giovedì 26 febbraio 2009

A cavallo


Questo blog, e forse si sarà capito, non è particolarmente attratto dalla corrida a cavallo.
Abbiamo visto una corsa di rejon un paio di anni fà, fu un successo rotondo e programmato di Pablo Hermoso de Mendoza (*), in un'arena che era là tutta per lui: 4 orecchie, forse anche la coda, o forse quella fu in occasione di una mista cui assistemmo pochi mesi dopo.
Occorre riconoscere che il rejon è oggettivamente spettacolare: la fusione e la simbiosi tra cavallo e cavaliere sono fantascientifiche, di una purezza e di una totalità sorprendenti, a strappare alla fisica dei corpi tutte le sue secolari certezze e inventandone di nuove ogni volta, e centauro è qui termine spogliato di qualsiasi accezione mitologica per diventare dato di fatto.

Ma al netto di questa spettacolarità (che quella volta ci ha sinceramente colpito e anche entusiasmato, pur se le sfumature circensi della giostra a cavallo sono francamente censurabili), ci rimase quel giorno una sensazione di incompiutezza, il retrogusto amaro della delusione.
Qualcosa non torna, nella tauromachia a cavallo.
Il punto è che il toro è nella corrida di rejon nient'altro che mero comprimario, vittima predestinata senza nessun'altra alternativa concessa se non quella di trotterellare stupidamente in tondo, a rincorrere goffamente un animale dieci volte più agile e veloce, addestrato per compiere evoluzioni incredibili e al di fuori della portata del suo avversario.
E passiamo sulle corna, che sì sono regolate e limate a norma di regolamento (troppo offensive per il cavallo altrimenti), ma che comunque fanno di quel toro un toro diminuito, corretto, neutralizzato.

Insomma, spettacolo e spettacolarità (anche grande, sul serio) ma nient'altro.
Nessuna traccia di quella drammaticità, di quell'epica profondità, di quella tensione che fanno la grandezza del toreo a piedi nel quale gli aficionados (a los toros, va sottolineato) ogni volta cercano la verità.

Tutto ciò premesso, queste righe altro non sono che un astuto pretesto per pubblicare questa immagine: è la copertina dell'ultimo numero di Toros che il postino ha diligentemente recapitato, un paio di giorni fà.
La foto, Diego Ventura in sella a Guaranà (Nimes, il maggio scorso), è semplicemente meravigliosa.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Gracias por difundir la Fiesta Brava desde Italia