martedì 10 febbraio 2009

I tori del 2008

La ganaderia che ha più combattuto i suoi tori l'anno scorso è quella di Alcurrucen, 131: certo, di questi addirittura 100 e tutti i novillos sono finiti nelle plazas di terza categoria, e solo 13 in quelle di prima. I numeri sono quelli da ganaderia super commerciale, e nonostante dei risultati irregolari, gli Alcurrucen hanno dato buone prove nelle mani di Ponce, Bautista o Luque, fino all'apoteosi della corrida di Cenicientos (un superbo sestetto, come ci aveva raccontato il nostro inviato).

Seguono per numero di capi portati all'arena i Nunez del Cuvillo (129), questo sì un allevamento di solida e comprovata garanzia per le star: deboli e senza trasmissione a San Sebastian, presto spenti a Pamplona, la loro carica innocente e assidua ha permesso i trionfi di un José Tomas che non fà mistero della sua totale predilizione per il ferro. Nelle arene più esigenti per blasone e aficion, il ganadero ha saputo intelligentemente inviare gli esemplari migliori: a Madrid, Bilbao, Saragozza e Barcellona ne hanno approfittato Morante e Cayetano, Ponce e El Fandi, José Tomas ancora con l'indulto barcellonese di Idìlico.

Peggio è andata ai Zalduendo (129), per i quali la quantità non si è mai coniugata alla qualità: vuoti, con molte fatiche a stare in piedi, inconsistenti, con una bontà insultante.

Al quarto posto ecco i Victorino Martin, la prima ganaderia dura di questa particolare classifica: 122 tori, di cui ben 55 in piazze di prima categoria, più di qualunque altra casa. Non sono mancate le delusioni (Nimes, Santander, Segovia), ma don Victorino è capace come nessun altro di onorare gli appuntamenti che contano: a Siviglia escono due victorino superiori, uno dei quali riceve il premio di toro della feria (ucciso da Pepin Liria); a Madrid per l'ultima della San Isidro Colombiano e El Cid hanno infiammato l'arena; a Bilbao soprattutto un encierro bravo, solido, mobile e con casta, che riceverà il premio della Aste Nagusia.

In un percorso idealmente contrario, dalle stelle alle stalle, seguono i Juan Pedro Domecq, il paradigma del toro sputtanato per le figuras, lentamente ed inesorabilmente spogliato di ogni suo tratto più aggressivo, selvaggio, combattivo. Il doppio e fragoroso fiasco di Siviglia riassume il tenore di una stagione intera. Con un piccolo spiraglio di luce, due ottimi tori usciti un mattino a Nimes, uno dei quali premiato con una vuelta giustificata, e prova che resta sempre qualche insperata goccia d'acqua con cui dissetarsi, anche dalle fonti più aride.

Fuente Ymbro è una ganaderia ogni anno più interessante e che sta provando a misurarsi con l'impegnativa sfida di trovare un toro bravo che possa però incrociare i gusti dell'aficion moderna. 86 tori combattuti nel 2008, metà dei quali in prima categoria, deludenti a Murcia e Logrono, duri a Madrid, Alicante e Santander, più un'ottima corrida a Bilbao. Nell'insieme sono però le individualità ad emergere: Pelicano a Pamplona, Ibicenco a Bilbao, Heroe a Saragozza per la corrida concorso.

Segue nel gruppone una pletora di ganaderias commerciali sulle quali passiamo velocemente, non essendo propriamente quelle che maggiormente stimolano il nostro interesse.
Victoriano del Rio ha portato a Madrid due buone corride, in quella plaza dove già nel 2007 permise un rotondo successo a El Juli: quest'anno Morante de la Puebla e soprattutto José Tomas hanno saputo giovarsi della bravura dei suoi tori, il secondo soprattutto in quel 5 giugno che rimarrà nella storia della tauromachia. Per i victorianos (78 tori in tutto) una seconda parte della stagione assai poco entusiasmante, coronata dall'indulto di Desgarbado a Dax, grazia che invero ha sconcertato ben più di un aficionado.
Sorvoliamo sull'inscindibile e inspido duo Garcigrande/Domingo Hernandez per citare invece i tori de El Ventorillo, che a Pamplona hanno sorpreso tutti per generosità e pugnacità, e già a Siviglia si erano messi in luce in una buona tarde.

Sempre in un registro puramente commerciale El Pilar, di cui conserviamo un pessimo ricordo (Arles 2007), ha addirittura brillato nella San Isidro madrilena, dopo aver già portato un ottimo e pericoloso lotto a Nimes.
Valdefresno, Los Bayones, Torrealta, Montalvo e tutti gli altri hanno piazzato corride generalmente deludenti, dalla casta irrimediabilmente diminuita e che poco hanno saputo trasmettere alle gradinate.
Tonfo rumoroso per i Samuel Flores tanto a Madrid quanto ad Arles che a Dax, e invece soddisfazioni che si sono trasformate anche in autentico entusiasmo per due ganaderias di proprietà di ex-toreri: gli El Torreon di Cesar Rincon e soprattutto i tori di Joselito (La Reina e El Tajo), che a Bayonne verranno ricordati per tanto tempo ancora dopo la splendida corsa del 15 agosto.

Veniamo piuttosto ai marchi toristi, sui quali ormai e irrimediabilmente è concentrata la nostra maggiore attenzione.

Gli orchi cattivi, i portoghesi Palha, si sono espressi sotto le sapienti mani de El Fundi a Siviglia, a Madrid hanno regalato vera emozione e a Bayonne hanno fatto, letteralmente, paura.

La Quinta (27), come tradizione, ha piazzato novilladas serie e impegnative, e pure con i quattro anni gli esiti della stagione sono decisamente positivi: Contador alla corrida concorso di Arles e Huracan che si è aggiudicato quella di Vic Fezensac hanno mostrato bravura al cavallo e tenuta negli altri tercios, ricevendo la fragorosa ovazione del pubblico; di qualità superiore l'encierro di Mont de Marsan, va segnalato come neo della temporada la corrida di Bilbao, quella dell'inconto con le figuras, salvata solo dalla grande scienza de El Juli.

Se c'è una ganaderia che più di ogni altra ha dominato la stagione, questa porta il ferro di Escolar Gil (31 tori), che in Francia ha addirittura sbancato: a Vic Fezensac la corrida è stata molto buona, quella di Ceret addirittura ottima, con sei vere e proprie tigri capaci di attaccare e crescere per tutto il combattimento. Ad Arles Secretario si è aggiudicato il titolo di miglior toro della concorso, la corrida di Istres ha ottenuto il premio come miglior corsa del sud est, e di là dai Pirenei sei esemplari hanno fatto correre la propria bravura a Cenicientos.
La ganaderia del 2008, per qualità e serietà dei propri esemplari e per gli esiti delle corse, è Escolar Gil.

I Dolores Aguirre, prototipi del manso con casta, ad Alès hanno dato vita ad una corrida dura, difficile, tesa, regalando agli aficionados ben più di un brivido.
Dopo un'altra esibizione fatta di tenacia e coriaceo carattere a Pamplona, a Saragozza i Dolores Aguirre sono stati pericolosi come pochi, sempre nell'attesa che l'uomo si esponesse il sufficiente per prenderlo.

Cuadri ha deluso a Siviglia e a Las Ventas invece si è portato a casa il titolo di toro della feria (Aragones); per Cebada Gago una stagione transitoria, suggellata da un buon encierro a Pamplona e qualche buon toro isolato, e idem per Adolfo Martin.
Altre case toriste hanno evidenziato una pericolosa deficienza di casta, lasciando spesso con l'amaro in bocca gli aficionados: Hoyo de la Gitana, Guardiola, Valverde, fino agli Hernandez Plà di Ceret, magnifici per trapio ma senza trasmissione e nel complesso soporiferi.
Corsa d'altri tempi invece quella del 4 maggio a Madrid grazie ai tori di San Martin, uno dei quali assolutamente notevole: Luis Bolivar, peccato, non ne ha saputo approfittare.

Restano i Miura, che su 51 tori in totale ne portano 44 in piazze di prima categoria.
Sempre pericolosi (Javier Valverde si prende tre cornate entrando a matar uno di questi a Estepona), a volte al di sotto delle aspettative dell'aficion (Siviglia, Mont de Marsan e, ça va sans dire, Nimes), sono usciti onorevoli a Beziers e in novillada a Carcassonne. La corsa di Bayonne è stata dura e difficile, e buona e intensa la miurada di Arles a Pasqua, dove sono usciti tre miura-miura, solidi, lunghi, intelligenti e pericolosi, di fronte ad uno dei quali El Fundi si è superato.
A Saragozza altra buona corrida, contraddistinta da una pugnacità continua, anche se l'apice della stagione rimane la corsa di Pamplona: una vera corrida di Miura, spaventosa per presentazione, emozionante in ogni tercio, terribile per i toreri e quindi deliziosa per gli aficionados, una corrida fatta di coraggio autentico nei tre uomini e di indomita volontà di lottare nei sei cornuti.

- per questo articolo ci siamo serviti di un servizio apparso su Toros (1844) e delle tante e preziose informazioni pubblicate su Terresdetoros -

(foto Ronda - tori nei corrales di Arles e Ceret)

Nessun commento: