martedì 8 febbraio 2011

Il toro blu

El Brau Blau è il titolo di un film sorprendente, e per quanto ci riguarda straordinario.
Un solo personaggio e nessun dialogo e nessuna voce, fatta eccezione per quella che da fuoricampo fa capolino un paio di volte; nessuna colonna sonora se non qualche raro passaggio di una ciaccona di Bach, un infinito silenzio, un solo scenario - la casa del protagonista e la campagna lì fuori.
E nenche un toro.

Neanche un solo toro eppure El Brau Blau è un profondo e penetrante omaggio alla tauromachia e al toro: la tauromachia nella sua essenza pura, in una visione ancestrale dell'eterna sfida dell'uomo alla forza della natura, la tauromachia come affare inevitabile tra uomo e toro, come centro e motore della vita e del mondo.
El Brau Blau è la storia di un amore totale per la corrida, tanto forte e assorbente da diventare ossessione: un'ossessione che divora e insieme dà senso sufficiente aòla vita di un uomo, di quell'uomo che con il pensiero per i tori rinasce e che del pensiero per i tori, semplicemente e senza bisogno d'altro, vive.
E' la tauromachia primordiale, come necessità umana prima ancora che come attività umana, culturale o artistica o altro che sia, è la tauromachia come metro e cifra dell'esperienza dell'uomo.

Un film sui tori ma che dei (soliti) film sui tori non ha niente. Nemmeno i tori, appunto.
Ma che tra tante altre cose ha quella lunga, meravigliosa sequenza finale, nel deserto di un'arena di pietre fuori dal tempo, che emoziona ed è autentico gioiello di poesia e passione.

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