mercoledì 4 febbraio 2009

Parole sulla bravura



Nel linguaggio corrente bravo è l'animale selvaggio, non sottomesso, ed è termine che si oppone a manso, l'animale addomesticato.
Ma nel linguaggio taurino, bravura è una qualità legata al comportamento offensivo, proprio del toro bravo: si oppone alla mansedumbre, che indica un toro codardo, sulla difensiva, spesso più temuto dai toreri che non il bravo, in ragione delle sue reazioni imprevedibili.
Certo oggi il toro bravo, che vive in fincas recintate allevato per giochi e corse, dopo un buon mezzo secolo di aspra selezione che ha cercato di ridurne se non azzerarne le caratteristiche più selvaggie per adattarle alle esigenze del toreo moderno, oggi insomma il toro da combattimento è sì un prodotto della natura selvaggia ma anche una sua rappresentazione, quasi una metafora.

Nel bel libro di Durand (op. cit.) di cui abbiamo parlato pochi giorni fà, il terzo capitolo è dedicato ad analizzare e provare a comprendere davvero, grazie alle parole degli interlocutori dell'autore, il concetto e l'esperienza della bravura.

Così per Victorino Martin la bravura, lungi dall'essere una facilitazione per il torero, è la pietra di paragone: "Il toro bravo è quello che crea il pericolo, e che fa che l'uomo che è davanti a lui guadagni dei soldi o si metta a correre".
Se l'idea di bravura ha tratti non ben definiti, le sue manifestazioni sono invece di più facile individuazione: innanzitutto non protestare (non lamentarsi) sotto il castigo di picca e banderiglie, od anche humillar, verbo spagnolo che perde qua tutta la sua connotazione morale e che descrive invece l'azione dell'abbassare la testa per la carica.
E' poi nelle qualità dello slancio e dell'assalto che si concentrano le virtù della bravura: "E' fondamentale che il toro voglia prendere la muleta", per Fernando Domecq.
Lapidario un altro Domecq, Juan Pedro, a cui si deve questa sintesi riuscita che forse però converrebbe far leggere e rileggere al suo proprio autore: "L'essenza del toro è la bravura, e per me la bravura è la capacità di lottare durante tutto il combattimento. Punto".

Secondo le parole di un'aficionada abbonata de Las Ventas, la bravura si misura non alla prima picca, quando la bestia attacca per inesperienza e cieco istinto: "Se alla seconda picca lo si piazza ancora al cavall, il toro si ricorda che prima gli si è procurato del male, e quando torna alla carica malgrado tutto questa è la bravura".

Chi dà, anche, una connotazione estetica alla bravura: il trotto è inadeguato e pesante, è il galoppo che svela il bello nella bravura, secondo un altro allevatore andaluso.
E il comportamento del toro, secondo il ganadero Perez Tabernero, deve comunicare al pubblico che "c'è, nell'arena, qualcosa di fuori dal comune".

La bravura è dunque l'essenza stessa del toro da combattimento.
Ciononostante, tra bravura, casta, razza, tutti termini dal significato non sempre chiaro e spesso usati per esprimere delle nozioni complementari e l'un l'altra prossime, la gerarchia è assai difficile da stabilire.
Quali di questi termini definisce la sostanza, l'ontologia del toro da corrida, e quali invece non sono che accidenti? La questione è di molto difficile soluzione.
Così, se per Alvaro Domecq la bravura non è che il "condimento" della razza brava, e la casta una sorta di ground zero della bravura, una bravura brusca, pericolosa, disunita, per Mariano Aguirre (aficionado madrileno presidente della Federazione delle Società Taurine di Spagna) è la casta l'elemento essenziale, il fondamento stesso dello spettacolo: "la bravura non ne è che una manifestazione secondaria".
Se per Celestino Cuadri (i suoi tori saranno a Ceret, in luglio) la casta è "desiderio costante per la lotta", Victorino Martin si rifiuta di usare altri termini che non siano la bravura, categoria suprema che interpreta e definisce lo statuto del toro.

Certo occorre riconoscere, e denunciare anche, che negli ultimi decenni gli allevatori hanno troppo voluto investire su una selezione al contrario: che indubbiamente ha permesso loro di perfezionare un toro più collaboratore e meglio adatto all'idea moderna di corrida, e pure di intascare una buona somma di denaro, dalle vendite, ma che parallelamente e inevitabilmente ha annacquato il portato originario di casta e bravura.
Occorre chiedersi se il processo sia irreversibile, ormai.
Luis Francisco Esplà è senza sfumature: "la selezione ha spogliato il toro della sua animalità".
E' necessario e vitale un ritorno alle origini, proposito che sulla carta sembrerebbe mettere d'accordo finanche gli allevatori che hanno scelto la via più commerciale: Juan Pablo Jimenez Pasquau riconosce che si è reduci da anni assai duri in termine di qualità delle corride, in termini di trasmissione (la capacità del toro di dare emozione al pubblico).
I tori cadono, e con loro cade tutta la fiesta.
Ma sono in molti a dubitare che la rinascita da questo selvaggio processo di selezione al ribasso sia davvero nelle corde e nelle idee dei ganaderos: il torero cerca sempre più un toro collaboratore, e sono poche le arene o gli allevatori con uno status tale da poter imporre le proprie scelte.

Il futuro della bravura appare dunque dipinto a tinte fosche, ma le parole di Victorino Martin jr., che non condivide il pessimismo imperante, riportano un pò di lucidità e speranza.
Questo ritorno alla natura primitiva è sì possibile, ma deve essere il frutto di una ricerca instancabile presso i ganaderos.
La sua argomentazione sfiora e si accavalla al paradosso, ma risulta eloquente: la bravura naturale e antica è un ideale da ritrovare e ricostruire, deve essere oggetto di un lavoro e di una ricerca incessanti. Deve essere rimodellata poco a poco dall'uomo, e questo percorso costituirà di per sé un grande fatto culturale.
Per Victorino Martin jr si tratta di trovare un toro adatto alle regole del toreo moderno, ma che conservi la sua forza bruta e la sua capacità di sorprendere: "amo cercare il toro primitivo, quello che riserva delle sorprese".

La corrida è, in conclusione, lo spettacolo e la mostra della bravura.
Le circostanze attuali fanno sì che questa misteriosa qualità, oggi minacciata e quasi aleatoria, debba a tutti costi essere recuperata, pena la sicura e veloce fine della fiesta.
La nuova temporada che sta per iniziare ci dirà se l'inversione di rotta è iniziata.


(foto Ronda - San Sebastian)

1 commento:

chicco ha detto...

Che bell'articolo ! Complimenti il blob è interessantissimo, e fa crescere il desiderio di capire sempre meglio.