Perché vado a vedere le corride?
Avrei voluto parlare dell'eccitazione della mia prima corrida, seduto sugli stretti scalini di pietra della plaza de toros di Almeria, del sole che tramonta dietro l'arena, del caldo soffocante, dello sventolio degli abanicos, della merienda da compartir nel tendido general, degli olé della folla, del sentimento andaluso, del sudore e del sangue nel ruedo.
Una poesia sul rapporto con la tauromachia.
Accade però che domenica scorsa mi trovavo tranquillo nella mia casa, seduto in salotto, a leggere il blog di “Alle cinque della sera”. Nelle pagine dei preferiti, a destra, leggo una notizia. Dopo mesi di corride deludenti e tori mansi, di polemiche e figuras al ministero della cultura, si annuncia che il giorno prima Juan Mora – sin a quel momento a me sconosciuto – ha toreato, eccome se ha toreato, a Las Ventas.
Sono curioso. Dapprima vado su burladero.com, il mio quotidiano on-line, cerco informazioni. Titola di un trionfo degno di altre epoche.
Io penso alle immagini ormai leggenda di Madrid, giugno '82, corrida di Victorino.
Sono subito su youtube. Digito Juan Mora.
E lo vedo sullo schermo ripeso da vicino, dall'alto. Pochi passi di muleta ben portati, una danza con il toro, poi, all'improvviso, senza preparazione alcuna, la estocada. Perfetta. In sottofondo il rumore del pubblico. Lui che impedisce ai peones di intervenire e se ne va. Veloce, a passo sicuro, così come la morte data al suo compagno di quel pomeriggio.
Due orecchie.
Maestro.
Che meraviglia. Non mi basta. Cerco altre notizie, altre immagini che mi raccontino l'evento. Decine di siti internet in francese e spagnololo. Sono contento, era ora esclamo. Quanto avrei voluto esserci, penso. Con che avidità leggo di quella magnifica tarde.
Passo davanti al computer due ore e mezza. Come ci fossi stato nell'arena. In quell'arena a vedere il trionfo di Juan Mora.
Ci ripenso oggi e sorrido soddisfatto. Sono tornato altre volte a vedere quelle immagini, a vedere quei tori che hanno permesso tutto questo, quell'arte che mi ha preso l'anima e mi coinvolge ogni volta sempre di più. La corrida è viva!
Ecco perché vado a vedere le corride e perché continuerò a farlo: per quell'emozione che ti prende in una domenica pomeriggio d'autunno, in un salotto a Verona, a chilometri di distanza.
Diego Girelli
(foto Ronda - per inviare il proprio testo: alle5dellasera@tiscali.it)
1 commento:
Por que no:)
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