a una ventina di cavalli verrà risparmiata la terrificante agonia (?) della corsa nella piazza, in quella meravigliosa e straordinaria piazza dove dev'essere bello correre, i muscoli lucidi e tesi, lo sbuffo animale, i colori dei gonfaloni e l'adrenalina della gente, secoli di storia sotto gli zoccoli.
Bravi.

Pensando di fare cosa gradita, come regalino prevacanziero e in omaggio al tema dibattuto, ecco quindi qua sotto la ricetta della picula ad caval: inarrivabile vertice della cucina piacentina, è uno di quei piatti che sono in grado di riconciliare con tutto.
Con i piaceri del palato, con i cavalli che corrono, e con quelli che non correranno più: almeno che uno di loro non finisca tristemente nella tenuta di un qualche forzaidiota, a fare patetica mostra di sé come totem del riscatto dei poveri animalucci maltrattati da noi sadici, ma regali i suoi quarti alle cucine sapienti e ai piatti desiderosi di queste nostre parti.

Ah dimenticavo: si consiglia un rosso fermo, va benissimo un Gutturnio Riserva.



Picula ad Caval

La pícula è un piatto a base di carne trita di cavallo.Per apprezzarlo fino in fondo è consigliabile consumarlo subito. Nella cultura gastronomica piacentina viene sempre servito abbinato alla polenta.

Ingredienti per 4 persone

gr. 400 carne di cavallo macinata non troppo fine,
1/2 cipolla tritata,
1 mestolo di brodo o 1/4 di lt. di vino bianco secco,
gr. 250 pomodori pelati,
gr. 30 lardo pestato,
gr. 200 peperoni,
1 cucchiaio di erbe aromatiche (rosmarino, salvia, prezzemolo, basilico) tritate con 1/2 spicchio d’aglio,
sale,
pepe

Preparazione

Fate soffriggere la cipolla tritata nel lardo pestato, aggiungete la carne e lasciate rosolare a fuoco lento.
Allungate con il brodo (o vino bianco) e fate cuocere a fuoco basso per circa un’ora. Aggiungete i pomodori e i peperoni in precedenza tritati (e senza semi), lasciate cuocere per circa 40 minuti, quindi unite le erbe aromatiche tritate con l’aglio.


5 commenti:

maral ha detto...

¡Il Palio!Y yo que creía que los políticos ignorantes eran sólo los españoles...
En que manos estamos

Enrique Martín ha detto...

Il Palio, los toros, la pintura, la escultura, el cine, el teatro. Todo lo que no nos muestre un mundo en el que no exista el dolor, la pasión, la emoción, el triunfo, la derrota. Entonces tendríamos que prohibir la realidad.
Un saludo

El tito ha detto...

J'adore le cheval!

Louie ha detto...

Si! E' l'arte!
L'arte delle palle e delle corna!
Le corna dei grandissimi cornuti!

Anonimo ha detto...

Io che sono senese ed aficionado, dico che è vero, i politici ignoranti sono anche da noi. Se poi si professano anche animalisti (da noi si chiamano animalai, in senso spregiativo, ovviamente), siamo tutti. L'animalaio è patologico, è paziente, in senso medico, che ha fallito il proprio rapporto affettivo con i consimili, e lo ha riversato, in modo talebano, sulle bestie. Si sovvertono gli equilibri naturali, laddove le galline fanno le uova, i cavalli da corsa corrono e i tori da combattimento combattono. Il problema è che questi figuri trovano sponde, tra i ministri (sic!) ed i tg, Studio Aperto in particolare, il più abietto di tutti. Che rabbia! Marco, Siena