domenica 16 gennaio 2011

La Fiesta di Sergej Eizenstejn


Inghilterra - Italia in diretta da Wembley, la frittatona con cipolle con la Peroni gelata, tifo indiavolato e rutto libero.
E poi il dottor Riccardelli, il film cecoslovacco con sottotitoli in tedesco la cui pellicola non arriva, e dunque l'immortabile capolavoro...: l'occhio della madre, il montaggio analoggico, la scalinata.
La Corazzata Potemkin.
Una cagata pazzesca.

Povero Sergej Eizenstejn, dai più (quasi tutti, suvvia) conosciuto qui in Italia per quella straordinaria sequenza del Secondo Tragico Fantozzi, quella della partita in televisione che salta perché il dottor Riccardelli ha deciso di acculturare gli operai servendo loro il polpettone soporifero del povero Eizenstejn, la perquisizione di radioline e tv a nove pollici all'entrata, fino alla rivolta finale.
La fabbrica pre-Marchionne, o anche quella post-Marchionne, chissà.

Eppure Sergej M Eizenstejn la storia del cinema l'ha fatta sul serio.
Non è il caso di occuparci qui della sua Corazzata, ma piuttosto di quel Qué Viva Mexico (*) che è di sicuro interesse su queste pagine: la pellicola raccoglie le immagini girate dal regista in un suo viaggio nel paese centramericano all'inizio degli anni '30, ed ha una struttura in 5 episodi ognuno dei quali abborda un tema particolare narrando e fotografando la vita e le tradizioni del Messico, per l'epoca (e per un regista russo) evidentemente una landa esotica e lontana, ricca di tradizioni e bizzarrie da documentare.

Uno di questi episodi ha dunque per titolo Fiesta, e tratta della tauromachia messicana.
Si tratta di un filmato straordinario, che dalla vestizione del torero fino al lancio di sombreros che ne decreta il trionfo, sintetizza in dieci minuti di immagini romantiche e vive l'interpretazione e la versione di Eizenstejn della corrida.
Un documento enorme e di grande importanza non solo artistica ma anche storica.

Lo trovate su Youtube, e per ragioni che non dipendono dalla mia volontà è spezzato in due diversi video: inizia in questo (a partire dal minuto 1:56) e finisce in quest'altro.

3 commenti:

spyros ha detto...

Belissimo!!! Grazie!!

Anonimo ha detto...

Luigi, grazie per questa "chicca" veramente preziosa e poco conosciuta!
Angelo

Anonimo ha detto...

Stupendo! Anche qui non manca "l'occhio della madre" (in questo caso la madre del torero) e sopratutto il celeberrimo "montaggio analogico": infatti la sequenza della "lidia" di un toro è un montaggio di vari frammenti di "lidia" a tori differenti, tecnica ripresa in molti film taurini, il toro ora è totalmente nero, ora è "lucero bragado"(quello visibilmente manso che tenta di saltare al callejon).

Ottimo il lavoro capotero del torero, che esibisce l'ampio repertorio di capa messicano, in particolare le "gaoneras" (che prima di Gaona si chiamavano "de frente por detras") ed un arrischiato "quite" salvavita per "mariposas", che in Spagna lo faceva Marcial Lalanda. Il "tercio de varas" ancora emozionante, con il cavallo protetto da un "peto" minuscolo.Infatti il picador è magro ed agile.

Buona la esecuzione delle banderillas, e in muleta, faena corta come si usava a quel tempo. Da notare il "descabello" eseguito con la spada normale.

Un documento prezioso. Complimenti.

Saluti.

Marco