mercoledì 11 aprile 2012

De senectute



Metti che ti invitano a cena i tuoi amici cool, ti offrono un bellini di aperitivo e ti servono le portate su piatti quadrati di ceramica nera: inevitabilmente ti sottoporranno per tutta la sera la discografia completa di Giovanni Allevi.
Ti piace Giovanni Allevi?
Ehm, veramente non lo sopporto.
Ma no dai, devi sentire l'ultimo.
Torni a casa e senza neanche spogliarti metti un disco di Ruben Gonzalez.
E riprendi a respirare.

Vedere toreare Ruiz Miguel è come ascoltare un disco di Ruben Gonzalez.
Quattro passi a sinistra, sono bastati quei quattro passi a sinistra al sobrero di Palla sabato scorso, per insegnare a tutti che la magnificenza delle cose sta nella loro semplicità.
Toreava con il sorriso sulle labbra Ruiz Miguel, toreava con una faena che profumava di toreria, con una faena diversa da tutte quelle che si vedono oggi: un lavoro lungo, il suo, sfilacciato, fatto di pause e collocamenti, di interlocuzioni con il pubblico e rimbrotti ai peones...per poi tirare, improvvisamente e quando l'ispirazione lo suggeriva, un passo straordinario.
Rotondo, elegante, fuori dal tempo.
Essenziale, il toreo di Ruiz Miguel è stato essenziale.
Una faena così, con quella catena di quattro naturales da urlo.

Allevi ha bisogno di fughe e svisate, barocchismi, valange di note, trucchetti e emozioni facili: Ruben Gonzalez a ottant'anni toccava i tasti con delicatezza, rispetto, e parsimonia.
Non una nota in più. Non c'è bisogno di accessori quando tutto è giusto.
Ruiz Miguel sabato ha camminato il paseillo con il sorriso, ha toreato con il sorriso, è uscito in spalla con il sorriso.
In mezzo ci ha picchiato quei passi che chiamavano le lacrime.


(foto Ronda - Ruiz Miguel, Victor Mendes e El Fundi sabato 7 aprile ad Arles)
 

4 commenti:

Anonimo ha detto...

il futuro della tauromachia è qua!
ma possibile che ci dobbiamo affidare a dei novantenni per vedere qualcosa di bello????
non per Ruiz Miguel per carità, ma perché in questi ultimi 5 anni non ho visto un solo giovane metterci l'anima, ma solo imitare (soprattutto nei capricci) le figuras. peccato.
bravo Ruiz Miguel, bravo El Fundi, bravo Padilla. E poi? dopo di me il diluvio? peccato

Marzia

Anonimo ha detto...

Speriamo che Fandino continui sulla buona strada e ci garantisca ancora qualche anno di tauromachia ortodossa.

Saluti

Marco

Paolo Dallorso ha detto...

Bel post. Asciutto, essenziale, giusto. Perfettamente in linea con il contenuto. Bravo.

Anonimo ha detto...

...solo due parole per ricordare i mayalde. il lotto più interessante della feria...