martedì 5 ottobre 2010

Perché andiamo a vedere la corrida


Perché vado a vedere la corrida?

E’ difficile sintetizzarlo in poche frasi; perché tanti sono i regali meravigliosi che la corrida mi ha fatto in questi otto anni.

In primo luogo le persone che ho conosciuto.

Due su tutte: Miguel e Inaki.

Il primo era il custode dell’arena di San Sebastian che mi ha portato a vedere i tori nel corral, osservarli da vicino quando per me erano solo diavoli neri aizzati da un panno rosso in un cerchio di sabbia. Che mi ha raccontato del loro carattere, della loro vita nel campo, di come vivono liberi per 4-5 anni prima di morire nell’arena lottando e combattendo, perché è per questo che sono nati.

E poi Inaki, conosciuto di recente, che per questi due pazzi di italiani si è fatto chilometri, ha preparato da bere e da mangiare, e ci ha raccontato tanto della Navarra.

La corrida non è solo la bellezza della morte in un cerchio di sabbia, di un uomo e di un toro che si cercano a passi di danza.

Non è solo dentro l’arena quello che mi ha affascinata o meglio che mi ha stregata, tanto da non poterne più fare a meno.

Per me la corrida è svegliarsi dal torpore a febbraio, prenotare per la prima feria, Arles, contare i giorni che mi separano dalla Pasqua con trepidazione, come aspettavo il Natale da bambina.

E’ partire il venerdì notte, dormire a Gap in autostrada quando fuori ci sono -9 gradi (sì meno 9 ed era Pasqua). E’ arrivare ad Arles alle 8 quando in giro non c’è nessuno, è quell’orribile caffè e quel magnifico croissant. E poi il caldo della plaza, il sudore, la paura, il parlare col vicino, il criticare questo o quel toro, questo o quel torero. E quando arriva lui, il torero favorito, che tante volte mi ha fatta emozionare, quel suo piroettare magico a pochi centimetri dal corno, vedo la sublime bellezza di quel balletto che sembra preparato, dove ognuno dei due danzatori si muove a tempo con l’altro.

E’ fare i bagagli, macinare chilometri, visitare posti che mai e poi mai avrei preso in considerazione. Tafalla, Riscle, Hagetmau, Saint-Martin de Crau sono poco più che puntini sulle cartine geografiche, ma grazie ai tori ho conosciuto luoghi meravigliosi e soprattutto persone che mi hanno insegnato tante cose.

La corrida è qualcosa a cui penso ogni giorno, aspettando una faena magica, che mi faccia emozionare, mi faccia piangere.

Tanti sono stati i pomeriggi di delusione quando il torero non ha saputo sfruttare al massimo le qualità del toro, eppure la plaza esercita su di me un fascino a cui non so restare lontana. Le sensazioni che mi provo durante una faena “perfetta” mi portano a cercarne sempre di nuove, a programmare week-end, vacanze per seguire questo o quel torero, questo o quell’allevamento di tori.

Ringrazio questo blog che mi aiuta a passare l’inverno quando fuori fa freddo, con una tazza di tisana in una mano e il mouse nell’altra. Ringrazio le persone che ho conosciuto grazie al blog, alle cene condivise insieme, alle eterne discussioni con Marco, che tanto non siamo mai d’accordo, ma è così bello discutere e non arrivare a niente.

La corrida non è sangue e violenza, è viaggio e avventura, bellezza e tragedia, persone e amicizia che in 8 anni mi spingono ogni anno a ripartire per una nuova temporada.


Marzia Paderi


(foto Ronda - per inviare il proprio testo: alle5dellasera@tiscali.it)

7 commenti:

matteo nucci ha detto...

Anch'io voglio fermarmi a dormire a Gap, ma dove sta? aspettare la prima corrida dell'anno - nulla è così bello.
evviva i tori
matteo

Anonimo ha detto...

facilissimo! segui per l'autostrada, alla piazzola davanti ai bagni, sotto la telecamera. costo zero e c'è sempre posto
madonna che freddo
marzia

El Pana ha detto...

Ma il per il buon Ruggr nenache una menzione piccola piccola????????

Anonimo ha detto...

quando Luigi chiederà il pezzo su "la mia prima corrida" Rugg avrà una grossa parte

Marzia

Anonimo ha detto...

Bel racconto e bella foto, grazie

M.

Anonimo ha detto...

Bello, bello. Sono appena tornato, e già mi viene voglia di ripartire. Grazie. E grazie anche a Luigi, come al solito. Marco/Siena

paolo dallorso ha detto...

bello. paolo